30 gennaio 2011

Da Bologna: la serata più in? Per Maïmouna Guerresi nel salone del Concilio di Trento

 

di

Opere di Maïmouna Patrizia Guerresi a Palazzo Bevilacqua Ariosti
Non capita a
tutti di poter esporre nel salone dello storico Palazzo Bevilacqua Ariosti, la
dove è stata apposta la firma di quel Concilio di Trento che ha dato vita alla
Controriforma e a tanta arte antica. Finora è capitato solo a Maïmouna Patrizia
Guerresi
, artista veronese convertita al sufismo baifal, già ospite della
Biennale di Venezia (invitata da Tommaso Trini nel 1982 e da Arturo Schwarz nel
1986) e di Documenta Kassel edizione 1987. Ad accoglierla, in quella che è la
propria usuale dimora, ci ha pensato ieri sera il Marchese Ippolito Bevilacqua
Ariosti, in compagnia di un centinaio di super vip. Lista blindatissima e
rappresentanti di nobili casate come i Frescobaldi, i Della Rovere, gli Sforza,
i Sassoli De Bianchi. Non mancavano politici in vista, qualche volto della
televisione, il neopresidente della Quadriennale di Roma Jas Gavronski e il
direttore del Mambo Gianfranco Maraniello. Presenti anche Silvia Evangelisti,
Marina Ripa di Meana, la collezionista Isabella del Frate, Nicolaj Angeroff da
Mosca, ed il producer milanese Marco Gualtieri.
La mostra, intitolata Poema del
mantello
, presenta sculture, fotografie e video di un’artista che ha
radicalmente spostato la propria identità culturale, slittando verso un
universo creativo che, come quello della collega Shirin Neshat, narra l’universo
spirituale islamico da un punto di vista femminile, densamente lirico, ma anche
elegantemente astratto. Invitata alla Biennale Africaine de la Photographie nel
2009, presso il Musèe National du Bamako, in Mali, Maïmouna Guerresi è diventata per le istituzioni europee una
rappresentante di punta dell’arte africana contemporanea. Il 2011 la vedrà
impegnata nella personale presso il Kiasma Museum of Contemporary Art di
Helsinki e a Milano presso Palazzo Morando.
L’evento bolognese, curato da Eli Sassoli de’ Bianchi e dall’infaticabile Paola
Colombari, ha avuto come ultimo illustre ospite Vittorio Sgarbi, il quale,
fedele alle proprie abitudini, ha visitato la mostra a porte chiuse alle due
del mattino… (nicola davide
angerame
)

[exibart]

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