Nero su Bianco:note per un’ecologia del rapporto tra arti, cultura e società. È questo lo
stimolante tema del quinto appuntamento de La Kunsthalle più bella
del mondo, progetto di ricerca curato da Marco De Michelis per la Fondazione Antonio
Ratti di Como, una serie di tavole rotonde che coinvolgono curatori, critici,
storici dell’arte, artisti ed esperti provenienti da diversi contesti e ambiti
disciplinari.
Ricco il
parterre di relatori, con Pierluigi Sacco (IULM, Milano) che incrocia le “lame”
con Angela Vettese (IUAV, Venezia) e Alberto Abruzzese (IULM, Milano), nell’incontro
coordinato da Luca Martinazzoli (Università Bocconi, Milano).
parterre di relatori, con Pierluigi Sacco (IULM, Milano) che incrocia le “lame”
con Angela Vettese (IUAV, Venezia) e Alberto Abruzzese (IULM, Milano), nell’incontro
coordinato da Luca Martinazzoli (Università Bocconi, Milano).
Più che un
dibattito teorico attorno al binomio arte-economia, questo incontro “mira a
identificare determinate ‘verità di fatto’ fondamentali per la comprensione del
rapporto tra cultura e sistema socio-finanziario”.
dibattito teorico attorno al binomio arte-economia, questo incontro “mira a
identificare determinate ‘verità di fatto’ fondamentali per la comprensione del
rapporto tra cultura e sistema socio-finanziario”.
Mercoledì 12
gennaio 2011 – ore 18.00
Villa Sucota
Via per
Cernobbio 19 – Como
www.fondazioneratti.org
[exibart]
Ho perso il conto rispetto al numero di incontri e dibattiti simili e similari a questo. Non si capisce cosa si voglia dimostrare…abbiamo capito che l’arte è legata all’economica. E allora??? Cosa non lo è?
Forse il punto vero è l’analfabetismo e l’indifferenza che il pubblico vive rispetto l’arte contemporanea. Forse il punto sono le torri d’avorio su cui si pongono queste discussioni. Non capisco come ci si possa poi lamentare dei tagli alla cultura. Ma andiamo pure avanti così. Ci meritiamo i babbà dalla ragazza seminuda del Madre.
Bravo lucarossi, hai fatto un commento tagliente, esilarante, nella sua giustezza. Questi noti tuttologi dell’establishment della “cultura” italiota, continuano senza interruzione a discutere di cose risapute e ovvie. Non si accorgono del disinteresse della maggioranza del pubblico dell’arte. Poi, ci si meraviglia dei tagli alla cultura.
Sono proprio i finanziamenti alla “cultura”, la sgualdrina del tempo.