02 febbraio 2011

Anche Alemanno taglia la cultura. E senza sponsor il Macro chiude…

 

di

Gianni Alemanno

I dietrologi –
che qualche volta “c’azzeccano”, però – potrebbero pensare: ecco perché! Ecco perché
il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel recente rimpasto di giunta, ha guardato
bene di lasciare fuori l’amatissimo e stimatissimo – senza distinzioni di
colore o posizione nell’emiciclo – assessore Umberto Croppi. Perché con lui in
giunta difficilmente gli sarebbe riuscito quello che ora si prospetta: una
falcidie dei fondi destinati alla cultura, che nelle previsioni di budget subiscono una
diminuzione del 50 per cento.

Di quanto si
parla? A fronte degli oltre 60 milioni di euro assegnati a teatri, musei, fondazioni
ed enti culturali dalla giunta Alemanno nel 2010, si passerebbe nel 2011 a meno di 30 milioni,
secondo i calcoli – ci auguriamo sbagliati – fatti da La Repubblica. E gli
esempi, per le singole voci, sono impietosi: all’azienda speciale Palaexpo – Palazzo
delle Esposizioni più Scuderie del Quirinale – andranno 2 milioni di euro, un
quinto dei 10 milioni avuti lo scorso anno, Chiostro del Bramante e Vittoriano avranno
soltanto 40mila euro rispetto ai 600mila del 2010, Musica per Roma, che gestisce
Auditorium, avrà 3 milioni rispetto ai quasi 5 dell’anno scorso. E il Macro? Il
bilancio di previsione parla di fabbisogni per 8 milioni di euro, con riduzioni
come queste soltanto gli sponsor potranno salvare la creatura di Odile Decq.
30 milioni di
tagli, insomma: e qualcuno nota come ben maggiore – 60 milioni l’anno – sia stato
stimato il costo della ormai famosa parentopoli romana. Come dire: le risorse
dell’amministrazione comunale sono transitate dagli investimenti in cultura al
pagamento delle buste paga degli amici e dei parenti fatti assumere a chiamata
diretta nelle municipalizzate. Non s’era visto niente di lontanamente
paragonabile neppure nelle giunte pentapartitiche degli anni Ottanta…

[exibart]

 

13 Commenti

  1. Bhe bisogna capire in che misura il macro ha bisogno di sponsor, perché forse ci vuole anche un pubblico interessato, se no invece di un museo sarebbe meglio fare in modo di appassionare e coinvolgere il pubblico.

  2. Caro Barbero invece di spingere i tuoi “amichetti” di Vicenza come A. Duff ( cosa che fai da anni) perchè non ti occupi di portare un pò di gente a questo derelitto che chiamiamo MACRO?

  3. Non era meglio un ospedale? magari ci facevamo finanziare da un museo cinese, gli mendavamo le foto della costruzione via web… Per ora ci teniamo l’ecomostro.

  4. Mi sembra invece che forse sarebbe stato meglio risparmiare i 200 milioni spesi per quello scatolone vuoto che e’ il MAXXI…continuo a non credere che Roma abbia bisogno di due musei d’arte contemporanea.

  5. resto basita su come i commenti ad una notizia disgustosa come questa la gente non sappia fare altro che prendersela col direttore di un museo o con un’ architettura non di suo gusto…ragazzi sveglia! si sta parlando di tagli alla cultura!!

  6. Brava Claudia! E perché mai nessuno pensa che un chilometro di alta velocità in Italia costa dai 10 ai 30 milioni di euro? Ma anche volendo ritenere quest’ultimo dato comunque necessario per lo sviluppo dell’Italia, perché così non dovrebbe essere per un museo, anche se costoso nella vicenda progettuale (che senz’altro sarà stata dilatata dalle italianissime capacità di gonfiare ogni possibile capitolato)? E’ comunque un dramma verificare che il taglio alla cultura (perpetrato non a caso quando si è eliminato l’unico ostacolo a questo provvedimento, il che significa che uomini validi e apprezzati da ogni lato della barricata fanno ancora paura) sia così insensato da poter affossare anche l’ultimo “investimento” e che questo danno sia imputato (perché?) a un direttore che mi sembra sia stato capace comunque di operare egregiamente per costituire un buon deposito di opere pubbliche e buone relazioni con tutti gli operatori pubblici e privati.
    Non capisco perché il tiro è sempre al piccione quando bisognerebbe tirare alle aquile e non si comprende che, alla fine, i piccioni siamo noi.

  7. Lo scatolone del Macro, si presterebbe bene per fare un’ottimo allevamento di conigli nostrani. Non solo, anche la festa del coniglio, in omaggio a Cerere, la dea della fertilità. Sarebbe un’ idea geniale per l’arte e il pubblico. Immaginate gli artisti con due lunghe orecchie tra stuoli di conigli ballonzonanti e un pubblico divertito. In questo modo il Macro acquisterebbe una visibilità e centralità prima sconosciuta.

  8. Annamariarusso, hai ragione…il macro è cosi magico che ha fatto sparire l’esiguo pubblico dell’arte e il “timoniere direttore” è colato a picco.

  9. Giampaolo, l’Italia ha bisogno di persone con le palle e non di musei gestiti con i piedi, da burocrati dell’arte, spendaccioni e inconcludenti.

  10. boh…a me sembrava di parlare in italiano…e anche in maniera abbastanza lineare…

    con le palle non si pagano i conti, il primo modo per pagarli è non fare sprechi: ritengo che il MAXXI sia stato uno spreco.

  11. Giampaolo, per uomini con le palle, intendo dirigenti preparati, non raccomandati, che siano all’altezza di gestire un museo e di portare avanti progetti interessanti, con coscienza e parsimonia: senza sprecare soldi pubblici in cose inutili.

  12. Il Macro va dato da gestire ad un privato che lo faccia rendere, e se vuole farlo diventare una balera, a me va benissimo, basta che paghi l’affitto al comune di Roma e che non mi faccia più spendere un euro come contribuente!
    era comunque destinato ad un fallimento di pubblico, come lo è per tutti i brutti musei del contemporaneo, vuoti di arte e pieni di baggianate! La gente non la puoi prendere per i fondelli per sempre!

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