21 gennaio 2011

Mimmo Paladino? “Arte Povera”. Un doppio de profundis dal Corriere della Sera di oggi…

 

di

78699
Mimmo Paladino

definito “protagonista dell’Arte Povera”. Un episodio, un errore se non un
refuso: magari una distrazione di un editor, o di un grafico frettoloso. In sé,
niente di clamoroso, cose come queste accadono spesso, nel comporre un
quotidiano. Ma a volte gli episodi giungono a proposito per “scoperchiare”
situazioni croniche, di cui si fanno paradigma.
Come quelle che
tutti possono verificare ogni giorno sulla pagine dell’arte del primo
quotidiano italiano, il Corriere della Sera, autore della scivolata di cui
sopra in un titolo uscito oggi. Paradigma, si diceva, di una situazione
paradossale sulla quale però regna il più unanime e servile silenzio. Se negli
Usa le pagine dell’arte del primo quotidiano – il New York Times – “fanno testo”,
sono una fonte di riferimento, così come accade in Inghilterra per il Guardian,
in Spagna per El Pais, in Italia quelle pressoché inutili pagine sono la più
bieca espressione di stantia baronia immaginabile. Tiranneggiate da decenni da
un personaggio del quale sfuggono i meriti giornalistici e critici, ma invece
non sfuggono le gaffes e le scelte parziali.
E una gaffes –
non sapremmo come altro definirla – è riportare acriticamente in prima pagina
(con ampio approfondimento interno) un’altra grave caduta, stavolta di tutta la
città di Milano, che nel suo irrefrenabile cupio dissolvi butta al macero in un
istante i meriti guadagnati con il Museo del Novecento, rinunciando
definitivamente a dire qualcosa di nuovo sul fronte dell’arte contemporanea. Ovvero
la scelta – direttamente del sindaco Moratti, complimenti vivissimi – di celebrare
Mimmo Paladino in mostra a Palazzo Reale (e anche l’unità d’Italia, non si sa perché,
ma ci sta sempre bene) riallestendo in Piazza Duomo la famosa Montagna di Sale
proposta a Napoli a Piazza Plebiscito nel lontano 1995. Evviva il nuovo, evviva
Milano brillante e progressiva. Ve lo immaginate, per esempio, il sindaco di
Londra proporre per il Fourth Plinth di Trafalgar Square – innegabile e ambito
spazio di ricerca artistica – un’opera già presentata 15 anni prima a Liverpool?
Noi no… (m. m.)

[exibart]

 

5 Commenti

  1. Questo perché in Italia il “migliore” sistema dell’arte tende ad un snobismo, a volte isterico, verso il grande pubblico. Il giornalismo italiano pensa che il massimo dell’arte contemporanea sia la camerette creativa di Lapo Elkan.Inoltre un pubblico analfabeta incontra Musei di Arte Contemporanea che sono solo contenitori per dimostrare velocemente la modernità del comune,provincia o regione. E visto il finanziamento pubblico l’offerta di contenuti e’ al ribasso per andare incontro al pubblico. La stessa dinamica più mitigata la ritroviamo in Unione Europea dove Dan Flavin viene considerato un elettricista.
    Per non parlare del fatto che l’arte in Italia non ha certo lo status che ha a Londra. Spesso l’istituto d’arte in Italia viene visto come il piano B per studenti svogliati e poco brillanti. Se non si inizia a prendere atto della situazione ed incentivare e aiutare la qualità fuori dal giro dei soliti noti , mettendo da parte le faide sotto al campanile, le cose non miglioreranno.

  2. Allora faccio bene io a leggere solo la gazzetta dello sport: ma ci vado io a scrivere di arte nel corriere, almeno queste figure di m.. non le faccio di sicuro.

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