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Dopo mille polemiche, accuse, smentite, rifiuti, inizia finalmente oggi la 54.Biennale di Venezia. E dopo avervi raccontato qualche retroscena e avervi dato anticipazioni e scoop, adesso i giochi sono fatti e si possono finalmente ammirare o criticare le scelte della curatrice Bice Curiger, oltre che farsi un’idea sull’allestimento. C’ è già chi parla di un allestimento caotico e disordinato del Padiglione Italia, in cui le opere degli artisti (pitture e sculture) sembrano essere state messe lì senza un ordine mentale e armonico. Un modo – quello di Sgarbi – per rappresentare il caotico mondo del mercato dell’arte o un puro disinteresse per certa arte contemporanea, da lui spesso criticata? Oppure come dice Bonito Oliva si tratta semplicemente del sonno del curatore che oltre a generare mostri genera anche mostre? Quello che speriamo è che invece si tratti di una scelta allestitiva consapevole, che non nasca dalla voglia di provocare, ma solo di mostrare in maniera “diversa” i lavori di altissimo livello che si trovano all’interno del Padiglione. Quello che è certo è che sia Sgarbi che la Curiger hanno voluto omaggiare i grandi antichi maestri e non solo con la presenza di Tintoretto, ma anche con la riproduzione del Ratto delle Sabine di Giambologna, reinterpretato da Urs Fischer come una candela che brucerà durante la Biennale. Insomma che il più contemporano lì in mezzo sia Tintoretto? Forse c’è da preoccuparsi. (a cura di giulia fontani)
[exibart]