28 marzo 2017

Ai Weiwei mette Manhattan in gabbia. Ecco il progetto del nuovo e più grande intervento urbano mai realizzato dall’artista cinese

 

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Sarà una gabbia dorata, sotto la guida del newyorchese Public Art Fund, è sarà l’installazione pubblica più grande mai messa in scena da Ai Weiwei, nella città dove ha vissuto dieci anni dal 1980.
Il progetto, in realtà, coinvolgerà varie installazioni composte da barriere di sicurezza in filo metallico in luoghi della Grande Mela scelti con cura, tra l’Essex Market Street nel Lower East Side di Manhattan, la Cooper Union ad Astor Place, nelle pensilline JCDeaux a Brooklyn, nella Doris C. Freedman Plaza a Central Park, e Flushing Meadows Park nel Queens, dal prossimo 12 ottobre.
Il titolo? Good Fences Make Good Neighbors e secondo il curatore Nicholas Baume Weiwei trasformerà “un elemento architettonico ordinario in una serie di installazioni sorprendenti riprendendo la tradizione radicale degli artisti che hanno iniziato ad utilizzare il tessuto della città stessa come una piattaforma creativa negli anni ’70”.
Ancora una volta, in scena, le battaglie politico-sociali e gli scontri sull’immigrazione e sul ruolo della recinzione sia come manifestazione fisica sia come espressione metaforica della divisione. Un tema decisamente sentito dall’artista cinese, che ha “occupato” con le sue azioni molte aree di rifugiati e che stavolta si va ad affiancare a quegli artisti che hanno gettato un occhio critico sulla storia controversa delle politiche di immigrazione degli Stati Uniti, come Joseph Beuys nella performance del 1974 I Like America and America Likes Me, o Tehching Hsieh, che rappresenterà Taiwan alla prossima Biennale di Venezia e di cui vi raccontiamo su Exibart.onpaper.
Il sindaco Bill de Blasio ha espresso entusiasmo per il progetto, affermando che la mostra “serve a ricordare a tutti i newyorkesi che, anche se le barriere possono tentare di dividerci, dobbiamo unirci per avere un impatto significativo nella comunità. New York City a lungo è stata un approdo per milioni di immigrati che cercavano una vita migliore e si è a lungo beneficiato di loro contributi e assistenza in ogni quartiere”. 
Nelle foto: Rendering di uno dei pezzi dell’installazione “Good Fences Make Good Neighbors”, Courtesy Ai Weiwei Studio

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