14 settembre 2009

A Roma parte il restauro di Fori e Colosseo. Ma il suq fuori dai monumenti resta intoccabile

 

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Alcuni esempi dell’”arredo urbano” romano (foto da roma.repubblica.it)
Novità interessanti durante la conferenza stampa che presentava i 100 giorni di lavoro del chiacchieratissimo commissariamento dell’area archeologica di Roma (più Ostia Antica). Sono partiti i primi progetti (restauri al Colosseo, alle Terme di Diocleziano, al Palatino), si è stilato un crono programma fino al 2011, si sono intessute collaborazione tra Soprintendenza, Comune, Ministero, Università. Già entro dicembre 2009 molte aree del Palatino verranno riaperte dopo anni di chiusure anche grazie all’approvazione dei primi progetti ed all’impiego di una parte dei 30milioni di euro di cui il commissario, Roberto Cecchi, è dotato.
Novità interessante nella direzione di una maggiore fruibilità del patrimonio: sarà dato incarico a Michele De Lucchi, noto architetto milanese, di studiare nuove immagini coordinate, nuova segnaletica e, addirittura, immaginare un design gradevole per le recinzioni dei cantieri e degli scavi. Durante la conferenza ciascun partecipante ha voluto porre l’accento su uno dei tanti “degradi” che affliggono soprattutto l’area archeologica centrale capitolina (Colosseo, Palatino, Fori Imperiali): le transenne abbandonate (il sottosegretario Giro), la mancanza di segnaletica (l’archeologo Carandini), i tubi innocenti al Colosseo provvisori da decenni (il sindaco Alemanno, che ha anche annunciato per il 5 ottobre la data di presentazione del progetto per il Museo della Città che sorgerà vicino al Circo Massimo), i rischi geologici e strutturati (il commissario Cecchi). Tutti interventi giustissimi, tutte ferite da sanare quanto prima. Già, peccato però che nel lungo cahier de doléances non abbia trovato posto forse la più evidente e macroscopica forma di sfregio cui Fori e Colosseo sono quotidianamente sottoposti. Peccato che nessuno dei prestigiosi relatori abbia proposto soluzioni per la lunga teoria di camion – bar che rendono infotografabile e illeggibile ogni monumento sulla direttrice Piazza Venezia – Colosseo. E la cosa vale anche per cento altri monumenti, da Fontana di Trevi a Piazza Navona, da Santa Maria Maggiore a Castel Sant’Angelo, letteralmente sommersi dietro ad una coltre di commercio ambulante di quint’ordine come nella peggiore fiera di paese.
Alemanno ha dichiarato che il recupero dei Fori dovrà essere un’operazione culturale dello spessore del restauro della Cappella Sistina; Giro ha indicato nel progetto commissariale il contributo capitolino ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Italia Unita. Ma, a quanto pare, ancora nel 2011 i romani e turisti dovranno strabuzzare gli occhi davanti ad una forma inaccettabile di degrado. Che non ha eguali al mondo, ma che non necessita di alcuno stanziamento per essere debellata, solo di buona volontà politica.

[exibart]

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