04 giugno 2011

Buon Padiglione Italia Ministro Galan

 

di

Oggi il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan, di nuovo in Biennale per il giorno d’apertura al pubblico della fiera delle arti visive per eccellenza.

La prima cosa che farà il ministro, sarà rimediare alla mancata visita al Padiglione Italia, evitata volutamente, per non alimentare polemiche con il curatore Vittorio Sgarbi, in occasione dello sbarco a sorpresa in laguna del primo giorno della vernice. Una velina del Mibac, di ieri, avrebbe riportato una dichiarazione del ministro secondo cui: “Nonostante le intemperanze del curatore, come già annunciato, domani mi recherò a visitare il Padiglione Italia perché ritengo sia il modo più opportuno, non solo in veste di Ministro ma anche in quanto cittadino italiano, per manifestare tutto il mio rispetto verso il lavoro encomiabile svolto da dirigenti e funzionari del Ministero, verso gli artisti presenti negli spazi espositivi con le loro opere e verso il denaro pubblico impegnato nel progetto”.

Chissà se sarà Sgarbi a fargli da cicerone…

[exibart]

4 Commenti

  1. Davanti al padiglione USA il carrarmato sottosopra con tapis roulant funzionante sul (e forse per) cingolo, funziona ancora dentro la rappresentazione. Funziona perchè c’è qualcosa di idiota ma immediato e significativo. C’è qualcosa di stupido e idiota. Salta alla mente l’aereo da combattimento sottosopra presentato anni fà da Paola Pivi; si capisce come il contemporaneo si muova per scarti minimi ma fondamentali. Permane comunque una satirazione.

    Al di là della qualità dei singoli lavori del Padiglione Italia, pensiamo a tutte le opere prodotte nelle migliori biennali del mondo in un solo anno e mettiamole in un grande capannone. L’effetto non sarebbe così diverso. L’avanzata delle moltitudini creative e la crisi della rappresentazione, la crisi del ruolo di artista. Peccato che l’operazione di Sgarbi sia ignorante, volgare e non consapevole (il karaoke come dice Bonito Oliva). Questo ha determinato una riflessione profonda degli artisti sul partecipare o meno (partecipazione che in questo calderone è totalmente irrilevante). L’ufficio di Mariano Pickler a Milano (noto mecentate della migliore arte contemporanea nostrana ma ora con problemi finanziari, credo) non è diverso da questo calder one – rimando alla mostra One Calder in questo stesso ufficio nel 2009:

    http://whitehouse.splinder.com/post/21590517/_

    One Calder presentava decine di opere di giovani artisti italiani ammassate, quasi a compenetrarsi l’una nell’altra. A mio parere si trattava del vero Padiglione Italia 2009, anticipatore di questo del 2011. One Calder è ospitata all’interno di un ufficio immobiliare deputato alla vendita degli stabili della Zona Ventura, acquistata per poco da Pickler, messa a nuovo e rivenduta come zona cool riqualificata. Quell’ufficio era sintomo anch’esso di un periodo storico, forse di un ‘illusione immobiliare che ha determinato poi una crisi globale, e non solo economica.

    Per non parlare di come questa operazione di Sgarbi giochi sapientemente con i complessi di inferiorità del “migliore” sistema italiano: ci dobbiamo vergognare o siamo veramente noi allo specchio? Un effetto e una rappresentazione perfetti della realtà.

    Pensiamo agli italiani invitati nella rassegna internazionale, ai giovani: sono epigoni che scimmiottano coetanei esteri, quando non direttamente maestri del passato (vedi camminata di Giorgio Andreotta Calò da Amsterdam a Venezia, speriamo che poi a Venezia non installi delle pietre raccolte come faceva Richard Long…).

    Quindi non ha senso di parlare di padiglione italiano. Forse sarebbe stato interessante ed utile averlo dato ad un solo giovane o mid career che abbia determinato un reale scarto e che possa essere interessante per la scena internazionale, ma in italia non è facile. Anche se una crisi del linguaggio è ormai dato sovranazionale.

  2. capisco il Ministro Galan che si è ritrovato fra i piedi Vittorio Sgarbi,c’è poco da salvare la faccia, l’Italia non fa una bella figura,per questa macedonia. Avremmo potuto veramente portare alla Biennale l’eccellenza contemporanea,che invece non c’è.Il nuovo per chi volesse vederlo lo si trova nella mostra “Paesaggio plurale.La nuova creatività italiana ” a cura di Renato Barilli alla Sala Museale del Barracano. a Gambettola(FC)fino al 3 luglio.

  3. si.. infatti
    chi ha un ruolo professionale non può permettersi di scherzare o di avere un amico, insomma si rischia di perdere credibilità, e serietà.
    peccato però
    ma non ci sarò più

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