26 gennaio 2011

A Roma l’arte va sui cartelloni pubblicitari. E noi, consentitecelo, ci incazziamo un filino

 

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Che l’arte contemporanea si palesi laddove il pubblico meno se la può aspettare è ormai cosa cui siamo abituati da già forse una quarantina d’anni. Che però questa commistione finisca per legittimare e sdoganare contesti dove si fa spregio del paesaggio, della cultura, del buon senso (e delle regole) è oggettivamente paradossale.
E paradossale è a nostro avviso il progetto che la Fondazione Pastificio Cerere inaugura giovedì 27 gennaio a Roma. Proprio a Roma, città trasfigurata da una cartellonistica che non ha eguali al mondo, una fondazione che punta tutto sulla didattica e l’educazione al contemporaneo (come potrete leggere nell’intervista al neodirettore artistico, Marcello Smarrelli, su questo numero di Exibart.onpaper) si appresta ad esporre lavori d’arte su impianti pubblicitari outdoor. Il primo artista invitato per il progetto Postcard from… è Raphael Zarka, 34enne parigino che quando osserverà i suoi lavori inseriti nella jungla cartellonara della capitale d’Italia si farà una domanda molto semplice: “come mai nella mia Parigi la pubblicità è raccolta da una sola ditta con impianti di design e ordinati mentre qui a Roma c’è il caos più totale con 350 società a spartirsi un mercato come avvoltoi su una carogna?”.
La risposta è presto data: questo particolare settore è nell’Urbe dominato da lobby indicibili, pressioni inconfessabili e non pochi interessi della criminalità organizzata, ai danni alle poche ditte oneste. Il risultato è uno scenario surreale nel quale il 99% dei cartelli violano, a seconda dei casi, o il Regolamento Comunale o il Codice della Strada o il Codice dei Beni Culturali. Peccato che da anni (ma enormemente di più con l’arrivo dell’amministrazione Alemanno) il Comune decida di coprire gli abusi, condonare tutto, andare in deroga alle leggi dello Stato. Così tutti si trasformano, in qualche modo, in regolari e autorizzati.
E dunque assolutamente autorizzati (se ci si azzarda a porre il problema, la lettera dell’avvocato giunge in un nanosecondo) sono anche gli impianti della ditta APA, che collabora al progetto e mette a disposizione le strutture. Regolare è il cartellone che, in Piazza Esedra (nella foto), oscura i porticati del Koch, la fontana del Rutelli e la Basilica di Santa Maria degli Angeli di Michelangelo. Regolare è il cartellone comparso in piena ZTL, di fronte al palazzo del Banco di Santo Spirito firmato nel cinquecento dal Sangallo. Regolare è l’impianto sorto qualche settimana fa lungo le Mura Aureliane a venti metri da Porta del Popolo. O quello piantato giusto sulle strisce pedonali davanti ad una scuola (a proposito di didattica!): il glorioso Liceo Tasso vicino a Via Veneto. E, ahinoi, potremmo andare avanti mezza giornata, ma invitiamo semplicemente i lettori a farsi una passeggiata ed a costruirsi una propria opinione.
Chissà se l’arte contemporanea “dove non ci aspetteremmo di trovarla” (come recita il comunicato stampa di questo progetto che sarebbe stato eccellente ovunque fuorché a Roma) verrà affissa anche in questi contesti. Contesti dove l’unica cosa che non ci aspetteremmo di trovare è un cartellone pubblicitario… 

Inaugurazione: giovedì 27 gennaio 2011 – ore 18.00
Dal 27 gennaio al 26 marzo 2011
Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni 7 e dieci luoghi della città di Roma
0645422960
info@pastificiocerere.it
www.pastificiocerere.it

[exibart]

 

4 Commenti

  1. Exibart è tra le pochissime testate che da anni cerca di sensibilizzare la gente nei confronti questo scempio. Complimenti per quello che state facendo.
    Spero che qualcuno un giorno o l’altro vi stia a sentire… Anche se, per come vanno le cose, mi sembra difficile crederlo… continuate così.

  2. I romani hanno quello che si meritano, avendo votato un coacervo di camerati che puzzano di fascismo da lontano.
    Sarebbe interessante che gli artisti facessero un processo contro questa o le mille altre offese visive che si perpetuano in città.

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