28 settembre 2008

THIS IS NOT ANOTHER BIENNIAL

 
Giunge quest’anno alla terza edizione il Festival d’arte contemporanea di Praga. Che rivela già nel nome un intento battagliero, ma anche la volontà di lavorare sul campo in continuo rapporto con la città. Ne abbiamo parlato con la direttrice Monika Burian. Che conferma: “Non sarà l'ennesima biennale”...

di

Mettere insieme public art, scultura, performance, sound e radio art, video, con partecipazioni da tutto il mondo e giovani curatori di varie nazionalità. Con l’entusiasmo e la vitalità che si trovano solo nelle capitali emergenti, in cui l’energia dell’arte contemporanea non è ancora irregimentata da convenzioni o appiattita sul mercato. Ed è possibile disporre di luoghi e ambientazioni che altrove sarebbero impossibili. È questo il Tina B. Ma anche per distinguersi, in un luogo dove una biennale viene già organizzata. Quanto a dire che non c’è bisogno di un’altra manifestazione di questo tipo (proliferate in ogni angolo del mondo), ma di un lavoro costante sul campo. Il progetto prevede due Paesi ospiti: il primo anno sono stati Finlandia e Canada, l’anno scorso Italia e Corea, quest’anno tocca a Inghilterra e Giappone. Monika Burian, titolare della Galleria Vernon – che il pubblico italiano conosce per le presenze ad Artefiera e Artissima – ne è l’ideatrice.

Sei una gallerista assai attiva, con molti rapporti internazionali. Da cosa nasce la volontà di organizzare un festival nella tua città?
Monika BurianLa volontà nasce un po’ dalla necessità. Provo a spiegarti ma devo fare un salto indietro… Nella Repubblica Ceca agli inizi del Novecento era presente un collezionismo di livello con interessi internazionali. All’epoca il direttore della Galleria Nazionale era un uomo dotato di un’intelligenza e di uno spirito rivoluzionari. È grazie a lui e alla sua stretta amicizia con Kahnweiler a Parigi che, ad esempio, proprio nella Galleria Nazionale di Praga abbiamo uno dei più celebri autoritratti di Picasso del periodo cubista. Con la tragedia della Seconda guerra mondiale e l’avvento del comunismo sono andati però progressivamente persi i legami internazionali con il mondo dell’arte contemporanea, se si escludono i pochi artisti underground come Adreina Simotova e Stanislav Kolibal, che erano fuggiti dal Paese e che all’estero avevano trovato successo. In questi anni la Galleria Nazionale non mai avuto un programma interessante di contemporaneo e dopo la rivoluzione di velluto del 1989 c’erano molti giovani di talento che meritavano di essere sostenuti. Mancava la struttura con gallerie forti e i giusti contatti all’estero.

Beh, questo capita spesso anche in Italia!
[Ride] Io mi sono fatta coraggio e ho cominciato a promuovere gli artisti cechi internazionalmente. Ad esempio alle fiere che, come sai, sono diventate fondamentali per la sostenere il sistema di un Paese. Se hai un po’ di fortuna, il meccanismo comincia a funzionare, anche se lentamente (data anche la grande concorrenza). Ora sto cercando di essere presente alle più importanti fiere internazionali, ma è fondamentale che un pubblico di collezionisti e interessati venga proprio a Praga per il festival!

Ma Praga non ha già una biennale?
Beh, sì. Praga ha una biennale, che è nata dalla collaborazione tra Flash Art e la Galleria Nazionale. La Galleria Nazionale organizzerà poi una Triennale, di cui saranno curatori Daniel Balit e Pascal Beasse, due dei critici che hanno fatto la prima edizione del nostro festival. Flash Art vuole fare anche una biennale della fotografia… Tina B vuol dire This Is Not Another Biennial e vuole allo stesso tempo evocare una misteriosa donna che ci invita a Praga. Il nostro festival vuole opporsi alla mania dei grandi eventi che si rivolgono quasi esclusivamente agli addetti ai lavori e spesso non riescono a intercettare il pubblico della città che li ospita.

Kurt Gebauer - Heart in lapidarium - 1997/2007 - courtesy l’artista
In che modo?

Il nostro progetto si distingue per essere radicato nella città e negli spazi frequentati dalla persone nella vita quotidiana, il che conferisce al Tina B una sua specifica identità. Molti degli eventi hanno location come la metropolitana, il ponte di Carlo V, i teatri di Praga come il Laterna Magika o Narodni Divadlo. Inoltre, abbiamo portato avanti eventi di public art importanti, come i billboard, la radio art (abbiamo un accordo con la radio nazionale), light art, spesso con installazioni site specific e performance.

Avete anche un sezione dedicata alla mobile video art…
Quest’idea è nata dal fatto che uno dei nostri mecenati era in una giuria di un concorso di video girati con il telefonino. Abbiamo convinto società Samsung a darci quaranta telefonini che abbiamo affidato ad altrettanti artisti, che hanno realizzato dei video bellissimi. Curatrice del progetto è stata Francesca di Nardo, con quale continuiamo a collaborare. Tra gli artisti c’erano nomi importanti come Stefano Cagol.

Che tipo di risposte avete avuto dalla città di Praga e dalle istituzioni?
Godiamo del patrocinio della città di Praga, che ci concede però un finanziamento modesto, mentre il Ministero ancora ci snobba. L’aspetto economico è fondamentale, ma qui non è ancora avvertito il prestigio che deriva da promuovere la cultura. Però il contesto si dimostra sempre più interessato. Per esempio, l’anno scorso abbiamo avuto la visita del neo-direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, che ha apprezzato il nostro lavoro e che per questa edizione ha messo gratuitamente a disposizione la sede – un magnifico convento – che ospita una delle sezioni curate da Micaela Giovannotti.
Vittorio Santoro - Untitled - 2007 - photo Petra Polifkova
Ma non avete trovato altri sponsor privati?

Abbiamo avuto delle piccole sponsorizzazioni e ora finalmente abbiamo degli ottimi contatti con cui speriamo di concretizzare per la prossima edizione. Non è facile trovare dei partner, e praticamente quasi tutto quello che guadagno con la galleria va nel festival…

Ci sono gallerie che vi sostengono?
Yvon Lambert ha creduto in noi sin dall’inizio. Altre gallerie ci aiutano, fornendo supporto tecnico o pagando le trasferte degli artisti. È una modalità di collaborazione autentica, che apprezziamo molto.

L’edizione 2007 si è svolta in location favolose, impensabili per Paesi come l’Italia (basti pensare alla lentezza per le autorizzazioni). Come fate a ottenere luoghi così suggestivi?
C’è molto lavoro dietro. Non è facile convincere i responsabili delle istituzioni, ma troviamo sempre meno diffidenza e siamo riusciti ad avere gratuitamente spazi davvero molto suggestivi. Considero un segno distintivo di Tina B avere spazi non abituali per le mostre e, possibilmente, ogni volta diversi.
La performance di Marcella Vanzo nella metro di Praga
Il 2008 segna i quarant’anni dalla famosa Primavera. Suppongo il tema della prossima edizione sia quello politico…

Politico ma non solo. Una sezione è intitolata Forma off engagement. In Repubblica Ceca è molto più sentito il 2009, che segna i vent’anni dalla rivoluzione di velluto.

articoli correlati
Tina b., ovvero la non-Biennale di Praga

a cura di daniele capra

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 52. Te l’eri perso? Abbonati!


dal 25 settembre al 13 ottobre 2008
Tina B. The Prague Contemporary Art Festival 2008
Janovskeho 23 – Prague 7
Info: tel. +420774155591; info@tina-b.com; www.tina-b.com

[exibart]

3 Commenti

  1. 1) peccato solo che siamo arrivato al vernissage è non c’era niente di niente.
    2) Un cartello in cecco.
    3) Una artista italiana ci diceva che era stato rimandato il tutto per un accidente durante il montaggio.
    4) Dico, almeno un comunicato tanto per avere considerazione verso il prossimo!!!

  2. Messagio per Antonio Revalo / di chi purtroppo non ho la sua mail.

    Non si e tardata l appertura del festival. Il festival si e svolto in 4 luoghi contemporanamente. Nella LATERNA MAGIKA, GALERIA DEGLI CRITICI, L INSTITUTO ITALIANO di PRAGA come anche il spazio ALTERNA in DUKELSKYCH. Tutti gli spazi erano aperti al publicco a partire della conferenza stampa del giorno di 25.9. con ecezione del spazio di ALTERNA di DUKELSKYCH Hrdinu dove si doveva svolgere la FESTA d appertura e non l appertura stessa. Purtroppo gli proprietari italiani dello spazio non avevano una assicurazione verso gli terzi, cosi l appertura si era spostata di qq giorno. Il direttore di communicazione purtroppo non aveva segnalato questo cambiamento in modo piu eficace come questo abbiamo saputo soltanto il giorno stesso. Incidente quale e successo non era il causale per NON APPERTURA come l organizazione stessa era assicurata. Antonio non ho la Tua mail ni telefono e cosi non potevo avisarti. Spero comunque che hai visto tutti gli altri posti e che magari riesci venire di nuovo l anno prossimo.

    Monika Burian / diretrice del festival

  3. Si dice che la verità fà bene al mondo dell’arte. All’Arte stessa, che della verità ha necessità assoluta per la sua continua ri-esistenza. E’ certo che nobilita chi per propensione naturale o per scelta deontologica la pratica. Accettarla dagli altri, è grande segno di intelligenza e, non senza fatica, migliora quasi sempre il percorso di vita e di lavoro di chi l’ascolta. Monika Burian,invece, sembra stare da tutt’altra parte, tenuto conto che, alla sincera indignata testimonianza di Antonio Arèvalo (presente a Praga per una inaugurazione di un nutrito ed importante gruppo di video artisti latinoamericani presso lo spazio Futura), che commenta di avere trovato il 25 Settembre, al posto dell’inaugurazione del Festival una “stropic-ciata” incomprensibile comunicazione in ceco (scritta a penna su di un foglietto di carta),senza alcun rispettoso preavviso agli ospiti invitati; replica con inaudita leggerezza, evadendo i problemi veri, messi in questione dal critico -che aveva avuto modo,nei giorni precedenti all’inaugurazione, durante una visita nelle varie sedi della manifestazione- che le era giusto mancato proprio il numero del suo cellulare!!! Facendo intendere che era tra i pochissimi ad non essere stato raggiunto, dalla notizia del cambiamento di programma!!! Tutto quindi alla fine è stato solo un disguido di “comunicazione”. Altrimenti: voilà, sarebbe stato avvertito per tempo, dal suo efficientissimo staff anche! ESATTAMENTE come gli altri. Purtroppo, la signora Burian, non ammetterà mai, che siamo rimasti tutti basiti quando per passa parola dai cellulari, siamo venuti a conoscenza dell’incidente, occorso ad un suo dei suoi più promettenti giovani artisti praghesi, e con la paura di non poter più portare avanti quel tanto che fino a quel momento tra mille difficoltà eravamo tutti riusciti a fare. Così come non ammetterà mai che l’“incidente” è tra le cose più gravi accaduti quest’anno, ma non l’unica ragione che ha impedito di aprire nel tempo previsto tutti gli altri spazi. Il non riconoscimento da parte di Monika, della esigua disposizione di mezzi, di tecnici, e di risorse umane, per un festival divenuto elefantiaco, le impedirà di trovare i suggerimenti giusti per migliorare il Festival degli anni futuri. La disgrazia della caduta accidentale di uno dei suoi più giovani e tra i più promettenti artisti praghesi, è stato l’apice di una generale “situazione” messa a nudo dall’accaduto. Infatti, questo, è stato il risultato di una concomitanza di fattori non trascurabili: stress accumulato dagli incessanti tempi di lavoro; dalla scarsa assistenza tecnica e di mezzi; dalle condizioni resi al limite dal freddo e dalla mancanza di luce elettrica adeguata al lavoro anche pomeridiano e notturno, nello spazio strutturalmente molto precario….. E non essendo questo il solo motivo anche se tra il più grave, dello slittamento di tutte le inaugurazioni, và ammesso per il rispetto di tutti quelli che hanno partecipato creden-doci, a proprie spese, e con la più alta e totale abnegazione. All’Istituto Italiano di Cultura, messa alle strette dall’impasse dell’organizzazione, ho dovuto tra mille difficoltà affrontate con e per gli artisti per il reperimento dei materiali, richiesti (con le schede tecniche da mesi), ma mai forniti, iniziare con scarsi aiuti e mezzi la cura delle installazioni, al fine di rispettare i tempi previsti di aperturaal pubblico della mostra. Per non esporre al rischio di incidenti gli artisti, così come i giovani volontari dell’Istituto delle Belle Arti di Praga, messi al nostro fianco dall’organizzazione, ho dovuto con forza oppormi alla decisione della Burian di arrangiarci ad ogni costo anche nelle manovre piuttosto pericolose. A questo punto, nonostante avessi con me il mio elettri-cista,ho preteso quello dell’istituto, che l’organizzazione ha poi dovuto pagare, essendo a conoscenza dell’impianto del monastero, e quindi dei punti di passaggio delle forassiti coi fili elettrici. Ci ha salvato da un rischio grave che si è da lì a poco presentato. Risolto un problema, mille altri sono rimasti insoluti, nessun service è mai arrivato in tempo per poter vedere prima del rientro in Italia tutto ben installato e coi proiettori tutti in funzione. Neanche durante il mio ritorno a Praga per la settimana VIP di Ottobre.tutto si presentava messo a punto!!! Anzi, scopro che le proie-zioni dei miei artisti erano sparite nel nulla insieme alle relative targhette con le informazioni. Al loro posto altri artisti, importanti, scelti dalla curatrice Micaela Giovannotti, facevano la loro bella figura. Non ne ho fatto certamente un dramma, soprattutto perchè non erano con me gli artisti interessati, ma sentir dire alla gente che andava tutto bene ed al massimo. No, vi assicuro che ho provato un certo malcelato disagio. Con Micaela tutte le mattine a colazione, speravamo in un giorno migliore, puntualmente poi deluso. la mia impressione credo da lei condivisa, è stata constatre che quest’anno la Burian non si era ben resa conto che l’esposizione era aumentata del doppio delle presenze rispetto allo scorso anno. Di avere esagerato nel nume-ro delle partecipazioni e quindi delle sedi. Anche con la curatrice Giapponese, del tutto “schiacciata” dalla inattesa confusio-ne, concordavo con lei sul fatto che nulla aderiva a quanto per mesi era stato comunicato alla staff. Dello stato di inadeguatezza ed improvvisazione dello staff e degli organizzatori. Ho dovuto consolarla dell’assenza di senso dell’ospitalità, essen-do stati la sera sempre lasciati da soli, alla ricerca di un posto per mangiare una tipicità del luogo, ma anche per scambiarsi opinioni ed avvantaggiarsi il giorno successivo. Nulla di così simpatico ed utile è mai successo. Saper ammettere questa sciatteria, e gli aspetti non riusciti di molte sezioni del Festival di quest’anno, performances incluse, avrebbe messo chiunque, non la Burian che non si è mai sognata di farlo, nelle condizioni di pensare ad un piano tecnico migliore per il progetto del prossimo anno. Purtroppo la direttrice di Tina b, anche criticata da un buon numero di partecipanti delle scorse edizioni, coi quali è entrata in collisione per lunghi periodi, non ha tratto giovamento dalle loro indicazioni, non ha pertanto mai preso coscienza degli errori commessi. Come in un delirio di onnipotenza, non li riconosce come tali, ma anzi pensa sempre che sono solo scogli non superati per colpa di qualcun altro di turno, da rimuovere dai propri occhi e dalla propria mente. Asserendo dal suo pulpito che tutto procede con la piena sod-disfazione della maggioranza dei parteci-panti!!! Insabbia i problemi che diventano dopo sempre più grandi. Quello che stiamo denunciando da un mese è frutto di un brutto sogno? Dal brutto sogno, mi auguro senza danni permanenti, si sia svegliato l’artista ceco, che è precipitato da una scala senza parapetto, finendo in ospedale con due vertebre rotte, mentre lavorara in condizioni di rischio, nello stabile ALTERNATIVO -leggasi INAGIBILE- come di già,sopra descrit- to. Chiunque abbia esperienza di organiz-zazione ed installazione di mostre, sa bene, che l’agibilità dello spazio e tutte le pratiche per renderlo sicuro, anche sotto il profilo delle assicurazioni delle persone fisiche che vi interagiscono, costituiscono i pre-requisiti –obbligatori- per procedere nel lavoro a fini espositivi. La direttrice, signora Burian, ha invece l’attitudine a non farsi carico seriamente dei problemi, che invece occorrerebbero di approfondita rifles-sione, piuttosto che di risatine isteriche per nasconderli agli occhi degli invitati. Cosifacendo evita di analizzarli come le circostanze richiederebbero e alfine di trovare le corrette soluzioni. Invece dopo l’incidente racconta che -E’ colpa dei proprietari italiani dello stabile che non l’hanno mai assicurato!!!!- Vuoi vedere, mi chiedo, che se andrà male qualcos’altro, dirà che è tutta colpa della forte presenza di italiani a TINAb? Ma come rifletto, accusa i proprietari del palazzo di incoscienza gli stessi che da mesi ha pregato di concedergli gratuitamente il palazzo, cortili e garage compresi, supplendo la mancanza degli spazi storici e museali che le istituzioni di Praga, quest’anno non ha potuto (o voluto) concedere alla Galerie Vernon? Ma ormai non mi meraviglio di nulla che la riguardi, neppure di come affronta le accuse che le vengono mosse da artisti e visitatori di Tina b, che esternano on line, su exibart come s altri siti per l’arte, le ragioni del loro dissenzo dalle sue valutazioni sulla manifestazione come del mio operato di curatore. La signora si è sempre posta sulle difensive anche nei confronti dell’indifen-dibile. Glissando sempre con battute sulle faccende serie. Tantissimi, invece ne avrebbero tratto suggerimento e se necessario avrebbero chiesto scusa del disagio causato. Altri avrebbero risposto con buon senso senza mancare di professionalità e magari di un pò di umanità. Tuttavia, ha vinto la grande democrazia del web-net, che anche se non immediatamente, dopo poco ha smascherato il bluff di chi ha tenuto nascosto la verità. Un ulteriore fatto in questione tra l’organiz-zazione ed i miei numerosi artisti, è stato risolto grazie ad alcuni esposti on line. Nello specifico, gli artisti e poi io abbiamo denunciato la presentazione da parte dell’organizzazione di un inaspettato contratto a fine manifestazione -quindi illegalmente-, agli artisti. Contratto che stabiliva unilateralmente il diritto della Galerie Vernon di commercializzare le opere a fine manifestazione. Per un periodo di sei mesi,con una percentuale del 50% sulle vendite,senza alcuna stima del valore di base,finendo con lunga lista sanzionatoria per questo o quel motivo, e con l’aggravante di obbligare gli artisti,con ripetute e-mail, alla firma dello stesso, pena la non consegna delle opere in Italia. La presentazione sul web del grave fatto,li ha fatti desistere da ogni scorretto proposito. Le opere sono state restituite ai legittimi proprietari senza altri obblighi ed oneri truffaldini. Contano i fatti, solo i fatti contano!! vai scrivendo a discolpa dei tuoi errori, da un mese a questa parte. E in questa storia l’avere ottenuto per i miei artisti le opere,senza alcuna condizione, ha messo in luce il tentato bleff della tua organizzazione. E non lo grido con soddisfazione ma con tristezza, per averti anch’io aiutato in ogni modo coi fatti, sostenendoti con la mia ospitalità generosa dalla Sicilia a Parigi, pagando sempre subito e in contanti ogni collabora-zione, in periodi per te molto difficili. Non chiedendoti mai nulla in cambio. Né mai avuto quanto avresti dovuto darmi sulle vendite da me per tuo conto effettuate. Mentre io ho sem-pre correttamente onorato le condizioni pattuite. Mi lascio il buon ricordo dei tuoi bimbi Leo e William e la gentilezza di Roger. Di te preferisco dimenticare le sgradevoli sensazioni che mi hai dato in quest’ultimo anno di lavoro insieme. Mi risparmio da adesso, con grande gioia, l’apparizione di gesti scordinati e violenti dettati da improvvisi attacchi di nervi da stress che va oltre ogni limite umano consentito. E con tutto ciò voglio dimenticare anche la tua forte attrazione/dipendenza dalle cose come dal denaro. Da qui in poi mi cheto. Quello che c’era da precisare l’ho detto, nella speranza anche che il messaggio arrivi a chi ha necessità di comprendere ancora meglio quanti misfatti si possono fare in nome dell’Arte.

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