24 aprile 2002

Francesco Bonami, le opinioni del ‘circuito’

 
Sono molti gli esponenti del mondo dell’arte che hanno risposto – esponendosi in prima persona – alla nostra inchiesta su Francesco Bonami. Exibart un mesetto fa chiese al ‘giro’ dell’arte contemporanea cosa ne pensava sul nuovo direttore della Biennale d’Arte. Qui di seguito una trentina di opinioni. Non ci siete? In fondo alla pagina la possibilità di inserire un commento...

di

Chiara Bertola
Sono felice che Francesco Bonami sia stato nominato direttore della prossima Biennale d’arte perché finalmente si è ‘bucata’ la generazione dei… arrivando a nominare un curatore giovane.
La nomina di Francesco dà credibilità al lavoro critico di una generazione di curatori che da anni lavora con serietà e passione sulla scena dell’arte emergente. Secondo me l’unica possibile.

Galleria Milano
La nomina di francesco Bonami ci è parsa finalmente una buona notizia:Bonami conosce e ama veramente l’ arte contemporanea. Gli
auguriamo quindi di riuscire a fare un ottimo lavoro

Katia Spadon – Galleria Morone
La persona, in se’, puo’ far ben sperare rispetto alle ultime biennali, ma cosa ne sarà dell’ARTE che ancora la grande massa del pubblico/amatore e potenziale collezionista deve ancora conoscere Il pensiero dovrebbe essere al servizio delle emozioni, anziché le rimozioni al servizio della speculazione…

Monica De Cardenas
Penso che é fantastico. Finalmente! Finalmente un direttore giovane, che conosce veramente l’arte contemporanea più attuale, che gira il mondo.
Tanti auguri a lui… e a tutti noi!

Ludovico Pratesi
spero che la mia opinione arrivi in tempo, ma ve la mando lo stesso.
Credo che la nomina di Bonami segni una svolta molto positiva per il sistema dell’arte italiano, sia in senso qualitativo che generazionale. Innanzitutto, Bonami è uno dei pochi curatori italiani con una seria e comprovata esperienza internazionale, e quindi ha tutte le carte in regola per curare una Biennale realmente contemporanea. Secondo, ha “soltanto” 46 anni, e quindi porta avanti una linea generazionale che permette di superare l’eccessivo dominio (e predominio) della coppia Celant-Bonito Oliva. Finalmente anche l’Italia si mette in linea con gli altri paesi europei, che da anni sostengono e promuovono artisti e curatori delle nuove generazioni.

Patrizia Ferri
Conoscendo un pò il lavoro di bonami sarà indubbiamente una biennale di tendenza,con l’esclusione di una serie di artisti non allineati o che esulano dagli interessi del curatore, che comunque indubbiamente è un critico preparato e attento. La sua nomina se non è un episodio isolato potrebbe inaugurare una nuova stagione, speriamo più dialettica e trasparente, di una Biennale fuori dal monopolio dei maggiori gestori del vecchio sistema dell’arte e dalle loro ottiche narcisistiche e autocelebrative, che incoraggi i critici delle ultime generazioni a confrontarsi e collaborare per un futuro dell’arte e della critica.

Placentia Arte – Lindo Baldini
Rimando il mio giudizio dopo aver visto la prossima biennale.

Sabrina Vedovotto
mi sembra che la polemica del nostro sottosegretario sia veramente povera di idee. Il suo interesse per un curatore americano era chiaro a molti, e già si erano capite le motivazioni dei suoi sempre più frequenti viaggi negli states. Con Bonami c’è l’occasione di rimanere internazionali, con un prestigioso critico italiano, che a differenza di altri, ben ci rappresenta!!!
In bocca al lupo a lui.

Studio la Città – Hélène de Franchis
Non possiamo che congratularci con Francesco Bonami, senza ovviamente nascondere che queste congratulazioni tradiscono aspettative precise e, crediamo, comuni a molti operatori del mondo dell’arte contemporanea. In particolare confidiamo nella sua esperienza professionale anche a livello internazionale, nel piglio critico attento, nell’obiettiva attenzione a ciò che è nuovo e innovativo insieme, a ciò che appartiene alla storia, alla memoria e alle sue reinterpretazioni più attuali.
A Francesco … in bocca al lupo e buon lavoro!

Guido Curto
Francesco Bonami è il talent scout più acuto, sensibile e intelligente che esista oggi in Italia. Per capire la sua eccezionale capacità d’individuare in anticipo i grandi artisti sul nascere basta sfogliare il catalogo della mostra “Campo” organizzata nel 1995 dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. C’erano Vanessa Beecroift, Olafur Eliasson, il cubano Kcho, Shirin Neshat, Elisabeth Peyton, Tillmns, Gillian Wearing, Sharon Lockahart, Esko Mannikko. E già subito l’anno dopo, in “Campo 6”, sempre per la Fondazione Sandretto, Bonami presenta Doug Aitken, Cattelan, i fratelli Chapman, Sarah Ciracì, Gabellone, Kentridge, Tracey Moffat, Parreno, Pippin, Sam Taylor Wood, Tiravanjia. Proporre questi nomi nel lontano 1996 vuol dire essere un genio! Buon lavoro e in bocca a lupo caro Bonami. Per la Biennale di Venezia siamo davvero in buone mani.

Marcello Carriero
Sicuramente riporterà alla biennale Maurizio Cattelan, forse lo stesso
Politi in poliestere.

Lorenzo Canova
Quella di Bonami mi sembra una delle poche scelte di levatura internazionale possibili nel panorama della critica italiana, e credo che dobbiamo essere in ogni caso soddisfatti che un nostro connazionale relativamente giovane possa curare una mostra di tale importanza.
Spero (e immagino) che Bonami, nelle scelte relative all’arte italiana, rispetti una logica “aperta”, non selezionando soltanto gli artisti delle solite tre o quattro gallerie; ritengo comunque che avremo una mostra orientata su più linee curatoriali incluse in un progetto più generale e penso che non soltanto vedremo un importante panorama comprendente artisti di tutti i paesi e di tutte le tendenze, ma che la prossima Biennale sarà molto più interessante e innovativa di quella del 2001.

Trieste contemporanea
La nomina di Francesco Bonami è una notizia meravigliosa! Non avrebbero potuto scegliere persona migliore per questo incarico

Roberto Cascone
Una scelta importante e interessante, soprattutto alla luce del panorama attuale, politico, culturale e di politica culturale (nonchè di cultura politica). Ci voleva proprio.

Lidia Panzieri
La nomina non mi dispiace, in quanto mi sembra che Bonami possa portare avanti una linea interculturale e sperimentale, attenta alle nuove emergenze dell’arte contemporanea, corrispondente alle finalità della Biennale.
Poi, naturalmente, il giudizio concreto sulla sua mostra si potrà dare solo a mostra aperta.

Alfonso Artiaco
Ho letto sul Corriere che per strane alchimie politiche Bonami avrebbe avuto un mandato da “esploratore”. Spero che così non sia. Il Presidente della Biennale nella sua autonomia gli ha conferito l’incarico, per tanto deve solo essere messo in condizione di fare un buon lavoro.

Pier Giuseppe Carini
Bonami è un attento e rigoroso conoscitore delle vicende contemporanee, non è un politico (finalmente!), ama la pittura, non è schierato, che volete di più??? Sarà certamente una bella biennale.

Luigi de Ambrogi
3 parole: largo ai giovani

Federica Martini
Mi sono molto piaciute le Biennali di Szeemann. Ma poiché cambiamento dev’essere, penso che fra i critici d’arte italiani Bonami sia sicuramente uno dei pochi nomi proponibili, vista la sua conoscenza della scena artistica internazionale. Probabilmente mi incuriosiscono di più le reazioni degli artisti stranieri e delle istituzioni estere – mi aspetto dibattito su questa edizione della Biennale, al di là della direzione artistica.

Lia de Venere
Francesco Bonami è un critico competente, aggiornato e autorevole. Ci si aspetta da lui una Biennale veramente “contemporanea”, al tempo stesso ci si augura che non sia eccessivamente partigiana.

Adriana Polveroni
Lo conosco poco, personalmente l’ho incontrato solo a Trento per il convegno di dicembre scorso organizzato da fabio cavallucci. Di lui dicono tutti bene. E in effetti il lavoro alla Fondazione sandretto Re Rebaudengo, come anche quello svolto per Flash art, mi pare buono. L’augurio è che non ci sia un rischio-Celant: una sovraesposizione dell’arte americana, data dalle frequentazioni abituali di Bonami e del resto percepibile anche alla Sandretto Re rebaudengo, unico appunto serio che si può fare a quella gestione.

Antonella Berruti – Pinksummer
Francesco Bonami ha sempre dimostrato intelligenza e competenza curatoriale e pertanto le premesse perché faccia un buon lavoro ci sono. Non si può che manifestare soddisfazione
per questa nomina.

Giorgio Viganò
Sulla nomina di Francesco Bonami quale direttore della prossima edizione della Biennale di Venezia, settore arti visive, esprimo di massima un parere favorevole
Mi auguro che avendo oltre un anno di tempo a disposizione ricerchi giovani ed inediti talenti e non casca nella tentazione, sempre in agguato, di invitare gli artisti che consiglia di acquistare alla Fondazione Torinese di cui è consulente ed imbocchi un percorso diverso rispetto all’omologazione imperante a livello globale.
L’autonomia della Biennale dovrà essere sempre difesa come limite invalicabile all’ingerenza di sottosegretari rampanti ed esibizionisti.

Galleria il Polittico
Francesco Bonami chi?

Gigiotto del Vecchio
Benissimo! Con questi loschi figuri al governo avevo un po’ di paura. E’ stato scelto il nostro più autorevole curatore (ed uno dei più autorevoli in generale) under 50 nel mondo. Uno bravo, che ha favorito il lancio di tanti artisti quali Doug Aitken, Matthew Barney, Rirkrit Tiravanija. Io, ancora oggi, inserisco mostre come Campo e Campo 6, tra i miei modelli. Sono molto contento! Sarà certamente una Biennale frresca, veloce, non superficiale, raffinata. L’unica cosa è che spero non la patini, che non si faccia prendere da voglie museal – rigoroso – minimal/chic – che palle – vecchia maniera, alla Celant nel 1997, per intenderci! Osare! Proporre! Non avere paura di niente, soprattutto dell’incarico che si sta ricoprendo. Ma Bonami, ne sono assolutamente certo, non mi deluderà.

Alberto Cesare Ambesi
Non ho pre-giudizi, né a favore, né contro. Solo quando avrà operato in un modo, piustosto che in un altro, si potranno formulare appassionate e/o ragionevoli opinioni, in argomento.

Arianna di Genova
La nomina di Francesco Bonami è tutto sommato un buon segnale. Curatore capace, con occhio attento e vivace, che guarda all’Italia con occhio “americano” Bonami può circondarsi di un team valido e progettare una Biennale ad ampio raggio….certo, forse conosce poco l’arte di paesi come l’Asia o l’Africa ma può ovviare circondandosi delle giuste persone. Interessante poi, vista la sua età, l’entrata della nuova generazione di critici e curatori nella Biennale di Venezia…

Daniela Perego
Finalmente un direttore giovane di grande cultura e che si occupa realmente del contemporaneo. Finalmente avremo una biennale innovativa (sperando che lui faccia un lavoro di vera ricerca). Ne parleremo tra qualche mese.

Ugo Giuliani
Una scelta veramente eccellente! Nessun dubbio quindi che la Biennale continuerà ad occuparsi di arte “veramente” contemporanea (per qualche tempo si era infatti temuto il contrario…).
Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Francesco Bonami ha fatto un lavoro splendido e sono convinto che anche in questa importante e prestigiosa vetrina internazionale non ci deluderà.

Francesca Pennone – Pinksummer
Ne sono felice!
Bonami è un curatore attento, informato e sensibile.
Quanto a Sgarbi è quanto di più lontano dall’arte contemporanea ci si possa immaginare per tanto non ha voce in merito.

Miltos Manetas
Francesco Bonami is cool: of course he doesn’t understand anything about Internet, Neen etc, but he is very good in specialized contemporary art of the past century. An OK choice for an academic art exhibition as the Venice Biennial.

a cura di massimiliano tonelli

[exibart]

11 Commenti

  1. ma perchè invece di chiedere il parere ai soliti ‘stablichmen” (come fa il vecchiume dell “giornale dell’arte”), non fate oro da quelle bandierini la sù e lo chiedete al mondo del arte internazionale, dico tanto per non creare lo stand by a cui ci hanno portato i soliti
    lunga vita
    cordiali saluti

    skorpione.com

  2. Caro Skorpio, l’inchiesta è stata sottoposta al mio personalissimo indirizzario di email che -seppur ottimo e amplissimo- è un indirizzario italiano.

  3. per una rassegna internazionale… le mostre curate per la Fondazione Re Rebaudengo, erano abbastanza interessanti anche se mancavano di supporto didattico adeguato, vediamo se alla Biennale saprà fare di meglio, il legame col mercato è ovvio altrementi non sarebbe lì… solo i puri di cuore che vedranno al pinacoteca di Dio pensano che per fare quel mestiere non bisogna avere le mani legate al mercato, dipenden dai lacci….

  4. caro direttore,
    che défaillant pur un portale come il suo.
    Basterebbero 20 (dico venti) indirizzi per sapere cosa pensa il mondo.
    Il mio veleno ha colpito ancora
    lunga vita

  5. la scelta di bonami oltre che essere una gran cosa per lui, Visto l’area che tira,per noi è un grande sollievo..
    Oltre al sollievo e di grande attessa quello che lui farà. Ne parla il suo fantastico percorso. Così poco provincia . così antiglobal nell’era della globalizzazione.
    stiamo qui per vedere.

  6. caro skorpio, invece di dissertare tanto sull’inter-nazionalità dei commenti, non esprimi anche tu qualche idea, invece di criticare solamente?

  7. Su Bonami. Una specie di battaglia è stata vinta e quasi tutti, tra critici, galleristi e giornalisti che vivono quotidianamente sulla propria pelle ogni mutamento dell’arte contemporanea, si dicono soddisfatti della scelta. Bonami è considerata una delle voci all’avanguardia (non a caso Flash Art e Tema Celeste, a pochi giorni dalla sua nomina, lo hanno interpellato su questioni fondamentali come, rispettivamente, la situazione dell’arte italiana e il rapporto tra musei e gallerie private). La scelta è stata coraggiosa ma ora viene il difficile. Le attese sono molte: una Biennale che rappresenti adeguatamente la complessa situazione che stiamo vivendo, che sappia trovare consensi all’estero ed in patria, che sappia perfino promuovere, come merita, la nostra giovane arte, facendole riacquistare un minimo di credito internazionale. Fallire potrebbe significare prestare pericolosamente il fianco ai detrattori, a molti dei quali credo che in fondo non dispiaccia questa situazione, convinti che finirà per prevalere lo spirito polemico e fazioso, tipico italiano, che finirà per dar loro ragione. E le prime avvisaglie ci sono, almeno a giudicare dalle voci che già oggi imputano a Bonami una supposta esclusione della pittura dalla Biennale.

  8. sono convinta che la scelta di Bonami sia consona a questo clima di Torri gemelle e di estremizzazione dell’esasperazione della socializzazione dell’espressione di un’arte di soggetto che non cerca la sperimentazione ma l’effetto. mi piacerebbe vedere una volta una Biennale davvero giovane e nuova dove poter mettere a confronto tante differenti linee artistiche e non polarizzare l’attenzione sulla solita pappa che poi a grandi linee è quella di celant e di Bonito Oliva. le idee innovative sono sempre rischiose e io non vedo rischi nelle scelte di Bonami. Sono comunque contenta che sia un italiano a dirigere la prx biennale e gli facco in bocca al lupo affinchè l’arte italiana torni ad essere internazionale. nadja perilli

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