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Che il refrain sarebbe diventato un must, fissandosi nell’immaginario collettivo per lungo tempo, s’era capito subito. Tutti ne parlavano, e le file davanti al padiglione tedesco alla Biennale di Venezia del 2005 si allungavano. Ora si conferma che la brillante frasetta “This is contemporary, so contemporary“, introdotta da Tino Sehgal ed affidata a un gruppo di performer sparsi per gli spazi ai giardini, ha trovato la sua consacrazione anche nell’indelebile traccia della produzione editoriale. Accade nella guida I luoghi dell’arte contemporanea in Italia (Mondadori), di Elena del Drago, che sara presentata a Faenza, al Festival dell’Arte Contemporanea, il 17 Aprile alle 17, da Francesco Bonami, Enrica Melossi e dall’autrice. Con un’introduzione che parte esattamente dalla citazione delle parole “sehgaliane”… Cosa che avveniva già un paio d’anni fa, nel libro This is contemporary! di Adriana Polveroni, che addirittura le prendeva a prestito financo per il titolo. Curioso, però, che nei due testi abbiano ispirato parole quasi coincidenti…
[exibart]
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