07 dicembre 2002

Biennale di Venezia, presentata la grande kermesse di Francesco Bonami

 

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La Biennale di Venezia presenta la 50. Esposizione Internazionale d’Arte diretta da Francesco Bonami. Sogni e Conflitti-La dittatura dello spettatore. Dreams and Conflicts-The Viewer’s Dictatorship. Il direttore Francesco Bonami ha voluto nel suo progetto valorizzare l’unicità della struttura espositiva della Biennale di Venezia per costruire una grande rassegna internazionale che, come una “mappa”, si comporrà di diversi progetti (come isole di un arcipelago), ognuno con una sua propria identità e autonomia.
Lo spettatore-lettore di questa mappa potrà così affrontare le singole individualità artistiche e costruirsi un personale itinerario attraverso diverse tendenze o specifiche realtà dell’arte contemporanea. Riportiamo di seguito una vasta dichiarazione programmatica di Bonami, di seguito il programma di tutte le principali mostre.

“Se l’idea di una vasta rassegna internazionale è sempre stata concepita come un’unica nozione frammentata nella moltitudine di punti di vista dei singoli artisti, “Sogni e Conflitti” si propone di cominciare dall’autonomia dei diversi progetti per cercare in questa complessità di idee l’unità che definisce oggi il linguaggio dell’arte contemporanea.
Nella società contemporanea lo spettatore controlla con la sua presenza o assenza il successo di ogni rassegna o iniziativa culturale.
In “Sogni e Conflitti” lo spettatore appare come uno dei soggetti che contribuiscono alla definizione della struttura della rassegna, insieme all’artista e al curatore. Colui che osserva è insieme all’artista uno dei poli che, connessi, producono la scintilla che attiva con successo l’opera d’arte nel contesto sociale e culturale.
Il sogno e il conflitto, la totalità del mondo opposta alla sua frammentazione politica e geografica, le aspirazioni nazionali in contrasto con i traguardi internazionali sono tutti elementi che contribuiranno alla prossima Biennale di Arti Visive.
“Sogni e Conflitti” sarà una esposizione incentrata sull’arte come strumento personale di esperienza individuale e collettiva. Una mostra attraverso cui si potrà accedere alla complessità di un mondo costituito da un gruppo di individui definito da molteplici e diverse necessità. Una mostra fatta di molteplici progetti per testare la forza di una comunità ideale in cui è attivo il processo creativo dell’artista contemporaneo.“Sogni e Conflitti” non mostrerà un’arte politica, bensì una riflessione sulle politiche dell’arte. L’esperienza dello spettatore di fronte all’eccezionalità della visione dell’artista. Due soggetti contemporanei divisi semplicemente da uno sguardo diverso.”

Arsenale

Z.O.U. (Zone of Urgency)/ Zona d’Urgenza
A cura di Hou Hanru

Individual Systems / Sistemi individuali
A cura di Igor Zabel

The Structure of Survival /La struttura della sopravvivenza
A cura di Carlos Basualdo

Utopia Station / Stazione Utopia
a cura di Molly Nesbit, Hans Ulrich Obrist e Rirkrit Tiravanija

Conflict / Conflitto
A cura di Catherine David

Il Quotidiano Alterato / Lo Cotidiano Alterado /The Everyday Altered
A cura di Gabriel Orozco

Clandestini / Clandestines
A cura di Francesco Bonami

Fault Lines / Smottamenti
A cura di Gilane Tawardos
In collaborazione con il Forum Africa Contemporary Art

Giardini di Castello

Ritardi e Rivoluzione/ Delays and Revolutions
Padiglione Italia
A cura di Francesco Bonami e Daniel Birnbaum

La Zona /The Zone
Realizzato da A12
A cura di Massimiliano Gioni



Venezia, Giardini della Biennale – Arsenale
Press days 12-13-14 giugno
Vernice: 13-14 giugno
Inaugurazione ufficiale: 14 giugno
Apertura al pubblico dal 15 giugno al 2 novembre 2003


[exibart]

3 Commenti

  1. In principio fu il grande ottimismo, per la scelta del Bonami direttore e lo scampato pericolo delle zampacce del lupo cattivo Sgarbi. Poi lentamente l’entusiasmo si raffreddò, crollando miseramente sotto il fendente di Exit. Oggi non se ne trova uno che scommetterebbe 1 soldo bucato sulla Biennale di Bonami. Solita regola insulsa: meglio remare contro, tanto le critiche, la Biennale, se le porta attaccate come le zecche. Ma dove sono finiti quelli che gridavano, all’indomani della nomina, “finalmente uno dei nostri?”.

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