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A vederla, sembra poco più di una capanna in pietra, romanticamente inglobata dalla fitta vegetazione di quel Lake District cantato dai poeti inglesi, nelle remote valli del Cumberland, Inghilterra settentrionale. E invece è stata la fucina dell’arte contemporanea, visto che si tratta di Merz Barn, una piccola casa che Kurt Schwitters, tra i maestri del Dada, concepì come opera in continuo mutamento, per sperimentare sulla propria quotidianità il rapporto tra spazio, tempo ed estetica. Proprio come stava facendo per Merzbau, nella sua casa-studio di Hannover, che fu costretto ad abbandonare a causa della guerra e che sarebbe stata distrutta dai bombardamenti. Purtroppo, l’unica testimonianza dell’architettura dadaista rischia periodicamente di fare una brutta fine, tra mancanza di fondi e calamità naturali. Il sito è tenuto aperto e attivo dagli artisti Ian Hunter e Celia Larner che, attraverso il Littoral Arts Trust, ente non profit, vi organizzano mostre, conferenze e progetti di residenze. Da mesi, però, non ricevono più le sovvenzioni dell’Arts Council, il dipartimento del Governo britannico responsabile della distribuzione dei fondi per l’arte e la chiusura è dietro l’angolo. Ma adesso sembra sia arrivata una offerta di acquisizione di un ricco collezionista cinese, ancora anonimo. A fare da intermediario, il curatore e attivista Ou Ning e nell’accordo di vendita c’è la clausola che impedisce lo spostamento dell’edificio, che continuerebbe a essere gestito dal Littoral Arts Trust. Una speranza di salvezza c’è, anche se Hunter e Larner non sono pienamente soddisfatti, visto che vorrebbero che fosse la comunità degli artisti a prendersi cura della struttura, non un privato. Negli anni scorsi, Zaha Hadid, Tacita Dean e Damien Hirst hanno devoluto ingenti somme per la conservazione e l’appello è ancora aperto.