06 febbraio 2011

ABO show a Foligno. “D’Alema? Non può vincere, non ‘buca’…”

 

di

Basilico e Bonito Oliva a Foligno
Nell’arte di
oggi sono cambiate profondamente le priorità, quella di Cattelan, o della
Beecroft, non è creazione, è comunicazione. Oggi anche nell’espressione
artistica conta bucare lo schermo, come alla tv… Pure in politica: perché D’Alema
non vince mai alle elezioni? Perché non buca…
”.
C’era una folla
come ormai si vede solo in provincia, quando un appuntamento con Achille Bonito
Oliva
diventa “l’appuntamento”, capace di riempire ben due auditorium (uno con
maxischermo). Il tutto a Foligno, dove – a margine della mostra dedicata a
Gabriele Basilico dal Centro Italiano Arte Contemporanea – era in programma un
incontro con lo stesso fotografo e con il grande ABO, sul tema Fotografare la città.
Lungo excursus
di Basilico sulla genesi del suo rapporto con l’ambiente urbano e sulle sue
serie fotografiche (tre delle quali al centro della mostra), e poi –
letteralmente – sale in cattedra Bonito Oliva. Che ammonisce fin da subito: “Basilico
ha parlato di sé, per cui anche io parlerò di me
”. E abbandona il tema dell’incontro,
per lanciarsi in un apprezzato viaggio dal Rinascimento all’arte d’oggi, dal
suo genio del Novecento – Picasso – fino alla moda. “Oggi tutti vogliono
mischiare arte e moda: ma c’è una differenza sostanziale. L’artista prima crea
la sua opera, poi pensa a come esporla, venderla, farla viaggiare; il creatore
di moda, invece, prima fa un’indagine di mercato per capire il suo pubblico
cosa vuole, poi crea le sue collezioni…
”.

[exibart]

2 Commenti

  1. GUARDA UN PO’ CHE SCOPERTA RIVOLUZIONARIA : MODA, INDAGINE DI MERCATO. ARTE CREAZIONE DI GUSTO ALLA MODA DEL MOMENTO.

  2. Omaggio a Dennis Oppenheim
    L’artista statunitense Dennis Oppenheim, uno dei maggiori esponenti della Land Art, è morto sabato notte a New York all’età di 73 anni in seguito a un tumore al fegato. Anno dopo anno, nella sua vita artistica vi si susseguono soluzione di continuità, intrecciandosi dagli esordi tra i più qualificati e rigorosi esponenti della Land Art, ha operato preferenzialmente su aree quali campi innevati e fiumi gelati in cui l’azione, il tracciato di solchi o cerchi concentrici, avesse carattere estremamente effimero. Ha vissuto insieme a Robert Smithson, Michael Heizer, Vito Acconci e Robert Morris le fondamentali esperienze dell’arte ambientale. E anno dopo anno, capolavoro dopo capolavoro, registrano e rispecchiano come un diario le tante “fasi di crescita”, continuamente sorprendenti, in quella sua vocazione per le scommesse definitive di mettere in gioco tutto se stesso, ogni volta, in ogni trama, in ogni scelta artistica ha esplorato i confini del rischio personale attraverso la trasformazione e la comunicazione. Nel 1981 ha aperto un nuovo capitolo, con pezzi di macchine, costruzioni complesse che ha utilizzato per creare una metafora del processo artistico di oggetti di uso quotidiano prodotti in grande scala, quale fusione della scultura con l’architettura.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui