25 gennaio 2011

Il viral marketing? C’est moi. Impazza la campagna per Matisse a Brescia

 

di

78751
Mostrificio,
supermarket dell’arte, se ne sono dette di tutti i colori per bollare la
gestione dei Musei di Santa Giulia di Brescia, rei – percepisce il senso comune
– da badare troppo agli aspetti economici delle proposte e a volte meno a
quelli culturali. Senso comune tutto da verificare, peraltro, e che più
facilmente si potrebbe definire “luogo” comune.
Un fatto è
certo: pochi in Italia sono altrettanto capaci di promuovere le proprie
proposte come da quelle parti, e di mettere in campo tutte le più attuali
modalità di comunicazione, anche le più azzardate. Come l’attacco di viral
marketing a base di stickers messo in atto a Milano, in corso Vercelli, che
vedete nelle foto sopra: centinaia di post it per lanciare la mostra Matisse.
La seduzione di Michelangelo
, in programma a Brescia dal prossimo 11 febbraio…

link correlati
La scheda della
mostra

[exibart]

2 Commenti

  1. secondo me quello non è viral marketing ma semplice pubblicità. il viral marketing di solito sfrutta qualcosa o qualcuno in modo non manifesto facendo circolare il nome del prodotto da pubblicizzare, spesso in modo camuffato e non esplicito a livello di pubblicità subliminale, in modo da convincere il maggior numero di persone a parlarne spontaneamente. forse può essere considerato viral marketing in quanto sfrutta un auto e quindi è pubblicità fuori contesto, ma non è convincente perchè in ogni caso le persone devono avvicinarsi all’auto e staccare il foglio per leggere il comunicato

  2. apprezzatissime iniziative promozionali. anche se la comunicazione visiva non parla di matisse ma colpisce e basta. una forma per qualsiasi contenuto. e quindi lontano dallo stesso.

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