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“Ogni giorno mi porta il suo carico di fotografie o di quadri. Debbo confessare che più vado avanti negli anni e più si accumulano questi documenti, più viva diviene la percezione della mia ignoranza, delle zone immense che restano da scoprire…”. Così scriveva nel 1995 Federico Zeri, che alla sua scomparsa, avvenuta undici anni fa, destinò all’Università di Bologna una biblioteca di oltre 46mila volumi, circa 37mila cataloghi d’asta, 60 periodici e una fototeca di 290mila esemplari (dipinti, sculture, monumenti, siti e scavi archeologici).
Un patrimonio inestimabile – che annovera anche la Villa di Mentana -, gestito da una Fondazione appositamente costituita nel 1999 dall’ateneo felsineo. Straordinaria “palestra” per l’occhio e prezioso strumento d’analisi per il celebre studioso, la fototeca – tra cui alcune stampe al carbone e all’albumina di grande formato, della fine dell’Ottocento – sarà visibile per la prima volta in una mostra, curata da Anna Ottani Cavina con il coordinamento di Alessandra Mottola Molfino, che ripercorrerà al Museo Civico Archeologico di Bologna l’avventura intellettuale di Zeri.
Un percorso espositivo articolato in tre sezioni, dalla rievocazione biografica alla selezione di dipinti e sculture provenienti da musei e collezioni private, quali esempi di casi attributivi felicemente risolti. Significativa pure la sezione che esemplifica l’interesse dello storico per i luoghi intesi come patrimonio artistico, di cui fu strenuo difensore: in particolare, monumenti di Roma e del Lazio saranno documentati in mostra da immagini di grande suggestione.
Un impegno per la tutela del territorio che Zeri riversò spesso in infuocati interventi sui media, volti a segnalare scandali e a indicare l’urgenza di interventi di restauro, passati alla storia. Decisamente altri tempi… (a. p.)
Un patrimonio inestimabile – che annovera anche la Villa di Mentana -, gestito da una Fondazione appositamente costituita nel 1999 dall’ateneo felsineo. Straordinaria “palestra” per l’occhio e prezioso strumento d’analisi per il celebre studioso, la fototeca – tra cui alcune stampe al carbone e all’albumina di grande formato, della fine dell’Ottocento – sarà visibile per la prima volta in una mostra, curata da Anna Ottani Cavina con il coordinamento di Alessandra Mottola Molfino, che ripercorrerà al Museo Civico Archeologico di Bologna l’avventura intellettuale di Zeri.
Un percorso espositivo articolato in tre sezioni, dalla rievocazione biografica alla selezione di dipinti e sculture provenienti da musei e collezioni private, quali esempi di casi attributivi felicemente risolti. Significativa pure la sezione che esemplifica l’interesse dello storico per i luoghi intesi come patrimonio artistico, di cui fu strenuo difensore: in particolare, monumenti di Roma e del Lazio saranno documentati in mostra da immagini di grande suggestione.
Un impegno per la tutela del territorio che Zeri riversò spesso in infuocati interventi sui media, volti a segnalare scandali e a indicare l’urgenza di interventi di restauro, passati alla storia. Decisamente altri tempi… (a. p.)
Inaugurazione: sabato 10 ottobre 2009 – ore 18.00
Dal 10 ottobre 2009 al 10 gennaio 2010
Via dell’Archiginnasio 2 – Bologna
Info: 0512757211 – mca@comune.bologna.it
Web: www.fondazionezeri.unibo.it
[exibart]
Dal 10 ottobre 2009 al 10 gennaio 2010
Via dell’Archiginnasio 2 – Bologna
Info: 0512757211 – mca@comune.bologna.it
Web: www.fondazionezeri.unibo.it
[exibart]