11 marzo 2012

New York/Armory e/o Frieze? Tutte e due. C’è chi può permetterselo

 

di

John Armleder Untitled, 2008 Acrilico su tela 140 x 140 Courtesy Massimo De Carlo

Massimo de Carlo di Milano e Continua di San Gimignano sono le uniche due gallerie italiane che hanno scelto di fare entrambe le super fiere della Grande Mela. Ne parliamo con Oda Albera, direttrice della galleria Massimo De Carlo. 
Avete scelto di fare la nuova Frieze perché non credete più tanto nell’Armory?
«No, l’Armory ci è andata molto bene, praticamente abbiamo venduto tutto quello che avevamo portato: Rudolf Stingel, Matthew Monahan, Boetti, Piotr Uklanski, Nate Lowman. E’ anche vero che l’Armory è sempre meno una fiera di altissimo livello». 
Quindi meglio Frieze?
«I nostri collezionisti sono soprattutto americani e quindi il nostro mercato primario è americano e non possiamo non esserci. Frieze è una fiera molto costosa, del resto si porta dietro tutto il background di Londra e serve anche a mantenere buoni rapporti con questa città».
E voi che cosa porterete a Frieze?
«Sicuramente un lavoro di Massimo Bartolini, quello che avevamo in mostra in galleria a Milano l’autunno scorso. Sarà una forte presenza italiana. Sugli altri dobbiamo decidere, ma saranno per lo più americani».
Perché non avete scelto Independent, che si conferma come la fiera più interessante di New York e dove si vende pure?
«Sappiamo che le vendite vanno bene, ma Independent non è il nostro target». 

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