06 ottobre 2006

in_fumo Non chiamateli audiolibri

 
Tradurre in formato audio fumetti e testi letterari è cosa delicata. Il rischio? Tradire le prospettive e deludere il lettore. Ma occorre provarci. Il problema si risolve dimostrando sensibilità e attenzione per una fascia di pubblico nient'affatto minoritaria...

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Alcuni li chiamano audiolibri, commettendo un errore. Altri non li chiamano affatto perché neppure sanno della loro esistenza. Quello che una volta era il radiodramma oggi è l’audiofilm. Ovvero la trasposizione audio di storie scritte. Scritte e disegnate, nel nostro caso. Mentre l’audiolibro è una lettura fedele del testo letterario che non contiene effetti sonori, l’audiofilm (o audiofumetto) è disegnato con i suoni: ha un regista, voci narranti per ogni personaggio, effetti acustici e colonna sonora. Ed ha anche una sceneggiatura cinematografica, necessariamente accurata e definita in ogni dettaglio, ma priva dell’immagine.
Perché comunicare il fumetto con altri mezzi d’espressione? Prima di tutto per rispondere ai bisogni di alcuni. Ogni volta che si compie la traslazione mediatica di un personaggio o di una storia a fumetti al cinema, in tv o in radio, si attribuiscono volti umani e voci dal timbro riconoscibile che il più delle volte deludono il lettore affezionato. Ma non è solo a loro che dovrebbe essere destinato l’audiofumetto. I primi ascoltatori sono i non vedenti. Secondo Giuseppe Castronovo, presidente dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, in Italia ci sono oltre un milione e mezzo di ipovedenti. Circa 4 su 10 sono giovani. A questa cifra si aggiungono altri 350.000 non vedenti. Ebbene, senza falsa ipocrisia le case editrici potrebbero considerare l’utente disabile un lettore a tutti gli effetti. E trattarlo come tale. Molte aziende private si muovono per fette di mercato che si traducono in cifre molto più basse di quelle presentate da Castronovo. Dunque perché non provarci? Ne trarrebbero beneficio i ciechi, gli ipovedenti e le case editrici.
Ad oggi l’unico vero tentativo è stato fatto con Diabolik da Radio Due Rai e poi dalla casa editrice Astorina. La prima serie, composta da 20 episodi andati in onda dal 13 novembre all’8 dicembre 2000 (adattamento di Armando Traverso e regia di Arturo Villone), ha rappresentato il primo tentativo assoluto da parte della Rai di realizzare un radiofumetto. Con la seconda serie, in onda dal 7 al 18 giugno 2004 sempre su Radio Due Rai, in 10 puntate Gipi, Appunti per una storia di guerra sono stati trasposti dal fumetto 2 episodi: Senza Maschera e Quando Diabolik non c’era. Nel bel mezzo di queste due esperienze radiofoniche (ancora di proprietà Rai e mai diffuse al di là del mezzo radiofonico) si compie la trasposizione audio (Cd e cassetta) del numero uno di Diabolik Il re del terrore (19 euro la prima edizione, 7,90 euro la seconda), che nel 2002 ha compiuto 40 anni. L’adattamento audio (78′) non è stato basato sull’originale del 1962, bensì sul remake sceneggiato da Alfredo Castelli e disegnato da Giuseppe Palumbo nel 2001. Le edizioni Donegani hanno ristampa coraggiosamente l’audiofumetto in versione Cd nel giugno 2005, distribuendolo in edizione test solo in alcune province italiane. Forse la Donegani troverà la forza di produrne altri. Forse. Ma la speranza non è sufficiente. È necessaria la certezza. Una sola proposta in tutta l’editoria a fumetti è decisamente poco. Chi ha ascoltato Diabolik ne Il re del terrore ed è andato in cerca di altri titoli è certamente rimasto deluso. La sola alternativa, scovata con fatica, si avvicina all’audiofumetto ma non lo è: si tratta de I Fratelli Marx (con Oreste Lionello e Maria Amelia Monti), un audiocartoon di soli 24 minuti.
Una maggiore consapevolezza potrebbe essere alimentata anche dall’interesse personale di alcuni autori. Fra questi ce n’è uno, Gipi, che vorrebbe produrre con risorse proprie un audiofumetto. Al momento sembra il solo. Scrive sul proprio sito (bacidallaprovincia.com): “Un giorno di questi, se mi sveglio bene, faccio dei file audio con recitazione, musica e suoni. Praticamente dei micro radio-drammi, e li metto qui, da scaricare e ascoltare”. E poi prosegue: “Ora mi è presa la fissa di fare gli audiolibri per i ciechi. Voglio tradurre in una sorta di radiodramma alcuni miei lavori. Inizierò con Gli innocenti, e poi vedremo cosa succederà”. A lui tutto il nostro sostegno. E se l’idea prende forma non saremo i soli a complimentarci.

link correlati
www.diabolikclub.it/Media/media.htm
www.arturovillone.it/lavori/art_diabolik_1.html
www.bacidallaprovincia.com 
www.radiofilm.it

gianluca testa

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 29. Te l’eri perso? Abbonati!

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