26 giugno 2002

Ottica scientifica e beni culturali, nuove ricerche anche su quadri del Bronzino

 

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La Galleria Borghese di Roma e l’Istituto Nazionale di Ottica Applicata (INOA) presentano i risultati delle recenti ricerche effettuate su due importanti dipinti della Galleria Borghese di Roma: il San Giovanni Battista del Bronzino e la Madonna con Bambino di controversa attribuzione a Giulio Romano e Raffaello .
La Galleria Borghese si è avvalsa della collaborazione dell’Istituto Nazionale di Ottica Applicata che opera da oltre venti anni nel settore della diagnostica dei beni culturali, occupandosi dello studio e della perimentazione di tecniche ottiche e della progettazione e della realizzazione di strumentazione per l’analisi non invasiva di oggetti di interesse storico-artistico.
Le innovative tecniche dell’INOA, applicate alle due opere, hanno prodotto considerevoli risultati; senza il minimo danneggiamento delle opere, i dipinti sono stati analizzati con la riflettografia infrarossa che ha permesso di conoscere in profondità la storia dei due quadri e scoprire nuovi importanti elementi.
All’incontro, voluto da Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano, da Kristina Herrmann Fiore, Direttore Storico dell’Arte della Galleria Borghese e da Fabio Pistella, Presidente dell’INOA, sono invitati a partecipare il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Giuliano Urbani e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica, Letizia Moratti. Interverranno inoltre il Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Cristina Acidini Luchinat e il responsabile scientifico del Gruppo Beni Culturali dell’INOA, Luca Pezzati .
In questa occasione sarà possibile vedere il dipinto di Giulio Romano e quello del Bronzino, che tornerà ad essere esposto nella Galleria Borghese, accanto alle rispettive riflettografie infrarosse realizzate con le stesse dimensioni dei dipinti.
La riflettografia infrarossa permette la visualizzazione di particolari nascosti dallo strato pittorico superficiale rivelando, se presente, il disegno preparatorio oltre a svelare l’esistenza di possibili stesure pittoriche nascoste per volontà dell’artista (i cosiddetti pentimenti).
Inoltre attraverso l’uso del computer è possibile sovrapporre la riflettografia e l’immagine a colori del dipinto con straordinari risultati dal punto di vista interpretativo.
Questa è solo una delle metodologie diagnostiche che a partire dalla fine degli anni Settanta l’INOA ha sviluppato, imboccando una strada pionieristica nella sperimentazione di tecniche ottiche per lo studio e la conservazione del patrimonio artistico che con il tempo ha portato alla creazione di una rete di laboratori diffusi sul territorio nazionale. Tale struttura, unica a livello nazionale e internazionale, si avvale attualmente di tre ‘Laboratori di Metrologia Ottica per la Diagnostica dei Beni Culturali’ dislocati a Firenze, Milano e Venezia e nell’immediato futuro è prevista l’apertura di un quarto laboratorio a Lecce. In particolare il laboratorio ospitato presso i Laboratori di Restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze costituisce il punto di riferimento e riveste il ruolo di progetto pilota per lo sviluppo delle altre realtà nel territorio nazionale: lo scambio continuo tra i ricercatori del settore scientifico e della conservazione favorisce, da un lato lo sviluppo di soluzioni tecniche tagliate su misura per i problemi specifici, e dall’altro una più immediata integrazione di metodologie diagnostiche nuove tra gli strumenti di lavoro quotidiani di restauratori, archeologi, architetti e storici dell’arte.
Il cuore dell’attività di ricerca resta il Laboratorio Centrale di Arcetri, presso la sede dell’INOA, dove un Gruppo di ricercatori e tecnici si occupa specificamente dello sviluppo di metodologie e strumentazione per la diagnostica non invasiva di beni culturali.
Il Gruppo Beni Culturali dell’INOA è attivo in collaborazioni, sia con enti afferenti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sia con enti e istituti di ricerca italiani e stranieri. Lo stato avanzato della ricerca sulle tecniche diagnostiche ottiche ha permesso grandi scoperte su importanti capolavori del nostro patrimonio artistico, ne ricordiamo solo alcuni: La Crocifissione di Masaccio, la Tempesta di Giorgione, la Fornarina di Raffaello, L’Annunciazione di Leonardo, L’Incoronazione di spine di Caravaggio e La Minerva di Arezzo (III a.C).
Oggi il Gruppo Beni Culturali dell’INOA – nel quadro di un più sistematico rapporto con il sistema delle imprese e con gli operatori del settore dell’ottica avanzata che è il principio ispiratore del nuovo Piano Triennale 2002 – 2004 – si prefigge come obbiettivo quello di ampliare la rete dei suoi laboratori per diffondere l’applicazione delle metodologie ottiche allo studio dei beni culturali e di confermare il proprio ruolo come punto di riferimento per la ricerca nel settore, oltre che proseguire nello sviluppo di tecniche diagnostiche ottiche e di strumentazione prototipale per applicazioni metrologiche nel campo dei beni culturali.

[exibart]

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