18 marzo 2018

Blockchain, Cultura e Turismo

 
Le parole Intelligenza Artificiale, Big-Data o disruptive technologies vi dicono nulla? Il “nuovo” della Rete potrebbe cambiare le vecchie concezioni di conservazione e turismo?

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A prescindere dal proprio orientamento politico (per quanto anacronistico possa risultare avere ancora un orientamento politico, oggi) è innegabile che la vittoria del Movimento 5 Stelle possa segnare un’interruzione, una soluzione di continuità rispetto al nostro passato politico. 
Perché questo possa avvenire, tuttavia, è necessario iniziare ad aggiornare i temi dell’agenda di governo. Blockchain (ovvero “registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando in definitiva la necessità di terze parti “fidate”, secondo la definizione dell’Agenzia Reply), Intelligenza Artificiale, Big-Data, sono dei temi ormai divenuti imprescindibili per tutti i settori di gestione della vita di una nazione: dalla sicurezza alla cultura, dall’industria alla gestione della sanità e prevenzione. 
Tuttavia, a guardare le tematiche su cui maggiormente si sono confrontate le fazioni politiche durante la campagna elettorale, sarà necessario un grande impegno da parte di chi sarà chiamato a governare. Non perché non siano in grado di inserire tematiche di confronto, ma perché introdurre all’interno dell’azione di governo strumenti altamente tecnologici implica un completo ripensamento di tutte le tematiche classiche che non hanno ancora trovato soluzione.
Affrontare la guida del Paese sotto l’insegna della questione meridionale è quantomeno anacronistico se non un atto di autolesionismo puro: un po’ come quei negozi di periferia in cui cambiano costantemente i proprietari ma che continuano a vendere sempre le stesse cose. Prima o poi qualcuno capirà che se altri cento hanno fallito prima, probabilmente ripetere le stesse mosse non può portare a risultati troppo differenti.
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La Blockchain nel turismo
Oggi abbiamo bisogno di un governo che guidi, timoni, indirizzi, acceleri l’Italia. E non c’è altra strada se non quella dell’adozione di quelle che sono state definite come disruptive technologies (ovvero Innovazione Dirompente). L’Italia è indietro su molti aspetti, e questo, secondo la legge di attrazione verso la media, ci mette in condizione di recuperare numerose posizioni sia di PIL che di welfare in genere.
La blockchain è oggi sulla bocca di tutti e le sue applicazioni hanno coinvolto tanto le criptovalute che gli incontri online. Il governo olandese ha avviato una serie di progetti legati alla blockchain che potrebbero in qualche modo segnare la strada anche per il Governo nostrano: il report dei primi progetti pilota elenca una dopo l’altra le possibili applicazioni che l’implementazione di questa tecnologia renderebbe possibile per la Pubblica Amministrazione. Esempi? Creazione di Identità Digitale, Condivisione delle Informazioni durante un processo, Indagine preventiva da parte della Corte dei Conti, Autorizzazioni nei processi sanitari, Impresa Veloce, Miglioramento dell’Assistenza Giudiziaria, e ancora.
Ma la blockchain può anche riguardare molto settori come quello della cultura e del turismo: dall’identità digitale culturale (la creazione di un’identità virtuale culturale, valida ad esempio per poter prendere un libro in prestito presso qualsiasi biblioteca d’Italia e/o qualsiasi altro servizio pubblico), al monitoraggio delle spese della Cultura (registrando tutte le transazioni, è possibile monitorare i livelli di spesa pubblica in cultura e valutarne la relativa efficacia), fino alla creazione di progetti di tipo sperimentale, che creino dinamiche di creazione del valore (sono già nati progetti in beta test che creano social network in cui il valore creato attraverso l’utilizzo dello stesso, piuttosto che essere accentrato presso gli shareholder, viene allocato all’utente che lo ha prodotto). 
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Si pensi alla rivoluzione che gli smart contracts (ovvero la possibilità di modificare la catena di informazioni di Blockchain, per migliorare le prestazioni) possono avere sul turismo e sulle transazioni ad esso correlate: piattaforme tipo Booking (che oggi guadagnano attraverso una commissione) potrebbero essere in parte sostituite da questa tipologia di contratti. 
Si pensi all’integrazione di tutti questi dati e alla loro analisi attraverso tecnologie di analisi per big-data, gli insight possibili potrebbero essere tanti (e tali) da dare una spinta concreta all’innovazione.
Blockchain, Intelligenze Artificiali, Big-Data, non si limitano ad essere “tematiche” che il governo deve trattare. Possono essere gli strumenti attraverso i quali innovare l’intero stato di salute del nostro Paese. Ma se continueremo a discutere tra tutela e valorizzazione, se sul piatto ci saranno soltanto temi che soltanto a pensarci viene da sbadigliare, allora ci sarà ben poco da fare. Guarderemo un’altra volta il treno passare e noi, fermi con le macchine accese al passaggio a livello, non avremo nemmeno l’innocenza e la gioia di salutarlo. 
Stefano Monti

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