02 settembre 2012

I comandamenti di Keith Haring, in prima italiana a Udine. Con un maxi allestimento nell’ex Chiesa di San Francesco

 

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Anteprima tutta italiana per Keith Haring, in una location che nel nostro Paese difficilmente accoglie opere di arte contemporanea, soprattutto se si pensa al graffitismo e all’esistenza di uno dei suoi più grandi esponenti, Haring appunto.
E invece, in occasione della rassegna “Bianco e Nero”, a Udine sono arrivate undici grandissime pale d’altare, allestite nella chiesa (sconsacrata, certo) di San Francesco, in un progetto curato da Gianni Mercurio che si inaugura stamattina.
La serie dei “I dieci comandamenti” e “Il matrimonio dell’inferno e del paradiso”, sono le tele esposte nella chiesa della città friulana, a raccontare la sacralità e la denuncia sociale attraverso gli stilemi più conosciuti del percorso artistico del graffitista newyorkese di adozione: colori assolutamente vivi e figure stilizzate che raffigurano il “male” contemporaneo, mentre nulla di scandaloso stavolta traspare.
«L’arte di Haring tende ad affermare l’identità del sacro e del sociale; lo spirituale è una presenza sociologica più che una esperienza trascendente perché egli coglie nel sacro il volto dell’esperienza vissuta dall’Uomo» ha raccontato il curatore.
Ma Udine non celebrerà solo con “Extralarge”, questo il titolo della mostra in San Francesco, la figura dell’artista: stasera, al Cinema Visionario, in collaborazione con il CEC della città si proietterà il docu-film “The Universe of Keith Haring”, collage di immagini di repertorio e interviste a personaggi chiave della vita di Haring, preludio alla mostra. Ospite anche la regista del film, Christina Clausen, danese di nascita e italiana d’adozione. Il festival “Bianco e nero” si chiuderà il prossimo 8 settembre, con un concerto di Ennio Morricone, mentre la mostra resterà in città fino al prossimo 15 febbraio.

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