08 febbraio 2011

Padiglione Italia nel mondo. E Sgarbi cerca giovani per lavorare alla Biennale…

 

di

Vittorio SgarbiOrganizzazione eventi,
gestione e cura dei mercati dell’arte, storia dell’arte, editoria. Queste le
materie al centro delle “Internship”, con le quali Vittorio Sgarbi, curatore
del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2011, intende formare la squadra
che lo affiancherà nella complessa organizzazione dei tanti eventi.
Complessa, visto
che come annunciato da tempo in occasione della ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia,
Sgarbi ha inteso estendere il Padiglione organizzando mostre il 27 città
italiane ed 89 città di tutto il mondo dove operano artisti italiani, appoggiandosi
agli Istituti Italiani di Cultura
Per questo
grande progetto, quindi, ora si cercano giovani under 26 disposti ad effettuare
un periodo di formazione di 5 mesi, che si svolgerà presso la sede di Roma di
Arthemisia Group, finalizzato al lavoro di organizzazione del Padiglione Italia.

Per informazioni
e invio curriculum: padiglioneitalia@arthemisia.it

[exibart]

35 Commenti

  1. Nonostante tutto, non si può che dire finalmente! Una rappresentazione del merito e un’iniziativa ottima per i giovani, lontano dai soliti opportunismi di questo paese. Non resta che aspettare la Biennale! Un applauso

  2. Ecco i nostri soldi come vengono gestiti, pagando aziende per corsi di formazione. La Biennale è 4 mesi e Sgarbi deve ancora comporre la squadra e invitare gli artisti (che saranno 1000 e quindi nessuno).
    Non resta che dire Bice Curiger salvaci tu da questo scempio, almeno tu prova a far una bella mostra.

  3. A Sgarbi la curatela del Padiglione Italia. Perchè far lavorare qualcun altro, magari con qualità ben maggiori, in questo paese pare brutto.
    Ma soprattutto: “Per questo grande progetto si cercano giovani under 26 disposti ad effettuare un periodo di formazione di 5 mesi finalizzato al lavoro di organizzazione del Padiglione Italia”. Perchè pagare la gente, magari qualificata per lavorare nel mondo della cultura pare ancora più brutto. Continuiamo a sfruttare i giovani con il pretesto ben confezionato della formazione.

  4. tra Sgarbi e Bice Curiger- donna intelligente che però molto possibilmente per naturali ragioni logistiche non ha fatto/farà personalmente la selezione degli artisti, data la compromessione di interessi altri… anche questa Biennale sarà per noi italiani- un suicidio collettivo… insomma “Verrà il Giorno” – il solito Dies Irae / Biennale… in cui si farà la Grande Figura Demmerda… (compitato come da fonetica)… o nella migliore delle ipotesi… si passerà inosservati (e io prego…)
    Temo che per limitare il danno delle FigurE nazionali si potrebbe addirittura suggerire a chi di dovere, una volta individuatolo, di trasferire il baraccone altrove… almeno non faremmo la figura meschina in casa nostra… le figure di merda a casa degli altri, di solito, si dimenticano più facilmente…
    ha(è una provocazione… ovviamente…)

  5. ….mi aspettavo leggendo in un’opportunità..chissà…invece poi è riservato a giovani sotto i 26 anni che lavoreranno gratuitamente x 5 mesi… e anche fieri di farlo perchè “non si sa mai”.
    ecco MAI è la parola d’ordine e FUGGIAMO IN MASSA la risposta. sempre piu amareggiata.

  6. non sono mai stato pro sgarbi ma per una volta che l’idea è interessante non vedo perchè no! per tanti giovani sarà una vera occasione per vedere da vicino certe realtà. un’occasione forse unica.

  7. Ma in giro ho letto che Sgarbi vorrebbe portare al padiglione italiano la cucina italiana, i cuochi, il museo della mafia di Salemi con in testa i quadri del pentito mafioso Mutolo. Vi risulta che queste cose siano state confermate?

  8. Semplicemente un emerita schifezza .
    Solo in Italia e in Francia ci sono figure così fuori dal sistema dell’ arte contemporanea (preparazione , forma mentis , contatti , competenze e tanto altro)che hanno potere .
    La figura politica del burocrate che non sa e non capisce realmente di cultura .
    Sarà una mostra di provincia catapultata in contesto internazionale .
    Quanto siamo grezzi noi italiani che non vediamo e vogliamo la vera cultura !

    P.S. In modo molto criptico vi dirò che alcuni giovani notissimi artisti d’ arte contemporanea pronti a tutto hanno contattato Sgarbi .
    Sono rimasto esterefatto perché non c’é più decenza come si fa a fare una corte serrata a Bonami , a Gioni , al sistema vero dell’ arte Contemporanea ed allo stesso modo proporsi a Sgarbi ?
    Viva il potere ?
    Gli artisti coinvolti sarebbe anche così attenti ad apparire di estrema sinistra .
    La querenza non va di moda in Italia , serve solo per dissimulare e buttare fango sugli altri e meglio sempre scavalgare , mentire ed essere sempre presenti !

  9. Caro Vic, è come pensi tu e anche peggio. Il padiglioneitalia di Stato/Arthemisia… leggi in giro e ne vedrai delle belle.

  10. -Ma in giro ho letto che Sgarbi vorrebbe portare al padiglione italiano la cucina italiana, i cuochi, il museo della mafia di Salemi con in testa i quadri del pentito mafioso Mutolo.-

    un po’ le stesse cose che porteranno all’expo milano 2015

  11. ma perchè non vi informate, invece di sparare cazzate gratuite e inutili? per esempio leggendo l’intervista a sgarbi del sottoscritto sull’ultimo exibart.onpaper?
    vi renderete conto che quelle che borbottate sono solo piccolissime parti della verità
    sgarbi presenterà un progetto molto ampio, in quanto tale pieno di cose che a molti non piaceranno
    ma anche pieno di cose che a molti altri piacveranno
    certamente diverso dall’ultimo padiglione (sul quale autocensuro ogni definizione) o del precedente, con due artisti due strasicuri e visti mille volte ovunque
    cioè nulla di diverso da quanto si può vedere alla Fondazione Prada o alla Sandretto, per esempio (non casuale)
    ma il compito della Biennale NON è quello…

    per chi critica l’apertura ai giovani (gratis, che orrore): un’opportunità che quelli intelligenti faranno carte false per avere,
    gli altri sono “bamboccioni” nati vecchi e morti giovani

  12. certo che se anche i moderatori e collaboratori di exibart si mettono ad utilizzare un linguaggio da scaricatori di porto ed un tono di supponenza da….Vittorio Sgarbi non c’è proprio più nemmeno la speranza di risollevare gli standard della discussione. Caro Mattioli, dire che chi non la pensa come lei “spara cazzate” è la tomba del dialogo.
    D’altra parte, entrando nel merito della questione, non mi pare che le interessi più di tanto spiegarci perché dovremmo sospendere il giudizio su un padiglione (ma è “pieno di cose”!) quando il problema è proprio questo: siamo preoccupati di fronte alla prospettiva di un calderone indistinto, di un’orizzontalità anche crono-topica che appare, al momento, una disfatta totale quanto annunciata. Ma poi non scherziamo, siamo a febbraio e questi cercano ancora gli schiavetti (come a Salemi) per rabberciare un allestimento dilettantesco, un catalogo inguardabile e chissà quante altre oscenità. Sono prevenuto? No, ho visto più di una volta come lavora Sgarbi, ad esempio a Spoleto per non parlare di Milano o il Male (…) a Torino qualche anno fa. Personalmente credo che a Sgarbi non freghi proprio nulla della biennale e infatti demanderà il tutto agli stagisti. A lui interessa fare TV, ormai per lui l’arte è solo l’indotto.
    Ultima cosa, forse la più importante: sul lavoro gratis gradirei si rimangiasse le sue parole o che andasse lei a sgobbare gratis “che almeno fa curriculum”. Delirare in questo modo sulla piaga degli stage non retribuiti è veramente uno schifo. In ogni caso credo che inserire nel proprio cv un’esperienza di questo tipo non possa che essere controproducente

  13. Se mi confermate le cose che avevo chiesto prima, non capisco cosa c’entrino i cuochi italiani al padiglione italiano della Biennale d’Arte Visiva di Venezia, e specialmente il museo della mafia di Salemi che da quello che ho letto in rete, penso sia anche un qualcosa di diseducativo. Dalle descrizioni mi è parso come una sorta di luna park dell’orrore in cui fanno entrare la gente dentro delle cabine per far rivivere in maniera realistica degli omicidi di mafia. Addirittura pare che delle persone, dopo aver vissuto quell’ esperienza si sono sentite male, hanno vietato l’accesso al museo ai minori di anni 16! Finirà che la gente andrà in questo museo della mafia non per ricevere informazioni educative su cosa significhi la mafia, ma per soddisfare il gusto morboso dello splatter e ricevere emozioni forti. Non posso andare i sicilia per vederlo ma mi interesserebbe capire se sia veramente così. Inoltre mi chiedo se un mafioso come mutolo che ha l’hobby della pittura possa assumere una dignità artistica attraverso una presenza alla Biennale. Cioè nella storia ci sono stati tanti criminali dimostratisi bravi artisti ma i quadri di Mutolo che ho visto fanno veramente schifo e non hanno nessun senso. Onestamente non ci capisco più nulla di questa Biennale baraccone…ho le idee molto confuse, mi leggerò l’intervista a Sgarbi, ne ho lette altre ma non mi hanno “rassicurato”.

  14. accetto il rimprovero per il linguaggio, e me ne scuso
    per il resto, maledico di aver derogato alla mia regola di non intervenire mai
    dove avrei detto che “spara c…” chi non la pensa come me? ho detto e confermo che lo fa chi sputa sentenze senza essere informato
    salto a piè pari il resto…
    ma non mi rimangio un bel niente sugli stages: queste osservazioni sindacaleggianti sono vecchie ammuffite, chi vale il lavoro lo trova, e fare un’esperienza di alto livello come la Biennale è solo un’opportunità preziosa

  15. -un’opportunità che quelli intelligenti faranno carte false per avere,
    gli altri sono “bamboccioni” nati vecchi e morti giovani-

    mi pare che padova scoppia sia già crepato (o meglio scoppiato durante un banchetto), continuare a usare la parola bamboccioni è da zombie dislessici . nascere vecchio e morire giovane inoltre è il sogno di molta più gente di quanto tu possa lontanamente immaginare, anzi direi che lo scopo principale della scienza è invertire il processo di invecchiamento per evitare che le arterie si occludano e scoppino quando meno te lo aspetti .

  16. Quindi, per mm, questo padiglione “sgarbiano” vale a-priori perché (nell’ordine):
    – è un’opportunità per molti giovani di lavorare (lavorare?) in un ambiente stimolante (e poi chi vale, il lavoro lo trova, non è vero? L’Italia della cultura – e di molti altri settori purtroppo – ha però un andamento lievemente diverso e la dimostrazione è uno Sgarbi alla guida di un carrozzone commemorativo buono per il 150o ma che con la Biennale non c’entra).
    – si offriranno molti e diversi punti di vista, dato che le scelte degli artisti dipenderanno da tutti tranne che dal “curatore” – fatto salvo per due tre segnalazioni);
    – sarà un modo di far arrivare dovunque l’arte italiana con i distaccamenti regionali e all’estero. Ma la Biennale da sola non lo fa già e con grande risonanza da Venezia?
    Altri dicono anche:
    – non c’è la solita cricca delle gallerie che imperversano nella scena contemporanea e nella Biennale (sembra siano tutti informati…). Però ce ne saranno molte altre in più cui, anzi, è stato esplicitamente chiesto di contribuire anche economicamente per mandare i propri artisti (e questo come si chiama?)
    Altro a piacere.
    Le mostre di cui si parla sono complementi al Padiglione Italia. Di queste la qualità sarà valutata, ma rappresentano le “ospitate” sanremesi rispetto al ruolo dei cantanti in gara. Avranno valore pubblicistico per chi vi parteciperà, ma non costituiscono il nodo della questione (l’arte italiana nel contesto internazionale della Biennale, che è quello che conta).
    Ciò che è certo è che:
    – mancherà una direzione critica di qualsiasi natura e questo, di fatto, penalizzerà anche qualche buona proposta che faticherà a emergere.
    – mancherà una vera scelta degli artisti, ma siccome le persone coinvolte saranno migliaia sarà impossibile trovare qualcuno che dissenta
    – Il populismo diffuso che permea questa edizione strozzerà ogni verità sulla qualità della stessa. Cortine di fumogeni per impedire di vedere bene i particolari.
    Infine, personalmente, ritengo che Sgarbi, quando si cimenta nel contemporaneo (e poi dove altro si cimenta? Perché mi sfugge l’attività critica del nostro negli ultimi 10 anni) ha idee deboli e poco interessanti; è un’opinione, s’intende, per me comprovata dai casi citati da Davide a cui aggiungo l’ “antibiennale” di Milano di qualche anno fa che nessuno ricorda se non per l’inopportuno quanto innocuo (perché la videro ben pochi e ancor meno la apprezzarono) clamore con cui venne strombazzata.
    Ma possiamo stare sicuri: chi potrà giudicare un giudice che – pagato per questo – non fa nessuna scelta e si guarda bene dal dare un’impronta teorica forte al suo “lavoro”?
    E’ così che deve agire un critico? E’ così che devono essere presentati artisti italiani alla Biennale (palco internazionale e importante sopra ogni altro)?
    Se mm contesta (correttamente) la passata edizione del pad.italia cosa pensa che troverà quest’anno: la svolta? O si confonde una diversa organizzazione (non a caso si parla perlopiù dei dettagli e non della sostanza) con una svolta culturale? Ovvero: è forse questa la nostra cultura?
    Cosa deve pretendere il pubblico non solo italiano a una Biennale?
    Bonami fu vago e assai poco convincente come timoroso di prendere davvero posizione, ma si avvalse di qualche buon nome e di uno spirito anarchico che giocò a suo favore; anche Gioni ebbe difficoltà a esprimersi ma portò un’impronta interessante e foriera di novità (ed era ancora giovanissimo) alla 50a edizione e in realtà la sua piccola “Zona” ebbe un’importante risonanza e gli artisti da lui scelti pure.
    Sgarbi se la caverà a reti unificate con quali note, con quali esempi didattici, critici, teorici? Chi si ricorderà di dieci nomi fra i mille che saranno presentati? Non si rischierà forse – e mi pare lo stiamo già facendo – di parlare troppo delle “cornici” (gastronomia, mostre collaterali, numeri poderosi, i “saggi” investiti delle scelte – pensa quante ricche interviste! ecc. ecc.) e poco delle “tele”? Anche questa è una tattica per chi ha poche idee.
    Per far lavorare ragazzi gratis c’è volontariato nobilissimo in molti campi (cultura soprattutto), e purtroppo, esperienza insegna che al volontariato gratuito spesso ci si ferma, mentre si fanno belle le istituzioni con le facce fresche in prima fila (fa sempre tanto “stiamo con la gioventù”). Immancabile sarà la presenza, a questo punto, del Ministro Meloni alla vernice.
    Anch’io ho fatto tanti campi archeologici all’università (ovviamente gratuiti, va da sé, ero lì per studio), ma i siti venivano chiusi l’anno dopo per mancanza di fondi, il nostro lavoro frustrato, e le miserabili sorti dell’archeologia in Italia mi hanno vigliaccamente fatto desistere dal procedere in quella direzione. Ma la partecipazione a quei campi estivi era dovuta per gli studenti, non era sbandierata come un’innovazione che apriva mille frontiere.
    E’ davvero questo di cui l’arte italiana ha bisogno oggi? O non piuttosto progetti forti, menti acute, artisti vincenti corrisposti da un pubblico davvero colto ancora da costruire e che sappia pretendere, obblighi a dare?
    Denigrare a priori non va bene, naturalmente, così come esaltare preventivamente. Ma la garanzia di qualità la detta il lavoro fatto in passato, non un’abile operazione di marketing orchestrata nel solito modo bondiano di concepire la cultura italiana: un palcoscenico comodo per far parlare di sé in altri contesti che con la cultura e l’arte non hanno nulla a che vedere.
    Le paillettes per farci scordare che i musei non hanno più risorse, che gli artisti non hanno spazi né politiche culturali di riferimento come in Germania, Francia e Inghilterra, che i critici non hanno contesti accademici adeguati dove mettere alla prova le loro idee.
    Che infatti, disperse e senza platee adeguate, non riescono a strutturare una scuola o una tradizione di pensiero.
    Così gli Sgarbi possono lavorare in pace, senza concorrenza.

  17. Piccola osservazione: sono necessari 5 mesi di formazione, la Biennale apre il 4 giugno….vale a dire fra meno di 5 mesi….come si fa?

  18. Ma quindi il dubbio mi sorge spontaneo…al di là delle eventuali remote possibilità di lavoro futuro per i giovani che faranno l’internship (che poi diciamo le cose come sono, è una sorta di stage), mi chiedo se i giovani che sono formati già nel settore magari con precedenti stage, internship, collaborazioni non pagate con enti nazionali e internazionali (giuro che in Italia ce ne sono e tanti), non potrebbero essere impiegati in tali attività e fare parte della squadra “sgarbiana”? Magari pagati decentemente?

    Mi sembra che così si darebbe lavoro a chi formato lo è, si risparmierebbe il tempo della formazione e si eviterebbe di ultraformare persone che dopo stage e internship probabilmente non troveranno posto sul mercato del lavoro perchè saturo di stagisti sotto o nulla-pagati…

    Mhh…mi sembra quasi che qui si voglia risparmiare in personale, accaparrarsi giovani professionali e disposti a darsi molto da fare e condire il tutto con un pò di pubblicità sul tema “diamo spazio ai giovani”…

  19. Trovo quantomeno singolare che il vocabolario nell’ambiente “artistico” si arrichisca continuamente di termini mutuati dal mondo INTERINALE-SPETTACOLISTICO : formazione, qualita’, stage,curriculum vitae, collaborazioni e via discorrendo.

    La sindrome della Gioventitudilita’ sembra prendere piede anche in questo piccolo ghetto di istruiti (non bastava saranno famosi).

    Il lazzaretto si dilata sempre piu’.

  20. La casta politica e la casta culturalre italiana, è tra le più pagate del mondo occidentale. Una vergogna! Perchè non si dimezzano i lauti stipendi e con quei soldi far lavorare tanti giovani disoccupati? Esigerei una risposta in merito

  21. Sgarbi è ridicolo come sempre: ma cose vuole formare, degli epigoni presenziasti e squilibrati come lui? Ma che si dedichi alle veline, alla tv ed alle cricche della politica e lasci stare l’arte, che ormai usa solo per crearsi visibilità e per arricchirsi. L’arte contemporanea italiana non ha bisogno di simili personaggi che hanno già fatto abbastanza danni. Figuriamoci di suoi epigoni! Sgarbi vergognati!!!

  22. Ma cosa inaspettate di diverso? L’organizzazione del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2011 sarà affidato ad Arthemisia (le maestranze veneziane si sono rifiutate di avere a che fare con i deliri del neocuratore, ivi comprese incursioni notturne con stuoli di trans e porgitore). Ed Arthemisia paga fior di quattrini in pubblicità su Exibart. Ergo già da ora il Padiglione Italia di Sgarbi sarà una meraviglia. Solo nella loro testa (e nelle loro tasche) temo. Pecunia non olet e così ormai va il mondo. Soldi, marchette, potere, arroganza e nessun premio alla qualità.

  23. Signor Mattioli,
    Ho letto l’intervista che Lei ha fatto all’onorevole Sgarbi nell’ultimo numero della
    rivista e, proprio in virtu’ dei contenuti che da essa traspaiono io penso,( mi scuso per l’ovvieta’ di cui mi accuseranno giustamente gli altri commentatori) che non sia idoneo a ricoprire il ruolo di curatore nel Padiglione Italia in occasione della prossima Biennale.
    Uno dei motivi si puo’ anche rintracciare facilmente nella predetta intervista ( ne esistono anche altri si intende) nella parte in cui si fa menzione del Cristo morto di Mantegna che secondo le acrobazie concettuali dell’onorevole (l’arte è tutta contemporanea) presenta una somiglianza, evidente, con un documento fotografico del 1967 in cui viene ripreso il cadavere del rivoluzionario Ernesto Che Guevara, insieme ai militari che posero fine alla sua vita.
    L’accostamento a cui ricorre L’onorevole , secondo la mia opinione, è quantomeno azzardata perche’ non considera minimamente gli ambiti in cui nascono le due cose (le chiamo cose per pura strumentalita’ in quanto diverse, una un opera l’altra un semplice referto fotografico).
    Devo dunque supporre che per l’onorevole è sufficiente una manovra cronologica per suggerire un indizio di con-temporaneita’ ?
    rintracciare delle somiglianze di posa e farLe coincidere, di per se è operazione valida per porre al Cristo morto un etichetta di contemporaneita’?
    Io penso che non è necessario : il Cristo Morte è un opera che non ha tempo come colui che lo rappresenta.

    Infatti nell’opera Cristo morto , lo scopo dell’artista non è stato sicuramente quello di esibire un cadavere ma quello, rivolto a tutti i cristiani di renderli Testimoni della VERA MORTE che non ha altro ulteriore e legato significato di rendere manifesto e attuale quello di VERA VITA, la resurezzione. E’ la RESUREZZIONE il messaggio nascosto nel Cristo Morte. Senza Resurezzione niente fEDE.

    L’altra cosa, si la fotografia che riprende il Guevara è invece l’esibizione di un cadavere che non ha altro significato che un TROFEO , esplicito per i personaggi che stanno intorno al cadavere, implicito …sottile… nascosto per tutti i POTERI del mondo.

    Faccio fatica , MATTIOLI, a trovare dei punti che possano unire … le due cose.

    insomma tutto fa brodo, ma la Biennale non è una Sanremo.

    Buonasera Mattioli.

  24. -il Cristo Morte è un opera che non ha tempo come colui che lo rappresenta.-

    senza vita non c’è morte ma anche il contrario (morte = senza vita) e non è detto che senza morte ci sia vita, potrebbe anche esserci materia neutra oscura fluttuante e perfettamente inerte . cristo è solo semplice folclore sionista perfettamente inserito nel tempo con data di scadenza, anzi scaduto da un pezzo .

  25. Hennes&Mauritz…
    sad but true: tu non capisci un cazzo.
    ormai sei solo un tagger ar-rappato.
    che noia il tuo onnivoro compiaciuto nichilismo.

    Cristo è vivo, per fortuna…
    ed è vivo indipendetemente dalla morte di Dio;
    e grazie a Dio, appunto, pure il “Cristo Morto” è vivo- e vegeto.

    bless u zaino999 – tagger exibartista…

  26. Mi sa che bisogna mandarlo a Sgarbi in persona il CV per essere presi in considerazione…e se lo facessero tutti i laureati in materie umanistiche disoccupati..avanti popolo!

  27. -Cristo è vivo, per fortuna…
    ed è vivo indipendetemente dalla morte di Dio;
    e grazie a Dio, appunto, pure il “Cristo Morto” è vivo- e vegeto.-

    ahahahaahahahahahaaha ma che barzelletta è? cristo è morto e tra poco lo sarà anche israele e il mondo forse potrà cominciare a respirare di nuovo . poi scusa ma il tuo intervento è veramente troppo limitato te lo dimostro brevemente : se a) cristo è vivo e b) cristo è dio (trinità) ==> implica che cristo non possa essere vivo indipendentemente dalla morte di dio . e grazie alla morte di dio è morto pure cristo (e viceversa), dio voluto morto dagli stessi giudei amanti dei sacrifici umani 2000 anni fa è bene ricordarlo, poi perchè dio dovrebbe essere uno? ma quanto è limitato il monoteismo sionista, va bene giusto per te .

  28. signor mattioli, ma mi sbaglio o Lei ci sta proprio collaborando in questo periodo con Vittorio Sgarbi?

    Direttortonelli, dove sei???

  29. é incredible come HM, tristemente privo di intuito, non abbia alcuna abilità nel leggere i sottotesti, talvolta ironici, e trovare da sè i riferimenti trasversali, anche più beceri…

    HM—- get a job… e forse un giorno anche tu shall get a life…

    dovremmo solo ignorarti, di fatto esisti esclusivamente nelle attenzioni che ricevi dai vari commentatori
    – non hai un amico con cui ad un concerto dei Nomadi?

  30. @anonimo inutile
    i sottotesti li leggerei se tu fossi in grado di scriverli e/o apporre doppisensi alle tue frasi vuote e offensive, peccato tu non ne sia capace . quindi silenzio .

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui