18 luglio 2003

biennale 2003 – mostra internazionale Ritardi e rivoluzioni Venezia, Giardini di Castello

 
E' la mostra delle mostre, quella del duo Bonami e Birnbaum, delle star internazionali più attese ma anche quella che, per i detrattori, ha sfrattato gli artisti italiani dal padiglione nazionale. Ne valeva la pena? Ecco promossi e bocciati…

di

Ritardi e Rivoluzioni non documenta uno stato di fatto ma il processo di trasformazione con cui l’arte radica e legittima la propria natura sovversiva nel déjà vu. La dinamica evocativa dell’opera d’arte si alimenta dell’immaginario e della memoria collettiva e non ha mai un andamento cronologico lineare; segue invece percorsi tortuosi, fatti di rinvii e rimandi, deviazioni e repliche, rewind e sincopi.
L’idea è suggestiva ed interpreta in modo convincente il concetto di tempo di matrice postmodernista, accostando efficacemente la metamorfosi pittorica (1982-1983) di Robert Gober con il dinamismo dell’Autostrada (2002-2003) di Bayrle, struttura modulare in progressiva generazione. Così pure Opposing mirrors…, la cui prima tobias rehberger versione di Dan Graham risale al 1974, crea un sistema interattivo di video e specchi che preserva e rimanda 5 secondi di memoria dello spazio percorso dal visitatore, inducendo un senso di destabilizzazione ed una presa di coscienza che appartiene anche al video Outer and inner space (1965) di Andy Warhol e al tunnel Y (2001) di Carsten Holler, passerella sospesa nel tempo e nello spazio.
7 ends of the world (2003) di Tobias Rehberger è una selva di pastiglioni colorati e sintesi evocativa delle luci metropolitane del pianeta; Carmit Gil, con analoga prassi riduttiva, costruisce uno scheletro di Bus (2002) che forzatamente la didascalia riferisce agli attentati mediorientali ma che è innanzitutto struttura geometrica universale.
L’idea della replica governa la riproposizione/sovrapposizione di Gmelin, che rimettegabriel orozco in scena una manifestazione politica del ’68 e la termina con un nulla di fatto che la dice lunga sul bisogno di ripercorrere il fallimento delle ideologie e riscatta il sogno di una generazione. Analogamente Gabriel Orozco riscopre la pensilina di Scarpa del padiglione, cristallizzandola in un modello dell’originale, visibile nel suo stato di degrado.
Insomma un percorso non guidato che coinvolge quasi 50 artisti, che quand’anche non si esprimano al meglio, come Hammons o Gabellone, sono salvati da un buon impianto concettuale.
Qualche sbavatura si denota nell’utilizzo più promozionale che di effettiva congruità di almeno un paio di star internazionali. La bellissima vetrina di pillole di Damien Hirst è una sorta di bell’intervallo, mentre dei nuovi disegni di Mattew Barney è fatto un uso indiscriminato:biennale 2003 ammassati come in un ripostiglio, le teche vitree perdono tutto il loro algido fascino. Caso a parte è Cattelan, al solito fuori del coro: ingiudicabile rispetto al progetto, Charlie gironzola un paio di giorni dichiarando la propria presenza beffarda e canzonatoria, poi se la squaglia.
Significativi il ritratto a Merz di Tacita Dean, il tributo a Carol Rama, la vibrante pittura di Glenn Brown, il campionario di parrucche vintage di Gallagher, il video ascensore di Jonas Dahlberg, l’assurda aggregazione di Noland e la stanza d’alluminio di Stingel, naturale depositaria di tracce di memoria.
Una critica decisa va fatta allo stato del Padiglione Italia, che si presenta a mezzo mondo in stato di evidente degrado, con pareti sbrecciate, calcinacci negli angoli, crepe ovunque, pavimenti sollevati, allestimenti alla carlona con fili scoperti e prolunghe multicolore, mentre all’esterno la fanno da padrone porte arrugginite e immondizie ammonticchiate. Vergognoso che 2 euri del budget non potessero essere spesi per il decoro dello storico edificio.

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mostra visitata il 14 giugno 2003


Ritardi e rivoluzioni
a cura di Francesco Bonami e Daniel Birnbaum
Dal 14.VI.2003 al 2.XI.2003
Venezia, giardini di castello, padiglione italia
orario di visita: 10-18; chiuso il lunedì
per informazioni: call center 199199100; web www.labiennale.org. Informazioni didattica/gruppi/arte&dalvivo Ufficio Gruppi tel. 0412728397; fax 0415218825; e-mail infogruppi@labiennale.org
Biglietti. Sedi espositive Giardini/Arsenale/Museo Correr: intero, tre sedi € 18, due sedi € 13, una sede € 10; ridotto tre sedi € 15, due sedi € 11, una sede € 9; ridotto giovani,tre sedi € 12, due sedi € 9, una sede € 8; gratuito fino a 6 anni e accompagnatori invalidi. Biglietterie (orario) sedi esposizione: ingresso Giardini, Arsenale, Museo Correr (fino a 45 min. prima della chiusura). Permanent Pass (personale) € 50, dà diritto, oltre ad un numero illimitato di accessi alle tre sedi dell’Esposizione, al biglietto ridotto per gli spettacoli dei Festival di Danza, Musica, Teatro. Formula “family”(2 adulti e 2 ragazzi under 14) tre sedi € 46, due sedi € 34, una sede € 22. Gruppi: gruppi adulti tre sedi € 15, due sedi € 11, una sede € 7; gruppi studenti, tre sedi € 11, due sedi € 8, una sede € 5 minimo 10 persone / prenotazione obbligatoria.
Catalogo Marsilio € 60 in mostra, € 70 in libreria, in inglese $ 75.00 US; guida breve € 6 in mostra bookshops Arsenale e Giardini.


[exibart]

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