30 maggio 2011

Cattelan-Bonami: attenti a quei due

 

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Uscirà domani l’autobiografia non autorizzata (sarà poi vero?) di Maurizio Cattelan firmata Francesco Bonami. Quest’ultimo si immedesima totalmente nell’artista padovano e ripercorre la sua vita, dall’adolescenza passata con la famiglia sottoproletaria zen, agli anni milanesi, quegli anni ’80 in cui Cattelan iniziò a muoversi nel mondo dell’arte per arrivare fino ad oggi. Incluse nel libro molte delle sue celebri provocazioni, che lo hanno reso per molti uno degli artisti italiani più geniali (tanto che in autunno il Solomon Guggenheim di New York gli dedicherà una personale), per altri semplicemente un furbo e abile manipolatore dei mass media. Anche il libro, come le sue numerose azioni, farà discutere, a partire dal titolo stesso: “Autobiografia non autorizzata”. Nel libro invece Cattelan sembra offrirsi al pubblico e svelare il proprio punto di vista sul mondo dell’arte e sulla società che ci gira intorno, con la sua solita irriverenza ed ironia. O forse no? Quali sono veramente i ruoli? L’ennesimo gioco di Cattelan e del suo amico Bonami non ha fine, seppur in copertina Cattelan porti sottobraccio una lapide con su scritto “The End”. (a cura di giulia fontani)

Maurizio Cattelan. Autobiografia non autorizzata

di Francesco Bonami

uscita del libro: 31 maggio 2011

 

[exibart]

 

9 Commenti

  1. Bonami ha la capacità comunicativa di orso in letargo e Cattelan è il frutto di una società di pecore rincoglionite. Ha fatto benissimo Cattelan a ritirarsi e a fare quello che “è sempre stato” cioè il pubblicitario perchè il vento sta cambiando rapidamente, c’è un risveglio culturale nel mondo e non tutti sono più disposti a considerare Arte e quindi Cultura ciò che è imposto dal Sistema.

  2. Chi avesse voglia vada a rivedersi il confronto
    Sgarbi-Bonami mi pare al Pecci di Prato.
    Dovrebbe esserci anche in archivio exibart.
    Bonami balbettante ne esce umiliato.
    E Sgarbi appare così umano da non voler infierire.
    E quel Bonami sarebbe il grande curatore?

  3. Bonami ha rotto.
    Cattelan ha rotto.
    Il confronto con Sgarbi era alla
    Fondazione Sandretto Rebaudengo
    e confermo che Bonami ne esce con le ossa rotte.
    Sembra un bambino delle medie che non ha studiato
    la lezione e non ha nemmeno le fantasia per inventare.

    emmm…..eemmmm…..emmm

  4. Non voglio che Cattelan rappresenti il top-up dell’arte italiana, nel mondo. Un Pinocchio del 2000, che avrà sicuramente il naso molto lungo (olre che tasche rindonanti di spiccioli). Ma guarda se uno col profilo aguzzo deve arrivare più di altri, solo perchè si volevano le fiabe per addomertarsi…senza finale nè morale, per giunta

  5. È stato a Torino se non sbaglio, alla fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Confrinto/scontro memorabile!
    Assolutamente da vedere..

  6. Non capisco tutto questo astio nei confronti di Bonami. Sgarbi ha una conoscenza approfondita della storia dell’arte, per certi versi sarei anche d’accordo con quanto afferma alla Fondazione Rebaudengo e talvolta ammiro anche le sue notevoli proprietà di linguaggio, se non fosse che non riesco proprio a digerire tutte le volte che nei dibattiti televisivi me lo ritrovo a sovrastare con una pesante logorrea il malcapitato al quale si rivolge (sintomatica di chi, se non porta a termine i complicati intrecci periodali del suo sproloquiare, non riesce ad articolare un discorso di senso compiuto).
    Non ci dobbiamo stupire se può sembrare addirittura magnanimo nel non aggredire Bonami, certe nefandezze le riserva alla televisione e, a quanto pare, da grande personaggio raffinato, non disdegna mica le trasmissioni di bassa lega della Mediaset per articolare le sue invettive costellate di turpiloquio contro chi non condivide i suoi (incoerenti) pensieri.
    Bonami dirà pure delle ovvietà pazzesche intervallate da ehmm uhmmm e svariate pause atone circondate da punti interrogativi, ma credo che capire e spiegare l’arte non sia solo saper mettere soggetto, verbo ed espansione in fila e stupire un pubblico. Ormai abbiamo capito che l’arte contemporanea è soggetta alle leggi del marketing e che in tutto questo la divulgazione la fa da padrone, diceva McLuhan che i media sono le propaggini delle nostre percezioni, ma qualcosa viene percepito se è “comunicato” e compreso.
    Ora, possiamo anche ridere con tono di superiorità per la simpatica trovata del papa colpito dal meteorite (che parafrasa se vogliamo anche Francis Bacon e la corazzata Potemkin) o dei bambini impiccati, ma:
    se questo è quello che ha portato un artista italiano contemporaneo ad esporre a livello modiale e se è stato Bonami a raccontare di lui come di altri grandi artisti, se è stato Bonami a organizzare la Biennale di Venezia nel 2003 nonchè altri eventi all’estero, un motivo ci sarà credo.

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