16 aprile 2010

design_mostre Patrick Jouin Paris, Centre Pompidou

 
Una personale nel tempio dell’arte parigino. Una personale per il designer che ha contribuito a cambiare l’idea di mobilità metropolitana. È lui, allievo di Starck, che ha disegnato il Vélib, le biciclette che hanno invaso Parigi. Mentre l’Italia qualche passo in direzione della civiltà lo sta facendo...

di

Rarement
on dessine pour soi
“,
dice Patrick Jouin
(Nantes, 1967; vive a Parigi) dei propri lavori, esposti al Pompidou in una
personale dal titolo La Substance du Design. La ricostruzione di una carriera
precoce, che il tempio della cultura francese mette in scena attraverso un work
in progress fatto di schizzi, prototipi e prodotti, ha un po’ il sapore della
consacrazione: Jouin rappresenta infatti uno degli esponenti di punta del design
d’oltralpe, espressione di un ricambio generazionale che negli ultimi anni
sembra contribuire con particolare generosità alla scena europea della
disciplina.
Il
petit enfant de Starck” (Cassagnau), il celebre padre putativo di cui
condivide, insieme a Matali Crasset, Jean-Marie Massaud e Mathilde Bretillot, lo status di epigono, è da tempo
nelle condizioni di camminare sulle proprie gambe. Patrick Jouin - SolidDue le cifre della raggiunta
maturità: l’estraneità da ogni tentazione narcisistica, lontana dai fasti
celebrativi delle design star, e la valorizzazione della relazione umana come
fine ultimo della progettazione, a vantaggio di un’attività progettuale sempre
orientata al problem solving e mai relegata a un mero fenomeno di moda.
Approccio
esemplificato dagli oggetti esposti, che raccontano una metodologia capace di
rapportarsi con la medesima elasticità alla produzione di massa, alla serie
limitata, al lusso e alla sperimentazione tout court. Costruendo sempre
relazioni privilegiate con la committenza e, auspicabilmente, con l’utente
finale. Molti i pezzi di interesse, tra cui la sedia Thalja, prodotta da Kartell nel 2009
dopo due anni di messa a punto della tecnica dell’iniezione a gas, qui
utilizzata per la prima volta, e la linea Solid (Materialise, 2004), una serie di
sedute monoblocco ottenute dalla sperimentazione di tecniche di prototipazione
rapida dove la resina liquida viene polimerizzata attraverso il laser.
Numerosi,
ancora, i progetti sviluppati in collaborazione con il mondo
dell’enogastronomia: non manca la ricerca formale votata alla tavola di alta
classe, come nel caso del servizio di posate Zermatt per Puiforcat (2010), o il
celebre Pastapot
di Alessi (2007), la pentola per la cottura della pasta sviluppata in
collaborazione con Alain Ducasse, partner di progetto anche nella realizzazione
degli arredi e degli interior per il ristorante Jules Vernes, al secondo piano
della Tour Eiffel, e per l’hotel Plaza Athénée, già icona di mondanità e
raffinatezza parigine.
Patrick Jouin - Pastapot
Peccato, forse, che tra pezzi illustri e prototipi
sperimentali a mancare sia proprio l’oggetto di culto che più degli altri ha
esteso il senso di buona relazione a una dimensione più vasta, quella urbana.
Per vederlo, non resta che uscire dal museo: girato l’angolo per rue du CloîtreSaint-Merri, sarà la più vicina stazione di Vélib, la bicicletta pubblica che
circola in migliaia di esemplari per le strade di Parigi, a raccontarci del
progetto che ha fatto della mobilità francese un nuovo paradigma da imitare.

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giulia zappa
mostra visitata l’11 marzo 2010


dal 17 febbraio al 24 aprile
2010
Patrick Jouin – La Substance du
Design
a cura di Valérie Guillaume
Centre Georges Pompidou
Place George Pompidou – 75004 Paris
Orario: da mercoledì a lunedì ore 11-21; giovedì ore 11-23
Ingresso: intero € 12; ridotto € 9
Catalogo disponibile
Info: tel. +33 0144781233; www.centrepompidou.fr

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