24 marzo 2016

Fare squadra, innovazione, e avere coraggio. Ecco gli ingredienti di Mantova, Capitale Italiana della Cultura. Tra arte, natura ed enogastronomia

 

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Virgilio e Mantegna, Brunelleschi e Giulio Romano, i Gonzaga e Leon Battista Alberti insieme ai tortelli di zucca, per esempio. Ecco Mantova, città d’acqua e di cucina, piccola e incassata in una parte d’Italia non così a portata di mano, e forse anche per questo provvista di un’aura ancora, quasi, sospesa nel tempo.
Ed è Mantova, come sappiamo, la Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2016, che stamane ha presentato il suo piano di battaglia attraverso la voce del suo primo cittadino, Mattia Palazzi
«Abbiamo lavorato con passione, per costruire un progetto di respiro internazionale fondato su un approccio di sistema che conta sull’aiuto delle nuove tecnologie e sulla attivazione della comunità», sono state le parole del sindaco, che ha illustrato quello che Mantova rappresenterà: un aperto e sostenibile di innovazione e coinvolgimento di cittadini e visitatori. Partendo proprio da un’app che porta il nome della città, e che sarà la bussola per tutti coloro che arriveranno in città in cerca di cultura, e non solo. 
Ma se ovviamente il centro storico la farà da padrone, e di certo non mancheranno i festival che ormai da queste parti sono diventati una tradizione (“Festivaletteratura”, il “Segni d’infanzia e OLTRE”, festival internazionale di arte e teatro dedicato ai più piccoli, “MantovArchitettura” e i due giorni di “Mantova Creativa”, con design e arte pubblica), a Palazzo Te arriverà ad aprile un mantovano illustre: Stefano Arienti. “Quadri da un’esposizione”, questo il titolo della mostra, sarà un omaggio alla pittura mantovana del Novecento, con oltre 200 opere di artisti locali finora conservate nei depositi del Museo Civico. A giugno, invece, sotto la curatela di Cristiana Collu e Saretto Cincinelli, andrà in scena “Un sogno fatto a Mantova”, progetto site specific per le Fruttiere di Palazzo Te.
A Palazzo Ducale invece, oltre ad Albrecht Durer e alle sue incisioni, aprirà a giugno anche lo spazio dedicato al contemporaneo con le opere di Sonia Costantini e Josef Schwaiger, mentre nella casa del Mantegna si ricorderà la Grande Guerra. 
E poi la musica, con il Festival “Trame Sonore”, il “Mantova Jazz Festival” nei mesi di ottobre, novembre e dicembre e anche, a contatto con la natura, “Arcipelago di Ocno”, è infatti il nuovo paesaggio ideato da Joseph Grima, che ridisegna i laghi di Mantova: isole di materiali di riciclo come installazioni artistiche, create attraverso un percorso partecipato che vede la cittadinanza protagonista della rigenerazione urbana e, ancora cttadini e danzatori, amatori e performer daranno vita ad un progetto coreografico a cura del danzatore e coreografo Virgilio Sieni, creando un continuum di visioni e quadri negli spazi di Palazzo Te. Il tutto visibile, da un capo all’altro, con 20 euro diluiti in 72 ore, con la nuova Mantova card, che permetterà l’accesso a 15 musei di Mantova e Sabbioneta, l’utilizzo di bus e bici pubbliche e scontistiche in ristoranti e hotel. Benvenuta cultura.

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