31 dicembre 2010

Solo news. Cambia la classifica dei più letti dell’anno su Exibart…

 

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Lo scorso anno ai primi sette posti c’erano altrettante recensioni, o comunque articoli di approfondimento, e solo all’ottavo posto si trovava una news. Quest’anno, parti invertite, nel resoconto degli articoli più letti dell’anno su Exibart: prime undici posizioni per altrettante speednews, e solo al dodicesimo una recensione.
Un caso? Difficile, data la grande evidenza del cambiamento. Volendo sociologizzare, si potrebbe azzardare un segnale di un certo disimpegno del pubblico, del relativismo che porta a scegliere il “consumo” veloce, rispetto all’approfondimento. Ma più probabilmente le motivazioni sono diverse: ovvero l’aumento dell’offerta del nostro sito, la crescita “numerica” delle recensioni, che porta ad una fisiologica “diluizione” dei lettori, del resto in costante aumento nei dati assoluti.
Sorpresa al primo posto, saldamente tenuto dalla news che annunciava la grande personale in Cina di Laurina Paperina. Seconda piazza per il nuovo logo ufficiale della città di Roma e relative polemiche, mentre cronaca nera per la “medaglia di bronzo”, con l’omicidio del gallerista milanese Giovanni Schubert.
Primo degli articoli di approfondimento? La recensione della mostra Space Age Lights alla Triennale di Milano.

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6 Commenti

  1. molto interessante, questo fatto porta a tante considerazioni, tra cui anche il fatto che sempre di più le recensioni sono semplici promozioni degli eventi e non critiche vere, per cui forse perdono di interesse?

  2. “Lo scorso anno ai primi sette posti c’erano altrettante recensioni, o comunque articoli di approfondimento, e solo all’ottavo posto si trovava una news. Quest’anno, parti invertite, nel resoconto degli articoli più letti dell’anno su Exibart: prime undici posizioni per altrettante speednews, e solo al dodicesimo una recensione”.

    Da questa analisi ne viene fuori un dato per certi versi insolito e anomalo rispetto al passato, quello di un attraversamento veloce su le temporanee e numerose “Speednews” piuttosto che leggere le recensioni e gli approfondimenti culturali proposti. Non direi un semplice disimpegno del pubblico ma un “consumo veloce”, cosciente per conoscere una predeterminata situazione culturale.
    Non dobbiamo dimenticarci che viviamo in una società globale che fonda tutto sulla comunicazione e sulla pubblicità. Questo è l’attuale risultato.

  3. E’ vero che molte recensioni si riducono a megaleccate. Però questo non vuol dire che se una recensione è positiva non debba essere sincera. Così come non va bene sparare a zero su qualsiasi cosa pur di far parlare di sè. Poi, si sa, spetta alla coscienza e all’onestà intellettuale di chi scrive. e magari di chi legge. non parliamo poi di chi commenta…

  4. anch’io avevo notato che le speednews risultano sempre le più lette, ma ero giunto a una conclusione diversa e cioè che il lettore medio (quello che frequenta le mostre di paolina paperina senza perdersi una puntata di un posto al sole insomma, oltre a collezionare i libri di umberto eco e del commissario montalbano) non è in grado di scrollare la finestra per leggere quello che c’è scritto sotto forse per troppa fatica e pigrizia mentale, quindi si limita a leggere quello che appare alla sua destra e in altro appena apre la pagina. alla fine però non lo vedo un grande problema, i dati auditel e gli accessi penso siano da considerare esclusivamente per il loro compito che è quello di garantire più o meno cash dalla pubblicità indotta, non sono certo sinonimo di qualità né mai lo saranno . buon 1943 a tutti

  5. Caro VV,
    penso che il valore di una recensione sia importane sia in termini positivi che in termini negativi, prova a leggere quelle che compaiono in questi giorni e pensale in termini visivi, io spesso non capisco che viene detto e che cosa si cerca di motivare, troppo spesso si fanno voli pindarici e poco su quello che gli occhi incontrano …

  6. forse più semplicemente dovremmo smetterla di considerare sempre e solo la quantità (di lettori in questo caso) l’unica misura signficativa sulla quale argomentare le nostre riflessioni.

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