19 ottobre 2004

Artissima, eppur si muove

 
Due coraggiosi politici locali hanno deciso che non si poteva far finta di niente. Alessandro Di Benedetto (consigliere regionale Regione Piemonte) e Marco Steffenino (consigliere comunale Comune di Torino), entrambi della Margherita, hanno presentato un'interpellanza sugli abusi della fiera Artissima contro Exibart. Ecco come procede la questione...

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Il consigliere regionale Alessandro Di Benedetto e il consigliere comunale Marco Steffenino hanno presentato -lo scorso 24 ottobre- un’interpellanza sulla vicenda “Exibart – Artissima 2004”. Scrivono i due consiglieri della Margherita:

Exibart nota rivista del settore ed espositore “istituzionale” alla fiera di arte contemporanea Artissima, al termine dell’edizione 2003 pubblica un resoconto non troppo felice dell’edizione appena conclusa delineando alcune criticità all’impianto stesso della fiera-mercato e sottolineando alcune incongruenze nella gestione.
I resoconti pubblici e consultabili sul sito della rivista, sono pubblicati nel corso dell’anno in maniera dettagliata e puntuale, ma individuando proposte di sviluppo di una mostra che la rivista giudica positivissima e di primo piano nel panorama nazionale ed internazionale.
Prendendo a prestito il pubblicato on-line della rivista “succede che una rivista di settore segnali in un resoconto puntuale il bilancio in negativo. Succede poi che questa rivista venga epurata – non troppo elegantemente – dagli inviti per la prossima edizione (Artissima 2004)”.

Pertanto, i consiglieri Di Benedetto e Steffenino chiedono al Presidente della Giunta regionale, al Sindaco di Torino e agli assessori competenti di conoscere

-quali i motivi per l’esclusione

-quali le criticità emerse e segnalate dagli operatori (ad esempio la vicenda denunciata da molti delle caparre confermatorie richieste alle gallerie invitate e poi in buona parte non restituite dall’ente organizzatore a fronte di una non conferma dell’invito da parte di Artissima)

-quali sviluppi di questa importante fiera-mercato e del relativo marchio (acquistato in comproprietà dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino)

-se vi siano accordi per cui la presenza di galleristi-espositori venga “garantita” attraverso l’acquisizione di qualche opera da parte degli enti pubblici o da istituzioni museali pubbliche

-e inoltre per quali motivi l’istituzione pubblica ha ritenuto di correre in soccorso di una manifestazione fieristica che, pur interessante nei contenuti, era fallita da un punto di vista imprenditoriale mantenendo oltretutto in carica il direttore artistico cointestatario della Rebus srl organizzatrice della fiera.





Fin qui la nota diramata dall’ufficio stampa della Margherita Piemontese. Insomma qualcosa si è mosso; l’incredibile caso di abuso di potere (per non dir di peggio; vedi i link agli articoli precedenti se non hai seguito) che avevamo segnalato e subito arriverà ad essere discusso nei consigli del Comune di Torino e della Regione Piemonte (probabilmente il prossimo 25 ottobre).
E ci fa ancora più piacere costatare che sia proprio la Margherita -cui non abbiamo mai fatto mistero di sentirci vicini in passato-, il partito che si è fatto carico della questione.
Nella speranza che finalmente “giustizia venga fatta” e soprattutto che gli enti pubblici piemontesi si liberino di manager e personalità che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza, siamo costretti ancora a rammaricarci per l’atteggiamento dei media piemontesi.
Dopo aver ignorato la nostra campagna stampa, dopo aver fatto spallucce alle nostre richieste di visibilità locale su una questione che interessa tutti i cittadini della Regione, quotidiani e periodici torinesi hanno fatto finta di niente anche dopo il comunicato stampa divulgato dalla Margherita.
Dopo anni di oblìo a Torino sta rinascendo, grazie ad un gruppo di imprenditori di area Udc, la storica Gazzetta del Popolo (nata nel 1848 e morta nel 1983). L’obiettivo sarà anche quello di far concorrenza a La Stampa et similia. E a quanto pare ce n’è un gran bisogno…

caso Artissima vol. I
caso Artissima vol. II

m. t.

[exibart]

6 Commenti

  1. Sì, ma perché non chiedete la posizione di tutti gli altri partiti? Le loro risposte anche spiacevoli ci potrebbero fare scegliere meglio per le prossime elezioni.

  2. Egr. direttore Tonelli,
    La ringrazio di tenerci al corrente ma che quest’affare diventi un gioco di potere tra Lei e il direttore della fiera…. una costante ripicca, una ripetizione di minacce e insulti….
    Si attenga a commentare, informare, rendicontare, dare opinioni, faccia il suo mestiere ma non faccia politica. Che si salvi almeno Exibart da questa politica che in Italia è paragonabile al gioco del calcio, meglio non parlarne…

  3. Fare politica è un diritto dovere di ciascuno; tale diritto dovere diventa un obbligo per i cittadini che in un modo o in un altro ricoprono ruoli di responsabilità, figurarsi dunque per un direttore di testata.

    Dunque nel mio specifico faccio quotidianamente politica. Politica culturale, politica editoriale ecc… Considerare la politica come una vergogna, una cosa da cui fuggire, un gioco di potere è una squallida deriva italocretina da lobotomizzati cronici. Alimentata da chi -come lei, a quanto pare- è rimasto shockato dalla spirale di corruzione scoperta all’inizio degli anni ’90 e che ha letto l’ultima volta un quotidiano in qualche torrida mattinata del novantadue, in piena Tangentopoli.

    La politica è (non serve aver studiato il greco per saperlo) l’arte di amministrare la città, la cosa pubblica. E, pertanto, è una delle arti più nobili che io conosca.

    Vomitare banalità (“Exibart si salvi dalla politica”; “la politica è come il calcio”), quello si, è davvero pericoloso.

  4. Francamente non capisco i commenti, prima solidali poi negativi nel momento in cui si verifica una interrogazione politica. Quest’ultima è stata sollecitata dal sottoscritto e da alcuni, pochissimi ad onor del vero, operatori artistici della città.
    Il caso, pur grave, della censura ad Exibart è stato un utile pretesto per iniziare finalmente ad incalzare gli enti pubblici torinesi su molti aspetti incomprensibili della politica sull’arte contemporanea, come il fatto di finanziare una iniziativa fallita imprenditorialmente mantenendo in sella colui che aveva determinato questo evento. E chi, se non la politica a seguito delle segnalazioni dei cittadini interessati, deve fare questo? Ma sembra che, come spesso avviene a Torino ed in Italia, quando si attaccano i poteri forti molti se la danno a gambe… Meglio raccattare qualche briciola che che essere dei protagonisti. Questo è il principale motivo per cui il nostro sistema artistico è bloccato da circa un ventennio.

  5. Caro Direttore,
    concordo con la tua visione della politica, ma francamente ho trovato eccessivo il tuo intervento verso la commentatrice che mi ha preceduto. Anche perché forse intendeva esprimere il consiglio di agire sì politicamente, ma senza appoggiare apertamente questo o quel partito. E’, credo, nell’interesse di Exibart rimanere (e, perché no, apparire…) il più possible libera da qualsiasi condizionamento partitico. Ciò non toglie che:
    1) ben vengano interrogazioni di questo tipo, ed anch’io sono convinto che più difficilmente sarebbero potute venire, chessò, dalla destra
    2) la libertà consiste anche nell’esprimere solidarietà “contingente” a questo o quel partito…
    E quindi, mi pare che stiate conducendo l’informazione sull’affaire in modo puntuale e corretto, sfruttando gli spazi ad esso più adeguati (cioè gli editoriali).
    Vorrei soltanto invitarti a rispettare maggiormente i punti di vista altrui, senza doverne fare per forza una questione personale. Perché questo sì potrebbe generare sospetti sulla libertà d’espressione di Exibart…

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