17 ottobre 2010

Da Verona: è Luca Pozzi il vincitore del Premio Icona 2010

 

di


Un’opera che simbolicamente rappresenta la fiera
stessa, nel suo essere manifestazione che contribuisce a esprimere valori e
tendenze dell’arte contemporanea
”. Questo si propone di individuare il Premio Icona, assegnato
nell’ambito di ArtVerona, che per il 2010 è andata a Supersymmetric
Partner
, di Luca Pozzi, presentata dalla Galleria Enrico Astuni di Bologna /
Pietrasanta.
La
Commissione Icona, presieduta da
Gabriella Belli, direttrice del Mart, ha preso visione delle opere negli stand
e ha accompagnato un collezionista privato nella scelta dell’acquisto di un’opera,
che successivamente sarà data in deposito ed esposta per tre anni presso il
Museo di Rovereto. “Luca Pozzi – si legge fra l’altro nella motivazione – agisce
intervenendo direttamente sul simulacro della storia dell’arte con azioni
(salti, nascondimenti, etc…), che ne destrutturano la composizione e il piano
della percezione. Linguaggio di grande qualità tecnica e forte innovazione di
senso
”.

Secondo tradizione, l’opera diventerà l’immagine di campagna per la prossima
edizione di ArtVerona: dal catalogo alla guida alla visita, alle pagine
pubblicitarie, a tutti gli stampati relativi alla manifestazione del 2012.

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12 Commenti

  1. Questa serie di Luca Pozzi è decisamente meglio dei lavori sulla gravità. Però siamo sempre difronte ad un’evoluzione intelligente di Thomas Struth. Quindi la cosa va bene, perchè non tutti possono permettersi Struth e perchè sviluppare un certo atteggiamento è sicuramente utile.

    Opera di Struth:

    http://www.flickr.com/photos/color_rewritable/432970034/

    Detto questo, continuo a percepire delle opportunità mancate. L’arte come un giochino di post produzione.

    Kandinsky dal suo libro Sullo spirituale nell’arte : “l’uomo che avrebbe avuto la possibilità di dire qualcosa non ha detto nulla all’altro e chi avrebbe avuto la possibilità di udire qualcosa non ha udito nulla.”

  2. a LucaRossi

    buongiorno,
    non trovo che ci sia nulla d’aggiungere al lavoro di thomas struth.
    come si puo pensare di poter aggiungere qualcosa al lavoro di questo artista? e poi, mi perdoni Luca Pozzi, in questo modo?

    non credo che un artista debba scegliere il linguaggio da usare ma essere scelto da esso
    per riportare a noi l’arte nuova

    è di questo che un artista ha bisogno (e anche noi)
    di trovare la sua forma unica
    ripulirsi da tutto per generare la sua parola
    per portare a noi qualcosa che non avevamo

    una delle prime cose che si imparano da artisti
    è che quando sei attratto dal lavoro di un maestro è proprio voltandoli le spalle scavalcandololo e cercare di fare tutt’altro
    che troverai te stesso e la tua di arte

    ricalcando le orme non apri nessuna strada
    non lasci la tua impronta
    e dimostri poco coraggio

    la codardia non è mai stata una caratteristica
    propria agli artisti

    l’artista mette in discussione, si scontra
    e ricostruisce cosi come ha fatto sturth dovrebbe fare Pozzi, cestinando questi lavori ad esempio

    poi permettetemi
    ma la didascalia…
    “ispirata a Veronese”
    a veronese???????

    i lettori non sono mica stupidi.
    spero il messaggio venga pubblicato

    un saluto

  3. non ho capito se l’opera d’arte è
    a) il quadro tarocco
    b) l’omino chinato
    c) la foto del quadro originale
    d) la foto del quadro tarocco
    e) la foto del quadro taroccoriginale insieme all’omino chinato
    f) il quadro originale rubato da cattelan e venduto a lucapozzi che ha potuto esporlo a condizione che gli ponesse davanti uno degli omini di gomma di cattelan, tipo quelli che sbucano dal pavimento

    in fondo non è molto importante, fa pena in ogni caso

  4. Non sono d’accordo, è semmai la prova che il signor ‘hm’, come fanno ormai in tanti, troppi, giudica un’opera dopo averla vista rappresentata in immagine su internet, in una piccola immagine a bassa definizione.
    Tutto ciò può essere divertente, e in effetti se si legge il commento, questo fa sorridere; ma non credo che si divertirebbe il diretto interessato, se lo leggesse, a meno che non riuscisse a prenderla con fair play, come uno scherzo un po’ pesante ma innocente.

  5. l’arte contemporanea sta vivendo una grande presunzione, la stessa presunzione che sta vivendo un sistema economico e produttivo gonfiato. Una presunzione di qualità che serve per sostenere un mercato e un insieme di operatori che ci vivono sopra. Almeno l’arte dovrebbe diventare più trasgressiva e quindi recuperare una certa autenticità, rimettere al centro l’uomo. E invece si accoda all’andazzo generale. Resistono solo alcuni valori del 1900 e degli anni ’90 (ultimo scampolo di innovazione). Questo primo decennio del 2000 ha visto poco e niente: e quando vedo un giovane rideclinare una maestro finisce che mi rallegro, anche se ripeto che si tratta di un’occasione mancata.

    Ora, il sistema potrebbe rinnovarsi e sopravvivere e invece preferisce far finta di nulla. Emilio Mazzoli parla di gallerie come rivendite di modernariato, e ha ragione. L’arte contemporanea sta perdendo l’appuntamento con la contemporaneità. E il fantomatico sistema è ormai l’ultimo baluardo di difesa per un linguaggio appiattito ed omologato. Le opere di molti giovani hanno bisogno di un museo o di un manipolo di operatori che le difenda. Si sta per inaugurare una mostra alla Fondazione Pomodoro sulla scultura in italia. Mi chiedo oggi quale sia il ruolo della scultura e se non vada rinegoziato il rapporto con essa.

  6. Pienamente d’accordo con HM!

    Un Cattelan è già fin troppo.

    Basta con “l’opera d’arte” che, al massimo, provoca soltanto un sorriso a denti stretti…

    Basta con le cattelanate!!!

    Carla D.

  7. -Non sono d’accordo, è semmai la prova che il signor ‘hm’, come fanno ormai in tanti, troppi, giudica un’opera dopo averla vista rappresentata in immagine su internet-

    d’altra parte sono un leone da tastiera, era inevitabile. nel caso di un giudizio dell’opera ‘dal vero’ basta che elimini i punti c) e d) e la parola foto da e) e il risultato non muterà di una virgola, anzi delle due avevo aggiunto nuovi valori all’operetta giudicandola su internet, bello no? su internet questi quadretti assumono più significati di quelli che effettivamente hanno nella realtà, ci vorrebbero più mostre organizzate direttamente su internet per nascondere la pochezza e lo sbattimento della realtà

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