12 ottobre 2010

Il Padiglione Italia di Sgarbi? Lo presenteranno. Forse…

 

di

Vittorio Sgarbi
Prima convocazione: “mercoledì 6 ottobre alle ore 12:00 presso il Salone del Ministro in via del Collegio Romano, 27”. Che succede? Viene “illustrato il percorso che porterà alla realizzazione espositiva (sic!) della partecipazione italiana alla Biennale di Venezia del 2011 con il coinvolgimento delle Regioni e degli Istituti di Cultura Italiana all’estero”. Presenti il Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, il curatore del Padiglione, Vittorio Sgarbi, e l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri. Interessante, la diligente giornalista di Exibart si presenta puntuale al Collegio Romano, ma… portoni chiusi. Tutto rinviato, senza neanche degnarsi di una disdetta.
Il giorno dopo le cronache parlano della “magnata della pace” fra leghisti e pidiellini, magari alla stessa ora qualcuno dei protagonisti della conferenza ha preferito un piatto di pajata, vabbè. Nuova convocazione, per oggi, stesso luogo, ore 18.00, stavolta ci sarà anche il Ministro per gli Esteri, Franco Frattini. Tutto pronto, stessa giornalista allertata, ma… di nuovo tutto annullato. Rinviato – senza uno straccio di motivazione, ma stavolta almeno hanno avvertito – al 19 ottobre. Il Padiglione Italia non deve nascere, i superstizioni toccheranno ferro. Altri penseranno che se aspettano che Sgarbi rispetti orari e appuntamenti, il padiglione lo vedremo direttamente a Venezia, il prossimo 4 giugno…

[exibart]

2 Commenti

  1. Caro Caravaggio, peccato che tu sia all’inferno, quello di M. Duchamp, T. Tzara, Rimbaud e di tanti spiriti liberi, intendo. Forse non sai che quel galantuomo di Tiepolo è venuto tra noi viventi, forse dal Purgatorio. Ti confido che è munito di regolare permesso di soggiorno, rilasciato da V. Sgarbi, perchè, in qualche modo è coinvolto con quella disputa sulla “contemporaneità” dell’arte. Devi sapere che Sgarbi ha messo accanto all’arte del passato il presente dell’arte. Ma se tu potessi, come noi viventi fare un’interurbana sulla terra, potresti consigliare a Sgarbi gli artisti contemporanei da invitare al prossimo Padiglione Italia, e qualche nome della tua generazione. Potresti domandare a Sgarbi anche qualche spiegazione circa l’uso del linguaggio neo-concettuale che attraverserebbe tutta l’arte antica e la nostra. Lo so che tu queste analisi del linguaggio, questa scienza delle forme della luce le hai coltivate a lungo, insieme ai tuoi amici di cella infernale. Le hai coltivate certamente per stupire, per nasconderti dai censori, ma soprattutto per giocare con la libertà. Per oggi basta. Aspetto con impazienza una tua risposta.
    Un Caro saluto

    Savino Marseglia

  2. Caro Caravaggio, ti ringrazio della tua sollecita risposta. Non devi rimproverarmi; lo so che da morto ti sei ritirato dall’attività artistica, come M. Duchamp, che aveva sostituito l’opera con se stesso. A questo proposito e scusa le dicerie di quaggiù, si mormora in giro e sui giornali che tutta l’arte del passato, compresa la tua mirabile arte è sempre attuale. Come non considerare contemporanea la Tempesta di Giorgione e la tua straziante e sublime opera? Dal momento che tu avevi sostituito le madonne con le prostitute, i vecchi con i santi, i diseredati e tutti gli emarginati della società con gli eroi e gli dei? In altre parole, quello che tu proponevi al mondo non era più decorazione, manierismo e eclettismo concettuale fine a se stesso- come quello che si vede oggi, ma la realtà autentica, quella cruda degli esclusi: la tua vita medesima. Allora ti chiedo ancora una volta di scrivermi: chi è oggi, l’artista più contemporaneo di te? Qui si continua ad additare il “dito” contro V. Sgarbi, accusato dalle male lingue di essere un fottuto adoratore dell’arte del passato. Nella prima mia lettera ti avevo chiesto anche di consigliare a Vittorio Sgarbi gli artisti da portare al Padiglione Italia. Te ne sei dimenticato o forse non vuoi entrare in queste banali dispute da bar. Comunque, ti ringrazio di cuore per avermi spedito la serie di francobolli (“Il Paradiso è una fica”) così ben disegnati dal tuo amico infernale M. Duchamp.
    Cari saluti
    Savino Marseglia

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