19 luglio 2010

À la guerre comme à la guerre. A Roma si studiano risposte ai tagli alla cultura…

 

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75496Gli operatori del mondo culturale hanno predisposto dei piani di emergenza per affrontare la crisi? In che modo sarà possibile garantire la fornitura degli stessi beni e servizi con budget che continueranno a ridursi di anno in anno? Le ferie incombono, ma le problematiche che si sollevano alla luce delle disposizioni dell’ultima manovra finanziaria sono di una gravità che non ha precedenti, con ulteriori tagli delle risorse messe a disposizione dallo Stato, di 58 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni, e penalizzano soprattutto il capitolo riguardante la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.
Difficile andarsene in vacanza a cuor leggero, la realtà va analizzata e vanno ipotizzati adeguati scenari di risposta: ecco dunque il moltiplicarsi di convegni, tavole rotonde, incontri. Come quello organizzato a Roma dalla Fondazione Rosselli e dalla società Monti&Taft, dall’icastico titolo La cultura oltre la crisi: che chiama a rispondere alle domande di cui sopra – e a molte altre – un ampio panel di esperti, imprenditori, studiosi, funzionari ed operatori culturali. Qualche nome? Dal direttore della Fondazione Musei Senesi Luigi di Corato a Gabriele Coppa, della Fondazione Musica per Roma, al direttore del Centro Pecci di Prato Marco Bazzini, al soprintendente della Calabria Fabio De Chirico, al caporedattore di Exibart Massimo Mattioli, al direttore di Zone Attive Emiliano Paoletti, alla curatrice e storica dell’arte Cecilia Canziani, all’organizzatrice teatrale Debora Pietrobono


Martedì 20 luglio 2010 – ore 11.00
Fondazione Rosselli
Via della Lungara 10 – Roma
Info: 065759501 –
info@tafterjournal.com

[exibart]

3 Commenti

  1. Pur nella certezza che questo governo nella sua totale assenza di idee riesca solo a cancellare quanto è esistito e che pertanto, ogni sforzo di artisti e organizzastori sarà vanificato, l’allargamento alla partecipazione potrebbe, forse oggi e per la prima volta nella nostra storia divenire costruttiva per il futuro, magari non nostro, magari lontano, ma futuro di diversità unite e compatte. Forse da questo momento potrebbe nascere quella coesione alla difesa dei diritti del settore che in altri paesi è “potente” ormai da tempi lontani. Paesi in cui l’immagine stessa del governo passa attraverso la rappresentazione pubblica nazionale ed estera della cultura. Paesi in cui artisti, organizzatori e promotori sono voce che deve essere ascoltata perché fortemente unita. E con la preghiera, nell’organizzare orari e giorni per gli incontri, di tenere conto che scarseggiano i mezzi pubblici con attese che arrivano fino a 45 minuti.

  2. Sembra una doccia fredda, ma a mio parere molto salutare. Per riflettere sulle reali urgenze in campo e riscoprire, per esempio, il valore della gratuità. Questi tagli faranno riflettere mastodontiche strutture di organizzatori, curatori, moderatori..cornici per contenuti piccoli piccoli e accessori rispetto il contorno. Penso soprattutto all’arte contemporanea che sta vivendo un appiattimento di contenuti al limite dell’inganno collettivo (resistono solo i valori consolidati).

    Tiziano Terzani ha dichiarato che la vera libertà inizia quando finiscono le scelte; perchè in questo modo si è costretti ad essere se stessi.

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