20 gennaio 2003

Patate & decadenza, una performance di Maurizio Savini

 

di

maurizio saviniChe cosa ci faceva, lo scorso sabato (18 gennaio), una tenda fatta di patate in una vetrina sulla strada, in piena Roma?
Entrando nella galleria Volume! si è svelato l’arcano: si trattava di A bassa fedeltà, installazione di Maurizio Savini che per l’occasione ha abbandonato l’amato chewing-gum.
Savini sembra essere attirato dai materiali semplici, puri: la gomma americana – appunto – che ricorda l’infanzia, nel colore rosa e nell’odore, ed ora le patate – cibo povero, elemento base dell’alimentazione contadina – che – per l’occasione – rivestono la scultura in vetroresina raffigurante una casa. Rappresentazione di una condizione umana primaria, priva di sovrastrutture, che in ogni caso non sfugge alle regole della caducità della vita e della materia.
E la tenda si è trasformata nel corso della serata: ha – ovviamente – cambiato colore scurendosi fino a marcire, mentre, dal suo interno, un canto (voce di Barbara Dorfmann), come un lamento delicatamente si diffondeva nelle sale della galleria, ad accompagnare il processo degenerativo. (federica la paglia)

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Maurizio Savini, Years from now


Maurizio Savini A bassa fedeltà – Opera degradabile in un giorno a cura di Daniele Pieroni; Roma, 18 gennaio 2003 Galleria Volume! Via San Francesco di Sales 86 – 88(Via della Lungara, Trastevere)

[exibart]

2 Commenti

  1. ma basta con ste cazzate! poteva fare almeno una casetta di marzapane, almeno un richiamo alle crudeltà delle favole valeva ben un concetto. ma sto purè liofilizzato è proprio una stupidaggine nel 2003. Quarant’anni fa, quindi nel secolo scorso!!!!, c’erano i vari merz a propinare i mezzi poveri. Bastaaaaaaa.

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