30 gennaio 2011

Da Bologna: una bella mostra, sì, ma l’ultima. La galleria Neon saluta e se ne va

 

di

La location di Neon
“Difetto come indizio del desiderio”, il titolo. Andrea Bruciati, il curatore. Una quadreria, lì in fondo alla galleria, di grande effetto e di grande qualità ingemmata nel bailamme della Notte Bianca dell’arte bolognese durante Arte Fiera. Una boccata d’aria e una sferzata d’energia. Un ultimo tuffo prima della fine delle attività per la galleria forse più significativa di Bologna. Uno degli spazi più importanti nell’ultimo quarto di secolo d’arte contemporanea italiana. Neon, dopo trent’anni esatti dalla sua nascita, chiude bottega per mere difficoltà economiche che ne impossibilitano il proseguimento delle attività. Dagli anni di Francesca Alinovi agli anni Novanta passando per l’apertura a Milano e i vari trasferimenti fino all’ultima affascinante sede a Bologna.
La chiusura di Neon è un pessimo segnale sia per la ZonaMambo, dove si stava creando un distretto di gallerie, sia per tutta Bologna”, ci dichiara un gallerista vicino-di-casa di Neon che vuole rimanere anonimo. Un pessimo segnale per tutta Italia, aggiungiamo noi…

[exibart]

7 Commenti

  1. e diciamo allora grazie per tutto quello che ha fatto a Gino Gianuizzi.
    Peccato! Qualcuno con il grano avrebbe potuto sostenerlo.
    Speriamo rinasca presto.

  2. Massimo rispetto per Gino e la Neon. Bisogna anche dire però che, dagli anni 90 in poi,Neon ha avuto l’esclusiva dei contributi pubblici e privati a Bologna Ciò ha impedito la crescita di altre realtà simili in quella scena artistica e questo non è stato un bene

  3. Politi ha definito la Neon l’ASL della giovane arte italiana, ed è vero, nel bene (palestra in libertà) che nel male (prendere su tutti senza attenzione ai contenuti). La sfida del contemporaneo oggi, è meritarsi i soldi pubblici; e in questo nè con luca beatrice ma neanche con la cricca garuttina di milano.

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