05 febbraio 2011

Il regno veronese di Paola Marini. Dopo Castelvecchio e i Musei Civici, ora anche Palazzo Forti

 

di

Paola Marini, a destra, durante la conferenza stampa
C’erano una
volta l’arte antica, moderna e contemporanea. A Verona la favola è un’altra. Oggi
l’acefalo Palazzo Forti ha un cervello nuovo, o meglio rigenerato, perché è
quello di Paola Marini, già a capo del Museo d’Arte Antica e Moderna di
Castelvecchio e dei Musei Civici scaligeri. “Ti manca solo il Museo di Storia
Naturale!
”, ha ironizzato in conferenza stampa Gabriele Ren, responsabile dell’area
cultura del Comune. Che ha prestato finora la sua di materia grigia, per
sopperire all’abdicante Giorgio Cortenova, guida della Gamc di Verona fino al
2008.
E se è vero che, mentre il già criticato Cortenova insegnava arte contemporanea
a Bologna, la Marini
si specializzava su Bibiena e Palladio, il programma della direttorissima non
sarà visionario, ma almeno è vivace. “Sono direttore in tempi di emergenza”, si
schernisce la neonominata, “Ho accettato l’opportunità di servire la mia città
con consapevolezza dell’impegno che m’attende
”. Bisogna ammettere che il “suo” Castelvecchio
si è svecchiato senza snaturarsi, complici Pietro Consagra, Herbert Hamak e la
collaborazione con la fiera ArtVerona, foriera di incursioni di giovani
artisti, quali Galvani, Galtarossa, Trevisani.
Primi passi? A metà aprile Chagall direttamente da Roma e in autunno la Transavanguardia
atterrata dal pianeta Mart, al comando di Gabriella Belli e Bonito Oliva.
Oliato di umiltà tutto scorre. (b. b.)

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