09 luglio 2002

Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, la Vettese presidente tra le polemiche

 

di

Con una decisione a sorpresa il sindaco di Venezia Paolo Costa ha nominato Angela Vettese nuovo presidente della prestigiosa Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. La decisione ha provocato alcune polemiche, suscitate da tre consiglieri della Fondazione che hanno contestato per iscritto la modalità della nomina, avvenuta, a loro dire, senza nessuna consultazione preventiva. Non sembra essere in discussione la qualità della scelta, quindi, dato che la Vettese rappresenta uno dei critici più preparati ed impegnati nell’ambito dell’arte contemporanea. Firma del prestigioso supplemento domenicale del Il Sole 24 ore dal 1986, Angela Vettese ha pubblicato “Capire l’arte contemporanea” (Allemandi, Torino 1996), “Artisti si diventa” (Carocci, Roma 1998), “Arti visive. Il Novecento” con Gillo Dorfles (Atlas, Bergamo 2000); ha inoltre redatto voci per l’Enciclopedia italiana della Treccani, per l’Enciclopedia Universale dell’arte, per il Dizionario degli autori di Bompiani. Ha curato mostre e redatto saggi in catalogo per istituzioni internazionali, tra cui: La Biennale di Venezia (1993 e 1997), il MoCA di Los Angeles, la Serpentine Gallery, la Chisenhale Gallery e il Victoria and Albert Museum di Londra, il Magasin di Grenoble, il Musée de la Poste di Parigi, la Galleria Nazionale di Sarajevo, il MAK di Vienna e utlimamente il Palazzo delle Papesse di Siena. È curatrice del Corso Superiore d’Arte visiva della Fondazione Ratti di Como. Dal 1991 ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti di Milano, Venezia e Bergamo. Dal 2000 insegna Storia dell’Arte presso l’Università Bocconi di Milano (corso di Laurea in Economia per le Arti e la Comunicazione); dirige infine dal 2001 il clasav il corso di laurea specialistica biennale in progettazione e produzione delle arti visive dello IUAV di Venezia.
Insomma, la scelta fa ben sperare, ma attenzione, fa sapere la Vettese, “se non sono gradita me ne vado… ”.

[exibart]

5 Commenti

  1. Credi nei miracoli??
    Credi che il venezianesimo/venezianite possa essere sconfitto??
    E se Venezia non fosse più provinciale?
    E se la Vettese si ritira dopo due giorni con lite con consiglieri e direttrice?
    E se la Bevilacqua diventasse l’arte contemporanea per i giovani di talento con rapporti nazionali ed internazionali?
    Credi nei miracoli?
    W i pani ed i pesci

  2. Beh, per me la Vettese ha avuto coraggio. Si è presa una bella gatta da pelare (lo dimostrano le polemiche). I problemi della Bevilacqua li conoscerà senz’altro visto che bazzica l’ambiente veneziano da un po’. Ora, se riesce a fare quello che tante volte, su Ex, si è chiesto per rivivacizzare una fondazione che dispone di uno dei più grandi palcoscenici del mondo (piazza S. Marco) ed ha come mission di promuovere l’arte giovane, farà veramente il miracolo e non si potrà che applaudirla. Le potenzialità Venezia, per me, le ha sempre avute e le ha tutt’ora (in passato le ha sapute sfruttare mentre oggi, se non fosse per la Biennale…). Un nome importante era quello che ci voleva, c’è poco da fare, un nome che non si potesse manovrare o scavalcare senza conflitti o pubblici scalpori. Se poi la Vettese, evitando di accentrare tutto su di sé, saprà anche lavorare in modo moderno, creandosi una rete di relazioni (anche internazionali), un pool di persone che sappia monitorare il territorio e fare progettualità, se saprà riflettere sul modello risalitiano cercando magari di farlo progredire, ecc., meglio ancora. E’ appena stata eletta ed ogni avventura và incoraggiata con spirito ottimistico. Spero non molli alla prima difficoltà per difendere il suo prestigio.

  3. gentilissimi, qualcuno ha ascoltato l’intervista audio su undonet. la nostra si diletta nell’elogiare il suo clasav. consiglio comunque di aprofondire le modalità di iscrizione al corso. la prova di ammissione è realmente un’offesa.
    la nostra, si diceva, attacca sistematicamente e direttamente le modalità dell’accademia privilegiando il suo. bene! ricordiamoci che i guerrafondai farabutti devono sempre fare la guerra per poter imporre la loro visione delle cose. è un attegiamento questo che sottende una visione monoculare del mondo dell’arte. in tal caso invitiamo la nostra all’esodo. “si faccia monaca, un infermiera per amor dell’arte”. e poi speriamo che i ragazzi non diventino sempre più strumentali in cambio di una decina di minuti di popolarità.
    cordialmente.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui