10 maggio 2009

Sacco su Exibart.onpaper: “Il direttore della Biennale spieghi in una lecture come ha scelto gli italiani…”

 

di

Pier Luigi SaccoChe il futuro curatore della Biennale di Venezia sia nominato con un anticipo sufficiente da chiedergli un lavoro sul campo di 3-6 mesi interamente dedicato allo studio e alla conoscenza della scena artistica italiana”. Ancora deve iniziare, la Biennale, e già si pensa al futuro curatore, dirà qualcuno? In verità qui siamo di fronte ad un’analisi più profonda, e la firma è di quelle che contano, Pier Luigi Sacco, che di questo parla nella sua rubrica Un Sacco bello su Exibart.onpaper. In uscita, guarda caso, proprio nei giorni della vernice veneziana. Lo spunto per la riflessione viene dalla selezione degli artisti invitati che – assicura Sacco – “sono il risultato di una cernita effettuata a seguito di una visita, o magari di più visite ripetute, ad Italics, la mostra curata da Francesco Bonami a Palazzo Grassi”. Da qui l’invito a scelte più ragionate, ed una sfida: che il medesimo “futuro curatore” di cui sopra illustri le sue opzioni “in una public lecture che dia conto della sua esperienza, magari dopo l’apertura della Biennale stessa, in modo da concentrare l’attenzione sulla dimensione dell’analisi e della ricerca e non appunto sul gioco dei pronostici sui futuri invitati”. Per il resto, con tanto di paralleli internazionali, l’appuntamento è sulle pagine di Exibart.onpaper: giovedì 4 giugno – ricordiamo – addirittura allegato al Corriere della Sera, e poi viralmente diffuso per tutta Venezia…

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2 Commenti

  1. Se Birnbaum ha scelto gli italiani in base alla mostra di Bonami,
    si dimostra competente di arte italiana ancora meno di quanto lo sia di Husserl, il che è tutto dire.
    Se poi pensiamo che l’alternativa è quella di Beatrice – Buscaroli dobbiamo pensare anche che la fiera di Verona o simili siano veramente un’alternativa all’analfabetismo di ritorno dei “curatori internazionali”.
    Ovviamente bisognerebbe allargare un area libera tra questi due estremi, ma la libertà si concretizza solo nelle condizioni date, ahimè: CHE FARE?

  2. Trovo la notizia interessante ma sentite un po cosa scrive pino boresta sulla rivista “Juliet” n. 142 di Aprile/Maggio 2009

    riporto qui sotto alcuni passi:

    Per combattere il “Bispensiero” che, come spiega George Orwell, è la capacità di condividere simultaneamente due opinioni palesemente contraddittorie e di accettare entrambe. Sapere e non sapere. Essere cosciente della verità nel mentre che si dicono architettate menzogne. Condividere contemporaneamente due opinioni che si annullano a vicenda. Usare la logica contro la logica, ripudiare la morale mentre che la si adotta. Credere che la democrazia sia impossibile e allo stesso tempo sostenere di poterla attuare. Dimenticare tutto quello che è necessario dimenticare, e quindi richiamarlo alla memoria nel momento in cui fa più comodo, e con prontezza dimenticarlo nuovamente, ma soprattutto applicare lo stesso processo al processo stesso.

    Per combattere lo “Stopreato” che rappresenta la facoltà di arrestarsi come per istinto in modo rapido e deciso sulla soglia di qualsiasi pensiero pericoloso. Esso rappresenta la capacità di non cogliere le analogie, di non riuscire e non voler percepire errori di logica su argomenti semplici a tutti visibili. Soprattutto respinge e nega a se stessi qualsiasi tentativo di elaborare una dialettica di pensiero che sia suscettibile di condurre in una direzione eretica al sistema arte. Stopreato significa, in sostanza, stupidita protettiva.

    Nell’arte la stupidità è necessaria quanto l’intelligenza, anzi avvolte diventa elemento indispensabile per una rapida carriera. Non è sicuramente il caso di JR (uno dei più noti street artisti di Francia un guerrigliero urbano, Lui!) Svincolato dalle gabbie del mercato e del sistema, lontano dall’art system perché contrario ai compromessi con i mercanti, raggiunge ugualmente la notorietà Lui! Controlla di persona i canali di vendita delle sue opere e può permettersi il lusso di rifiutare una “street campaign” offertagli dalla Levi’s. Per non parlare poi della new entry del mercato dell’arte, Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey. E se la “vittoria ha molte facce” (come quella di Vasco Rossi ultimo a Sanremo o quella di Barack Obama primo nei manifesti Fairey) presto sorgerà anche il “Voltoreato, attitudine espressiva …” aah no! Visto che l’erba del vicino è sempre più verde questa ve l’andate a cercare.

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