31 agosto 2010

Diogene_bivaccourbano, sul vagone-residenza torinese sale Luca Bertolo

 

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75836
È il milanese Luca Bertolo (1968) il vincitore della quarta edizione di Diogene_bivaccourbano, programma di residenze per artisti nato nel 2007 a Torino e locato all’interno di un piccolo modulo abitativo (il Bivacco) ricavato da un ex vagone del Tram.
La giuria, composta dagli artisti del gruppo Diogene, tra circa 200 partecipanti ha scelto di assegnare il premio di residenza a Bertolo “per il rigore analitico della sua ricerca sulla pratica e sui meccanismi che determinano i linguaggi, attraverso l’appropriazione di differenti media aperti ad un’analisi visiva e semiotica”.
Il progetto di residenza, che prende il via il primo settembre e si protrae fino al 20 ottobre, copre le spese di viaggio, di vitto, la produzione del lavoro e assicura un gettone di presenza all’artista. Durante il periodo di residenza sarà organizzata una serie di incontri di approfondimento nei quali l’artista presenterà la propria ricerca ed il progetto realizzato durante la residenza.

link correlati
www.progettodiogene.eu

[exibart]

21 Commenti

  1. franz, si dia una calmata e cerchi di essere più preciso, ci faccia capire: “questi” chi? e che soldi? non li avranno mica rubati..

  2. ma dai..bertolo prima dell’uscita del bando era stato invitato ad un conferenza dagli organizzatori stessi..se la cantano e se la suonano. Poi oggettivamente. L’ennesimo progetto SITE SPECIFIC. Ormai ce ne sono a valanghe in biennali, mostre e consimili. E poi concretamente cosa cambia nella “realtà urbana”? Nulla. Anzi a Torino vince la lega. Quindi questi elargiscono tante belle parole “giovani” ma poi non incidono da nessuna parte, se non per qualche complimento che si fanno reciprocamente fra loro.

    Forse è venuto il momento di farsi qualche domanda.

  3. effettivamente un poco anomalo che proprio il gruppo Diogene scelga dopo un bando internazionale Luca Bertolo,dopo averlo già invitato e proposto negli ultimi mesi ben 2 volte,il 12/03 a Torino e poi al Festival di Faenza.

    Poi che fa il residence a Torino uno che vive a Milano…

    Non ci resta da sperare che il progetto proposto sia interessante e valga questa scelta..

  4. torinese, io mi domando (in verità, lo domando a lei) quale sia il nesso fra i ragazzi di Diogene e il fatto che la Lega Nord ha ‘vinto’ (si fa per dire..) le elezioni regionali in Piemonte..
    ma lei ha ragione, bisognerebbe sempre farsi delle domande, e quando si arriva a una risposta che ci soddisfa, su un argomento di interesse pubblico, comunicarla.
    un’operazione del genere è stata condotta da qualcun altro all’interno di questo stesso sito, e chiunque può verificare in pochi minuti, navigando fra i vari forum aperti recentemente. questa persona ha portato fatti, verificabili, e ha messo a nudo le contraddizioni e le ambiguità di un artista che veramente ne è uscito ‘con le ossa rotte’.
    lei, che nasconde la sua identità dietro uno pseudonimo (niente di male, lo fanno tutti, io stesso) se fa delle insinuazioni, anche abbastanza gravi, con quel tono allusivo che la Mafia ha reso popolare in questo sventurato paese, dovrebbe argomentarle, allo stesso modo di quella persona (le dico il nome Michele M, così troverà facilmente il suo post).
    altrimenti le sue si configurano come delazioni, una cosa abbastanza disgustosa, fatta approfittando nel modo peggiore possibile dell’anonimato.

  5. concordo con torinese, ormai non c’e’ piu’ attenzione, tutti se la cantano e se la suonano pensando che la gente sia composta da soli citrulli

  6. Intendevo la Lega, per dire che nulla cambia, senza alcuna allusione ai ragazzi di diogene. Questa sensibilità “urbana” e site specific a torino che effetti concreti ha? Se poi, addirittura, vince quella lega, tanto presente in parlamento, ma anche tanto insensibile verso uno sguardo moderno sulla città? Poi anche il fatto della residenza da milano a torino è abbastanza strano…in italia non avviene più niente da diversi anni..e quindi “ogni occasione è buona per amico suo” (un po’ come ogni scarrafone è bello a mamma soia)

  7. e dagli con la Lega.. forse quelli di Diogene hanno dichiarato, all’atto della loro formazione, di voler arrivare a tanto? non credo.
    e allora, non sarebbe il caso di andare a verificare di persona, da torinese, per farsi un’idea, piuttosto che sparare accuse a vanvera?
    io, abitando in quel quartiere, ho partecipato, da spettatore, a diverse delle loro iniziative, secondo me fanno un buon lavoro, mi sembrano persone serie che si danno da fare, nel senso proprio del lavoro fisico, perché (tanto per dirne una) hanno completamente rimesso a nuovo, adattandolo alle loro esigenze, un vecchio, sgangherato tram della GTT, che gli è stato semplicemente prestato per qualche anno (ma pare che si siano dovuti pagare il trasporto dal deposito..).
    faranno anche loro qualche errore, è ovvio, l’importante è che lo facciano in buona fede, come credo che sia.
    se poi qualcuno avesse concreti elementi per contraddirmi, lo faccia pure: come è stato detto da qualcuno su un altro forum, questo è un sito democratico.

  8. le attività del gruppo Diogene mi sono parse sempre molto fresche ed interessanti, il fatto stesso che un gruppo di artisti si unisca e riesca a creare occasioni di confronto e stimoli è nel nostro paese già un miracolo, dovrebbe essere già un esempio per molti, per cui ora con qualche perplessità vediamo il progetto che è stato scelto d.o)

  9. ci sono molti gruppi di artisti che si incontrano, che cercano occasioni di scambio, di confronto, ma senza scopo di lucro. perchè è ora di dirlo: basta con questi finti no profit! ci sono artisti che amano l’arte,che la vivono, che la fanno, ma che non cercano pubblicità attraverso la formazione di un gruppo per poter accedere a dei canali che da singoli non ne avrebbero mai avuto la possibilità, ma soprattutto la capacità.

  10. In italia il mettersi insieme serve per sopperire ad alcune carenze del sistema. Come per esempio una critica d’arte e una classe di curatori che approfondiscano poco e fanno il minimo sindacale. Visto lo stato di precarietà generale, gli stecci critici-curatori sono ripiegati semplicemente sulle loro carriere. Non c’è il coraggio di osare e nemmeno la posta in gioco è sufficiente per spendersi e approfodnire. E quindi gli artisti tendono a creare organismi autonomi dove convergono tutti i ruoli del sistema (diogene, brown, cars-mars, art at work, per fare alcuni esempi).

    Dopo di chè il problema è assolutamente linguistico: basta girare l’europa; guardiamo la top 30 di Hans Ulrich Obrist, o leggiamo anche solo l’ultimo Ice Cream (Creamier) fatto particolarmente bene. Non ci sono italiani, ma al di là di questo il linguaggio prodotto in italia scimmiotta semplicemente quello che avveniva nel mondo 4-5 anni fà.

    Il punto è il linguaggio e nascondersi o basarsi sulla “retorica del fare”(basta fare qualcosa è siamo a posto) non serve a nulla.

  11. penso che le riflessioni di lrossi siano sicuramente valide, per cui mi pare giusto capire come fare a superare questa situazione di impasse, come andare oltre, concretamente?

    Nel mio piccolo, come artista, cerco di attivare possibili canali di sviluppo, vedi il progetto zooart, concorso a bando pubblico aperto a tutti, che ora trova più interesse in francia ed inghilterra che qui da noi, il collettivo ubique di torino con cui ci stiamo confrontando per darci risposte nuove e prive di pre-confezionamenti, con la mia attività di artista che slitta fra l’ambito delle riflessioni visive che nell’uso di un linguaggio per un confronto diretto e costruttivo, voi come agite e come vedete possibili sviluppi?

  12. caro crac,
    fai come me,
    osservare attraverso uno specchio non è poi così male: vedi tutto al rovescio ma almeno sorridi con più facilità di ciò che cade come una scure sui nostri poveri scritti.
    e poi ricorda
    “maiori forsan cum timori sententiam in me fertis quam ego accipiam”…ossia “forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”

  13. doattime, ma cosa è successo di tanto grave? “situazione di impasse”, “andare oltre?”.. ma non stiamo un po’ esagerando? non stiamo dando un po’ troppa importanza a tutto ciò? ci sono tante cose belle nella vita, ma se si pensa sempre e soltanto alle sorti dell’arte contemporanea è difficile poi riuscire a goderne, dura già talmente poco la vita..

  14. Caro MD,
    di grave non è successo nulla, erano solo delle condivisioni sull’arte e sulle possibilità di superare una fase alquanto statica dell’arte, che sicuramente troverà pian pianino un suo sviluppo, interessante provare a esserne parte propositiva.

    Poi scusa questo è un forum di arte per cui si parla di ciò, d.o)

  15. doattime, ok si parla di arte, questo è un forum, vi si discute di diversi argomenti ogni volta.
    approfittarne per enumerare le proprie benemerenze, però, mi sembra che non vada tanto bene, questa non è la sede adatta, mentre è giusto che si faccia nel corso di un’intervista, per presentarsi.
    ancora una volta: non prendiamoci troppo sul serio, non è proprio il caso.

  16. Caro MD,

    veniamo al succo però dell’argomento, com’è la situazione artistica italiana?

    quali sono le possibili forme di evoluzione, concrete e non voli pindarici?

    ha ancora senso parlare di arte contemporanea?

    via visto che questo è un forum sull’arte, se non qui dove se ne potrebbe parlare?

  17. caro M D, perchè non va tanto bene parlare di se in questo forum? che male c’è? visto che il sistema dell’arte è così chiuso, penso sia quanto meno doveroso esporsi al giudizio degli altri lasciando traccia di se in luoghi come questi aperti a tutti.

  18. Doattime afferma che l’arte è “in una fase alquanto statica”. Mi chiedo come si faccia ad esserne tanto sicuri.. Affermazioni di questo genere le potrà fare qualcuno fra una cinquantina d’anni (se ci arriveremo, come terrestri..) ma ora, con internet, le notizie che cambiano continuamente, e ci si nevrotizza per mantenersi aggiornati, ora che l’attenzione sulla cosiddetta arte contemporanea è costante, ‘grazie’ anche a siti come Exibart, Teknemedia, e-flux e compagnia bella, come è possibile avere le idee chiare, essere tanto lucidi?
    Non ce ne rendiamo ben conto, ma parliamo sempre e soltanto delle stesse cose, perché più o meno le stesse persone, accorpate in vari network (o congreghe, per dirla meno ‘politically correct’..) ci propongono sempre nuovi menù, che poi tanto nuovi non sono, dato che spesso sono gli stessi piatti con nomi nuovi.. Questo accade anche perché, da almeno un ventennio, l’interesse mediatico, economico e politico, nei confronti dell’arte cosiddetta contemporanea (infausta definizione, inventata non so da chi) è aumentato in modo esponenziale, come il numero degli artisti. I quali ora scelgono questa nuova ‘professione’ già prima dei vent’anni, e studiano per diventare artisti, quasi sempre senza averne le ‘stimmate’, mentre un tempo ci si arrivava più tardi, spesso cambiando mestiere (vedi Burri, o Flavin), era una scelta obbligata, fatta spesso in perdita, mollando il certo per l’incerto.
    Come fanno tutte queste centinaia di migliaia di artisti (o sedicenti tali) a essere tutti bravi, o addirittura innovativi?
    I veri cambiamenti, oltre che difficili da riconoscere subito, sono molto lenti, a parte certe epoche (come quella fra i ’60 e i ’70, per l’arte e non solo) in cui veramente si verifica un’accelerazione, anzi una rivoluzione. Questa, evidentemente, non è, non pare proprio una di quelle epoche, e noi non possiamo farci niente, mi sembra ingenuo pensare il contrario, e affannarsi per trovare una soluzione demiurgica, in grado di invertire il senso della storia.
    Si può, anzi si deve, o si dovrebbe (non voglio essere dogmatico..) cercare di fare, e bene, il possibile, lavorando su sé stessi e su quanto ci circonda e ci riguarda più da vicino, senza pretese di successo, rifiutando di essere definiti (e soprattutto di sentirsi) ‘emergenti’, alla stregua dei giovani calciatori e dei cantanti che puntano a Sanremo. Successo e ricerca non possono andare d’accordo, se si ha successo tutte le energie vanno spese per mantenerlo, o aumentarlo, e allora addio ricerca.
    Ma poi chi lo sa che adesso, all’insaputa di tutti o quasi, non stia avvenendo qualcosa di nuovo, di veramente valido, mentre tutti sono distratti dall’ultimissima biennale (di Istanbul, di Sharjah o di Mosca) e in spasmodica attesa della prossima, che comincerà domani.. Fra la fine degli anni ’60 e i primi ’70, alle inaugurazioni delle mostre, tutte strepitose e di artisti davvero innovativi, quasi tutti sconosciuti, della galleria di Gian Enzo Sperone, i presenti si contavano sulle dita di due mani, senza escludere parenti e amici dell’artista, e di alcune pare non esista più nemmeno una foto documentativa..

  19. ci sono state varie iniziative tra settembre e ottobre.open studio e lecture-performance dell’artista in residenza.ora una scuola il cui progetto pilota si è appena concluso. interessanti a mio parere. ma non avevo dubbi
    saluti a tutti!

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