01 giugno 2011

RSQ-Rassegna Stampa Quotidiana: Oggi “tanta“ Biennale; “Codice Prada” a Venezia; Festival di architettura tra Perugia e Assisi…

 

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Tema della 54. edizione della Biennale di Venezia? La reinterpretazione dei grandi maestri. Pierluigi Panza su Il Corriere della Sera, scrive del concetto platonico dell’arte che imita l’arte, con gli artisti di oggi che guardano indietro. Così le rielaborazioni di Urs Fischer che, per la sua prima volta in Biennale, omaggia il passato con una copia in cera a grandezza naturale del Ratto delle Sabine del Giambologna.

E poi Prada a Venezia, che apre nella splendida cornice del palazzo di Ca’ Corner della Regina, la nuova sede espositiva della Fondazione della griffe. Spazio anche all’architettura con Festarch, il festival di architettura tra Perugia e Assisi e le “scelte artigianali” di un architetto di eccellenza come Benedetta Tagliabue (il padiglione Italia porta la sua firma).

Il contemporaneo? Inesistente. Fortuna che c’è Tintoretto ad illuminarlo. La Repubblica viaggia negli spazi della Biennale di Venezia ma ci trova ben poco solo “creazioni divertenti un pò horror spesso indecifrabili”. E ancora Sgarbi “gran bazaar”: padiglione Italia “incasinato”, letteralmente “invaso” dalle opere. La Biennale secondo ABO (Achielle Bonito Oliva): una mostra  che conferma la “natura epifanica dell’arte”, dalla “turbolenza vitale”, esempio di gemellaggio tra tradizioni diverse.

Su La Stampa il padiglione Italia di Sgarbi alla stregua di un circo. Più che un padiglione, un “affare di famiglia”, dove l’arte della raccomandazione impera. Anche il quotidiano torinese sul match tra ieri e oggi alla Biennale, dove Tintoretto, star inarrivabile della Biennale, batte tutti.

Per Luca Beatrice “si inizia malissimo”, causa lo sciopero dei vaporetti in laguna. Su IL Giornale il critico si scaglia contro le “brutte sorprese” della Biennale, come la scritta cubitale «Illuminations» di Josh Smith, sulla “linda facciata del palazzo della Biennale”. Anche per il critico il Tintoretto maestoso ridicolizza il contemporaneo in mostra. Le opere più belle? Ai Giardini. E ancora l’arte “non” di bottega dei Vitali a Venezia ed eventi e extra eventi “antagonisti” della Biennale. (selezione a cura di rebecca vespa)

[exibart]

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