02 luglio 2009

“Quel manifesto è porno”. E a Trieste la public art finisce in procura…

 

di

Massimo Deganutti - Teriomorfismo 11 - 2009 - manifesto d’artista
Probabilmente a Salvatore Porro sarà sfuggito che il calendario segna l’anno 2009. Fatto sta che il consigliere al Comune di Trieste ha pensato bene di presentare un’interpellanza al sindaco ed un esposto alla Procura della Repubblica del capoluogo giuliano, ritenendo che il manifesto d’artista di Massimo Deganutti – presentato nell’ambito degli interventi di public art organizzati dal Gruppo 78 – offenda il senso del pudore. “Un’oscenità, una vergogna”, ha tuonato l’esponente della DC per le autonomie. “Quelle immagini vengano esposte all’interno di una mostra dove il pubblico è libero di andare o meno, ma non per la strada alla portata anche dei minorenni”.
Se non fosse da sbellicarsi per le risate (le immagini mostrano due donne a seno nudo con atteggiamenti vagamente ammiccanti: niente di differente da una qualsiasi pubblicità di crema solare), sorprende l’atteggiamento del consigliere della maggioranza, braghettone non proprio al passo coi tempi, che ammonisce come sia necessario, prima di concedere il patrocinio, “documentarsi bene sul contenuto”, ossia censurare preventivamente. No comment per il momento né dal sindaco né in Procura. I nostri più sinceri complimenti invece, per l’iniziativa, al consigliere Porro: ora quelle immagini andranno tutti a vederle. (daniele capra)

[exibart]

10 Commenti

  1. io credo che sia una bella foto artistica anzi incarna la realtà della sennsualità e sessualità in generale.
    ogni opera è libera e non credo affatto che si debba censurare.
    fate i puritani e poi ci sono pubblicità in tv peggiori di queste e magari non le censurate.
    io non so se ci siete o ci fate.
    credo che prima di arrivare a certe conclusioni dovete guardare le pubblicità alla televisione che i miei bambini uno di dieci e uno di sei devono vedere esempio yogourt , schiampo , ecc.. quelle non dicono niente? creme per il corpo,la famosa pubblicità che davono tempo fa su la colla che sigillava il vetro e tante altre.
    allora prima censurate certe pubblicità oppure siate coerenti e lasciate gli artisti a fare gli artisti credo che ormai di politica ce ne sia anche troppa.i gossip agli artisti non interessano a noi interessa fare ciò che è giusto per noi stessi.
    la foto è bella ,ecquilibrata,e non è volgare
    incarna una parte di mondo che nessuno vuole affrontare a mio avviso questo è coraggio e arte.
    complimenti

  2. Andrebbe censurato per la bruttezza più che altro.
    Senza contare poi la banalità dell’ammiccamento lesbo e animale. Tutti gli stereotipi più beceri che l’arte potrebbe evitare. Ma servono idee e questo qua evidentemente non le ha.

  3. Sono l’autore del manifesto. Il tema centale dei miei lavori è la critica all’antropocentrismo quindi la critica dell’Uomo come metro universale e misura di tutto. Critica dell’Umanesimo. Il teriomorfo nei miei lavori, sposando tesi post-umanistiche, è il confronto dialogico con le altre specie. Il manifesto contestato è stato scelto dai curatori della mostra, ma doveva essere letto in un contesto progettuale assieme ad altre immagini. Nelle mie opere l’ibridazione interspecifica è protagonista sul piano sociale e culturale, le mie figure teriomorfe sono delle fotografie istantanee di vita quotidiana nelle città di un futuro prossimo. La mia è una società che, finalmente matura ed evoluta, si è riappacificata con l’alterità animale.Che ha capito e che è riconoscente al debito storico che l’uomo ha verso gli altri animali, anche dalpunto di vista culturale. Il mio è impegno etico, non mangio la carne, e valoriale frattura tra le categorie natura vs.cultura….
    Massimo –

  4. secondo me è solo una immagine pleonastica, inutile che non dimostra o denota nulla: una foto di moda degli anni 80 e neanche tanto originale.
    Lo scandalo che sta suscitando è però triste per almeno due ragioni: a) pone rilevanza su un autore che non ritengo artista e che un sistema provinciale cerca di sostenere b) evidenzia ancora una volta l’arretratezza della cultura sul contemporaneo nella penisola da parte di tutta la filiera, a partire dagli amministratori.

  5. Con tutte le immagini di donne nude, seminude, ammiccanti, provocanti, senza cervello, dal look volgare, che continuano a proporci i mezzi di comunicazione di massa non trovo quest’immagine pornografica. Piuttosto non mi pare particolarmente bella o artistica e (purtroppo) non mi suscita emozioni. Forse ha ragione l’autore: non dev’essere disgiunta dalle altre…quindi è impossibile giudicare. Interessante il suo commento più che il risultato visivo. Il concetto. E’ da tempo ormai che trovo più originali i concetti rispetto all’opera in sè.

  6. sono contrario alle censure, quindi in questo sono solidale con l’autore dell’opera ma questa storia dell’essere “contrario all’antropocentrismo” è buffa, ma andiamo, diciamolo: un bel lesbo-chic e sono (quasi) tutti contenti, uomini e donne…divertente il casting, eh?!?

  7. Deganutti non è autore di opere di massa: le sue creature non sono consumabili. Questo costituisce un valore aggiunto che si somma a quello mirabilmente espresso da lui stesso, qua sopra. E’ dunque inevitabile che sia oggetto degli strali di chi, per limite culturale o psicologico (parlerei di sessuofobia patocca) non lo comprende o sente violato un senso del pudore che è solo specchio di propri blocchi irrisolti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui