04 luglio 2003

Fondazione Bevilacqua, clamoroso a Venezia. Angela Vettese dà le dimissioni

 

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Ad appena un anno dalla designazione, Angela Vettese ha consegnato ieri le dimissioni dall’incarico di Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Ufficialmente il motivo sarebbe il cronico disinteresse mostrato dal Comune di Venezia per le attività della BLM, che vanificherebbe ogni buon proposito di risollevare le sorti di un’istituzione in crisi da tempo. Senza adeguato sostegno e finanziamenti il ruolo del Presidente, peraltro neppure retribuito, sarebbe del tutto vanificato.
Ma le ragioni vere di questa decisione, che non mancherà di creare scalpore nella difficile piazza veneziana, sono da ricercarsi innanzitutto nel rapporto, fin dall’inizio difficile, intrattenuto con la dirigenza della Fondazione, con la quale non v’è mai stato accordo sulla programmazione e sulle strategie imposte dalla nuova presidenza.
La cosa certa è che la Vettese non ha mai accettato ruoli di subordine ed ha imposto, con coraggio ma non senza polemiche, la sua ricetta: dalla scelta dei collaboratori agli accordi con l’associazione Viafarini per la creazione di un archivio unico dei giovani artisti, il tutto con un occhio di riguardo per l’amica piazza milanese (Roberto Pinto e Gianni Romano sono stati i critici coinvolti nella programmazione di questo anno).
Eppure troppi soldi sarebbero stati spesia per le mostre della BLM con il marchio Vettese, puntando su nomi di spicco e tralasciando le iniziative per i giovani artisti (se si eccettua la tradizionale collettiva, pure quella discussa per il mancato voto espresso dalla Presidentessa per i premi). Marlene Dumas, Alex Katz, Intervista con la Pittura, Salon de Refusées a cui dev’essere aggiunto il progetto per l’affitto di piazza San Marco alla Cina per l’allestimento del Padiglione nazionale per la Biennale, naufragato solo per i noti problemi della SARS: sono queste le iniziative che senza dubbio hanno attirato l’attenzione sulla BLM e che però non si discostano di molto dalla strategia che fu già di Luca Massimo Barbero (presidente prima della Vettese): puntare sui grandi nomi, che poco o nulla hanno a che fare con i principi statutari della fondazione, voluta per promuovere la ricerca dei giovani artisti.
In tempi recenti, una nuova polemica già montava a Venezia, in causa della paventata chiusura degli storici studi d’artista di Palazzo Carminati, finora attribuiti a giovani artisti mediante un concorso, e del loro spostamento nella periferica Marghera. Perché? Per far posto a sale di rappresentanza e di accoglienza per ospiti e vip.
Esprimere un giudizio definitivo sul progetto della Vettese è tuttavia fuori luogo: troppo poco il tempo per poterne valutare i risultati. Le improvvise dimissioni costringono a fare i conti senza i numeri, soprattutto senza poter valutare gli esiti dell’importante iniziativa “Italian Area”, che intendeva esportare su scala nazionale il modello dell’Archivio Giovani Artisti istituito con successo dal Comune di Milano, stabilendone la sede proprio alla BLM.
Ma sarà proprio così? Le dimissioni sono state spedite ieri, 3 luglio 2003, al Sindaco di Venezia cui adesso passa la palla: certo potrebbe accettarle, e con buona pace di pochi sarebbe, in breve, restaurata la pigra BLM che conoscevamo. Ma se le rifiutasse? Allora apriti cielo! Perché si tratterebbe di considerare le richieste della Vettese e prendere importanti provvedimenti.
In quel caso potremmo trovarci di fronte ad un’aperta crisi del consiglio d’amministrazione e della dirigenza, dalla quale però potrebbe inaugurarsi un insperato programma di rinnovamento radicale.
Tutta la vicenda della Bevilacqua in questi mesi è stata documentata, non senza qualche pepata polemica, ampliamnete su Exibart. Seguite il percorso negli articoli correlati per ripercorrerla.

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[exibart]

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