03 maggio 2013

Se Gramsci va nel South Bronx. Ci pensa Thomas Hirschhorn, con il suo primo progetto pubblico negli Stati Uniti, promosso dalla Dia Art Foundation

 

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Thomas Hirshhorn, Gramsci Monument, 2013
A Manhattan tutto succede, e tutto si vede, soprattutto per quanto riguarda l’arte pubblica. Ma oltre i fiumi e più a nord, nel South Bronx, è piuttosto difficile, se non impossibile, che si sconfini. Ma stavolta la storia è differente, e scardina la “tradizione” newyorkese, portando un progetto di edilizia residenziale pubblica, messo a punto dall’artista svizzero Thomas Hirschhorn, con il sostegno della Dia Art Foundation, che costituirà l’ultimo di una serie di monumenti temporanei nel complesso della Forest House, facente parte del New York City Housing Development Authority, e precisamente dentro il quartiere Morrisania del Bronx.
Il Gramsci Monument sarà il quarto edificio temporaneo di Hirschhorn dedicato a scrittori e filosofi: prima del grande italiano sono arrivati infatti Spinoza, Gilles Deleuze e Georges Bataille. Teorico della politica italiana, marxista, in carcere sotto il regime di Mussolini, è il primo edificio pubblico dell’artista svizzero negli States, che ha dichiarato di aver scelto Morrisania per mettere a frutto una nuova concezione di arte pubblica, sulla base di una fruizione rivolta ad un pubblico non esclusivo e, molto probabilmente, non completamente avvezzo all’arte contemporanea. Il “monumento” sarà usufruibile dal prossimo luglio fino alla metà di settembre, supervisionato anche dagli abitanti della zona, con i quali Hirschhorn ha iniziato un dialogo che prosegue da diversi mesi. Con una struttura realizzata in legno poco costoso e altri materiali non pregiati, comprenderà uno spazio espositivo, una zona teatro, una grande hall, un internet point e un bar che venderà cibo preparato dagli stessi residenti, che potranno anche partecipare alla stesura di un foglio quotidiano di un programma radiofonico che prenderanno corpo durante tutto il periodo di intervento.  Vi starete chiedendo il perché di Gramsci. E vi rispondiamo con le stesse parole che usa Hirschhorn per raccontare il progetto: «Io sono un fan di Gramsci. Questa è la mia risposta a “Perché Gramsci?”. La mia stima comprende tutto quando si parla di lui, senza eccezione. Come fan, come ogni fan, non ho nessuna critica, nessuna distanza e nessun limite. Essendo un fan non posso spiegare o giustificare, ma cercherò di chiarirla così: “Perché Gramsci?”
Perché era un eroe.
Perché era un rivoluzionario.
Perché era pronto a pagare il prezzo del suo impegno.
Perché era uno stratega.
Perché aveva passione per la politica.
Perché definiva ogni sua singola posizione.
Perché odiava l’indifferenza.
Perché ha scritto i Quaderni  e le Lettere dal carcere, e ognuno testo è un bellissimo e forte fondamento da cui si può costruire una formazione». Ripartendo dal Bronx, così come la “collega” Bruguera ha scelto il Queens. Volete saperne di più? http://gramsci-monument.com/ 

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