18 gennaio 2011

Fondazione Bevilacqua La Masa, ecco i selezionati per gli Atelier 2011

 

di

63847(1)Nonostante il periodo di diffusa e generale austerità, la Fondazione Bevilacqua
La Masa di
Venezia mantiene, anche quest’anno, l’impegno nei confronti dei giovani artisti
aprendo loro gli atelier di Palazzo Carminati a San Stae e del Complesso di SS.
Cosma e Damiano alla Giudecca.
Le nuove dodici
promesse quest’anno sono state selezionate da una giuria composta dalla
presidente della BLM, Angela Vettese, e dal curatore interno Stefano Coletto,
affiancati da tre curatori esterni, Alessandro Rabottini, Chiara Vecchiarelli e
Marinella Venanzi. Gli artisti prescelti sono Elisabetta Alazraki, Lia Cecchin,
Fabio Ciaravella (Studio ++), Nina Fiocco e Turrini Nicola, Daniele Geminiani,
Martino Genchi, Giovanni Giaretta, Alessandra Messali, Luca Pucci, Namsal
Siedlecki (GUM studio), Aleksander Veliscek, Serena Vestrucci
.
Per favorire la
loro crescita e promozione, la
Fondazione conferma per gli artisti selezionati un ricco
programma di appuntamenti, iniziative e momenti espositivi, che sarà
ulteriormente arricchito da un fitto calendario di studio visit con curatori
italiani e stranieri provenienti da importanti realtà istituzionali ed
artistiche internazionali.

www.bevilacqualamasa.it

[exibart]

28 Commenti

  1. Mi sembra che ci sia più di qualche incongruenza nelle selezioni per l’assegnazione di studi della fondazione Bevilacqua la Masa di questo anno.
    Ho sempre saputo che la fondazione assegna studi solo ad artisti residenti in Veneto. Andando a controllare il bando è scritto molto chiaramente, cito:

    “Per partecipare alla selezione, i richiedenti dovranno:
    -risultare residenti o domiciliati per motivi di lavoro o di studio nel Triveneto;”

    E ancora:

    “Alle domande vanno allegati:
    -certificato di residenza o di iscrizione ad un Istituto di formazione artistica del Triveneto (Accademia, Istituto d’Arte, Università ecc.) o copia di diploma conseguito presso un istituto di formazione artistica del Triveneto negli ultimi cinque anni;

    Il bando non lascia spazio a dubbi. Eppure visti i risultati delle selezioni i dubbi vengono spontanei.
    Almeno tre dei selezionati certamente (lo dico per conoscenza diretta) non risiedono in veneto, non ci hanno mai vissuto, nè studiato o lavorato.
    I selezionati a cui mi riferisco sono:
    Ciaravella Fabio (Studio ++)
    Geminiani Daniele
    Siedlecki Namsal (GUM studio)

    Il primo rappresenta insieme a Umberto Daina, Vincenzo Fiore lo spazio Studio ++ di Firenze http://studioplusplus.blogspot.com/
    Nel loro sito http://www.studioplusplus.it/ sotto la voce artists: c’è proprio scritto “Fabio Ciaravella, Umberto Daina e Vincenzo Fiore fondano Studio plus plus nel 2006 a Firenze dove vivono e lavorano”.

    Il secondo da quanto mi risulta è originario di Ravenna e gestisce uno studio a Londra
    http://www.islandtheisland.org/

    L’ultimo, Gum Studio, è un noto gruppo di Carrara.
    http://www.gumstudio.org/

    Si tratta di informazioni molto accessibili per una fondazione come la Bevilacqua La Masa.

    Non ne sono sicuro, ma anche Elisabetta Alazraki non risiede in Veneto. Se così fosse, un terzo dei selezionati non avrebbe i requisiti per accedere alla selezione!

    Mi chiedo perché non modificare direttamente i meccanismi della selezione e non aprirla a livello nazionale.
    Molti artisti in Italia sono desiderosi di avere uno studio a Venezia con la Fondazione Bevilacqua La Masa, ma l’obbligo di residenza in veneto è sempre stato un limite. A quanto pare per alcuni non lo è più.
    Di questo passo l’anno prossimo perché non accettare anche Fujiwara?
    Capisco che per la Fondazione è molto vantaggioso, e non ci sarebbe alcun problema se solo ci fosse un po’ di trasparenza.
    Una fondazione storica come la Bevilacqua La Masa non può permettersi di agire in questo modo.
    Anche se nel panorama italiota tutto ciò sembra poter essere ampiamente accettato.

  2. Condivido l’analisi di Rossi, anche se mi sembra molto più sbagliata la norma che limita l’accesso ai soli veneti. E poi detto francamente avere o non avere lo studio alla fondazione e’ abbastanza irrilevante oggi. C’e’ un sistema che fa ostinatamente riferimento a certi codici e rituali. Il punto e’ il lavoro che viene sviluppato.

  3. Tutto vero

    Almeno tre dei selezionati certamente (lo dico per conoscenza diretta) non risiedono in veneto, non ci hanno mai vissuto, nè studiato o lavorato.
    I selezionati a cui mi riferisco sono:
    Ciaravella Fabio (Studio ++)
    Geminiani Daniele
    Siedlecki Namsal (GUM studio)

    in più Alazraki e Vestrucci, sono lombarde e non hanno niente a che fare col veneto.
    Cinque assegnatari su dodici non avrebbero i requisiti per partecipare al bando.

    basterebbe che la Bevilacqua aprisse il bando a livello nazionale, magari riservando metà dei posti agli artisti del triveneto.

    Basterebbe solo un po’ di chiarezza!

    Un artista del Triveneto

  4. Ho fatto la domanda per lo studio e non sono stato selezionato. La metà degli assegnatari non dovrebbero avere lo studio , magari uno di quei posti se si fossero rispettate le regole ora sarebbe mio.
    Ho pagato per anni le tasse all’Accademia di Venezia, questo non vuol dire nulla, però…
    In Italia si sa è buona norma non rispettare le regole, come ci insegna il nostro Presidente del Consiglio, che non ho mai votato, ma per andare avanti bisogna allearsi con il potere, altra storia che tutti ben conosciamo; ma appena fatto il federalismo lo scarichiamo. Sempre con Bossi! Sempre con la Lega!

    la giuria composta dalla presidente della BLM, Angela Vettese, e dal curatore interno Stefano Coletto, affiancati da tre curatori esterni, Alessandro Rabottini, Chiara Vecchiarelli e Marinella Venanzi è passabile di denuncia, che questo sia chiaro, ma non farò niente o meglio non faremo niente, perchè l’anno prossimo riproverò a partecipare al bando quindi non posso/non possiamo comprometterci, questa è la triste realtà in cui viviamo.

    da Venezia con Amore
    e con Rispetto (che qualche volta non guasterebbe!!)

  5. Se gli artisti falsificano le certificazioni e sono disonesti cosa ci può fare la fondazione?
    Certo ci sono sanzioni penali e sul bando della fondazione c’è scritto a chiare lettere che potrebbero esserci controlli…ma non credo che li faranno. Chi è di Venezia sa quali artisti ci vivono e chi no…
    Testimonio che Vestrucci fa lo IUAV e vive in Giudecca.
    Sugli altri ci sono incongruenze non difficili da scoprire…sono d’accordo con Luca Rossi.

  6. Secondo me la responsabilità è piu degli artisti che della fondazione.

    Sono gli artisti che consegnano documenti falsi assieme al materiale richiesto nel bando.
    La fondazione potrebbe fare dei controlli come viene scritto nel regolamento consultabile sul sito.
    Cmq per chiarimento, visto che vivo a Venezia so di per certo che Vestrucci è iscritta allo IUAV e vive a Venezia. Per quanto riguarda gli altri concordo con Luca Rossi.

    Non ci vuole un investigatore per scoprire chi è disonesto o no…dato che il mondo dell’arte è piccolo e gli artisti sventolano i loro CV ovunque nella rete.

    Per quanto riguarda aprire il concorso a livello nazionale credo che nn sia possibile visto che quasi ogni fondazione cerca di privilegiare gli artisti locali perché attinge a fondi regionali.

  7. Sì, se gli artisti barano non si può fare molto, tranne che dei controlli. Ringraziamo per le segnalazioni e le faremo.
    Non si può allargare il bando perchè già così siamo costretti a scegliere circa un artista su dieci, data la quantità delle domande.
    Siamo molto felici di questo polverone: gli studi BLM esistono da 100 anni ma non hanno mai suscitato grande attenzione. Non ne parlereste con tanta passione se non ci fosse stato dietro un lavoro per riqualificarli: sono passati in pochi anni da 7 a 12 più due foresterie, sono stati inseriti commissari esterni per evitare possibli inciuci e assegnarli dopo una discussione collettiva, ogni anno gli assegnatari hanno due mostre almeno (una d’ingresso e una d’uscita, con catalogo Moleskine in una sede prestgiosa), e l’anno di lavoro prevede molte studio visit di critici legati anche a istituzioni. Mi rendo conto che in Italia è difficile credere che un’istituzione lavori in maniera onesta (e infatti tutti i critici di spessore non investono sull’Italia perchè si stancano di essere lapidati), ma a volte ci sono critiche in mezzo alle quali occorre saper vedere un riconoscimento. La BLM presenterà la settimana prossima un libro che ne riassume l’attività negli ultimi 9 anni e dove è tutto raccolto, giorno per giorno: un lungo lavoro al contempo divertente e faticoso, svolto spesso sulla base di totale volontariato. Con una concezione volutamente “sporca”, cioè desiderosa di rischiare e mescolare gli artisti noti con quelli ignoti, insomma senza riposare sui troppo facili allori di soli nomi e tematiche ratificati dal sistema.

  8. Certo Antonio che si può fare ricorso perché si tratta di un concorso pubblico, quindi basta sporgere denuncia.
    Oppure più banalmente fare una segnalazione telefonica presso la BLM.

    E’ loro interesse risolvere la questione proprio perché di solito lavorano in trasparenza e hanno fatto un sacco di sforzi fino ad ora. Non credo che vogliano rovinare la loro reputazione con denunce varie.

    La cosa ambigua è che il bando chiede la RESIDENZA o l’iscrizione (valida per 5 anni) presso un ateneo del Veneto … e non il DOMICILIO!
    Quindi basterebbe chiedere la carta di identità al posto delle autodichiarazioni fumose.

    Va bene lo straniero per dare il tocco internescional … ma quest’ anno proprio si sta esagerando. Ogni anno gli artisti che barano aumentano perché la BLM non controlla! L’anno prossimo 12 su 12 saranno tarocchi se non si ferma questo processo ora.

  9. “mi rendo conto che in Italia è difficile credere che un’istituzione lavori in maniera onesta” (Vettese).
    Immagino che tu ne sappia qualcosa, inutile far finta di niente, in questo caso si parla di artisti poco corretti, ma quanti critici-curatori scorretti ci sono?

    l’arte come la tv, regno della mistificazione.

  10. La scorrettezza riguarda gli artisti in prima linea, ma credo che in una città come Venezia un operatore dell’arte contemporanea (soprattutto della così attiva come la Bevilacqua La Masa) sappia perfettamente quali sono gli artisti o i gruppi che vengono dal territorio.
    Comunque, il punto è un altro. Angela Vettese ora dovrebbe dichiarare a tutti come la fondazione farà i controlli, chi sarà il garante, su quale criterio i risultati delle selezioni verranno modificati.
    Per il resto nulla da togliere ai meriti di Angela e della sua gestione.

  11. il punto è che da un pò che le selezioni lasciano dei ragionevoli dubbi sulla residenza degli artisti nel veneto , e sulla dichiarazione del reddito … ma pure questa volta non si farà nulla, per via del beneficio del dubbio nei confronti degli adetti ai lavori…e le cose continuano
    beata ingenuità

  12. “se gli artisti barano non si può fare molto, tranne che dei controlli”.
    E’ proprio questo il punto. Sono stati fatti i controlli? Come? Su questi punti sarebbe stato bello ricevere una spiegazione, invece del tentativo di farlo passare come un episodio in fondo positivo perchè “gli studi BLM esistono da 100 anni ma non hanno mai suscitato grande attenzione”.
    E in ogni caso mi sembra che la scelta dei cosiddetti curatori indipendenti per evitare inciuci abbia prodotto esattamente l’effetto contrario…se fosse almeno un occasione per aprire gli occhi sui metodi di lavoro di certe persone, forse davvero questo episodio avrebbe dei risvolti positivi!

  13. Caro Enrico, cari tutti,
    per quello che ne so si stanno facendo dei controlli. Questo non dipende nè dalla volontà della Bevilacqua La Masa (che anzi avrebbe volentieri fatto a meno…), nè dai commenti di Exibart.
    è il comune di Venezia che è intervenuto sotto segnalazione di Luca Rossi. Bisogna ringraziare la commissione cultura del Comune che è evidentemente è rappresentata da bravi funzionari.
    Una rarissima eccezione! Forse l’unica nota positiva di questo caso.

  14. Anche la Cultura diventa miope.

    Parlando di Arte e Cultura la domanda è :
    è giusto escludere chi ha “vinto” un concorso d’ Arte per una questione evidente di merito, per una fatto di “appartenenza” ad un territorio?

    E’ già stata data ampia argomentazione sul significato di “domicilio”.
    E’ chiaro che sono presenti “crepe” tanto nell’accezione lessicale quanto in quella giuridica che consentono tanto di “riammettere” tanto quanto di “escludere”. E’ la caratteristica della nostra lingua e del nostro sistema.
    E’ chiaro che i concorsi in quanto tali devo avere delle restrizioni e dei criteri di selezione.
    E’ chiaro che ci siano dei selezionati e degli esclusi.
    E’ chiaro che le Fondazioni, le Associazioni culturali che operano su un territorio , sostenute grazie alle sue risorse, debbano far si che queste “ricadano” fin da subito sul territorio stesso.
    E’ chiaro, quindi ,che La Fondazione Bevilacqua la Masa ha dovuto, nell’ambito del concorso dare dei criteri che, da un lato restringessero il cerchio di domande e dall’altro dessero giusto conto a chi “spende”.
    Tengo a dire che questa Fondazione è stata per me un “Modello”: ha compreso il valore che ha dare ad ARTISTI DI SPESSORE la possibilità di portare avanti le loro ricerche sul territorio che si intende “valorizzare”.
    Danno a quelle architetture, dispendiosamente riqualificate, un significato artistico e contemporaneo.
    Attivano processi di valorizzazione che completano e danno senso ad un lavoro di recupero che viceversa andrebbe perso.
    Credono che un territorio, una città, si profila nei suoi abitanti e creano le condizioni perchè tra questi soggiornano artisti di livello internazionale e di alto spessore, così che il valore del luogo cresca.
    Sanno che se l’Italia è riconosciuta nella storia come il paese dell’arte e della cultura, merito è tanto all’Artista quanto dei Mecenati che hanno commissionato e invitato i contemporanei del loro tempo a produrre le loro opere nel nostro paese.
    I Mecenati , i Signori e i Principi, ahimè non esistono più ed è per questo che guardo con rispetto e riverenza chi cerca di superare questa mancanza.
    Ho creduto che la restrizione del domicilio, sostanzialmente e notoriamente ben diverso dalle residenza, fosse una labile restrizione volta, si, a sottolineare il rapporto che i selezionati avranno, devono avere o aver avuto con il territorio, ma che non precludesse un aspetto fondamentale del lavoro che la Fondazione porta avanti ovvero la crescita, e la valorizzazione dell’arte contemporanea.
    Se contemporanea è non può non portare con se uno dei fattori fondamentali dei nostri giorni: l’essere appartenenti ad un territorio più ampio dei confini regionali per questioni di relazioni, scambio, lavoro e cultura ed ecco come mi sono spiegata il domicilio in luogo della sola residenza.
    Contemporaneo è cercare una contaminazione di percorsi artistici diversi, che hanno avuto origini in luoghi diversi, innescare uno scambio, un dentro e un fuori, una crescita culturale fruttifera tanto per l’arte quanto per il territorio nel quale si opera.
    Nel leggere il commento dell’autorevole Sig.ra Vettese che definisce dei “bari” artisti selezionati per meriti, che mi permetto di definire, inconfutabili, perchè lei stessa li ha giudicati, mi sento tradita, ingannata da quella è una scelta politica, istituzionale ma soprattutto culturale, che manifesta quanto il nostro paese sia diventato miope e anacronistico: questa è la nostra contemporaneità!
    Spero davvero che si possa trovare un’altra soluzione meno semplicistica dell’additare artisti promettenti accusandoli di raggirato le regole infamando per altro la loro onestà.
    Spero che la soluzione premi il Merito, l’Arte, gli Artisti e soprattutto che questa soluzione sia Contemporanea.

  15. questi artisti hanno raggirato le regole, punto.
    sono stati scorretti con la fondazione (sovvenzionata anche con contributi pubblici), sono stati scorretti con gli artisti che hanno partecipato e sono stati scorretti indirettamente anche con quelli che non hanno partecipato ritenendo di non poter soddisfare i requisiti richiesti.

    sono stati scorreti con il pubblico.
    eticamente si sono comportati in modo pessimo.
    di fatto non sono stati onesti.

    Cristina Amenta fa la giustificazionista,
    vabbe’ che siamo in Italia, ma vogliamo pure fargli il panegirico? ma per piacere!

  16. Cara Cristina, mi sembra che lei non abbia capito il punto della questione. La Bevilacqua La Masa è un’istituzione regionale, nè nazionale nè internazionale come si è portati a pensare. Purtroppo non può che fare il suo compito e farlo bene, nei limiti del suo statuto. L’ha detto chiaramente anche la Vettese.
    Se un artista non vive e lavora nel triveneto non può avere accesso agli studi, non c’è da discutere e neppure da imbrogliare.
    Poi comunque uno è libero di rivolgersi alla Bevilacqua per altri progetti o se preferisce, di trasferirsi in Veneto e provare regolarmente la selezione per gli studi. Ma evitiamo di giustificare: gli artisti non hanno il diritto di dichiarare il falso, come la Fondazione non ha il diritto di non accorgersene!!

    Smettiamo di dare pareri da quattro soldi sulla meritocrazia, per poi avvallare l’illegalità.

  17. Io non giustifico proprio nessuno.

    Al contrario!
    La Fondazione che si è giustificata, e lavata mani e faccia “attaccandosi”ad una lacuna creata da loro.
    (Mi sono solo augurata che la cosa fosse fatta per dare il giusto respiro al progetto).

    Gli artisti superbi e presuntuosi che non sono stati ammessi hanno giustificato il fatto di non essere abbastanza all’altezza attacandosi ad un cavillo.

    Il comune di Venezia si è arrogato il diritto di entrare in una materia che non gli compete!

    Mi sono preoccupata di dire di NON CHIAMARLA CULTURA.

  18. Congratulazioni Gigi, sei un “artista” cittadino perfetto.
    Non scomodare L’etica perche’, guarda, anche Torquemada ne aveva una.

  19. Luca , permetti una domanda (spero non invadente) : tu sei un artista ?

    p.s. : è giusto farti sapere, prima, che io non lo sono e neppure un addetto ai lavori (lo so orrenda etichetta ma adeguata per metterci dentro tutto).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui