23 dicembre 2005

Sicuri, col design

 
Come preservare la nostra incolumità fisica e psicologica? Il design ci dà qualche dritta. In un'epoca di ansie e terrorirsmi, oggetti che parlano della voglia di stare sicuri, proteggendosi dalle insidie di ogni giorno. E che si reinventano come problem solver. Un'originale mostra al MOMA di New York...

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Paura, senso del pericolo, desiderio di sicurezza, bisogno di protezione. Sono tutte esperienze psicologiche che definiscono la condizione d’esistenza del genere umano. Cosa c’è alla base della vita? Innanzitutto la voglia di sentirsi sicuri, la ricerca di un punto saldo, di una corazza che difenda dalle aggressioni esterne. Un istinto vecchio quanto il mondo, che accomuna l’uomo primitivo al più progredito degli urban-tech men.
Che c’entra il design con tutto questo? C’entra eccome, nell’ottica di uno studio concreto sulle modalità di resistenza alle più comuni ansie: il design si reinventa come problem solver, fornendo risposte funzionali ai disagi che la modernità produce convulsamente.
SAFE: Design Takes On Risk, riuscitissimo progetto del MoMA sul tema del design applicato ai timori quotidiani, presenta una serie di oggetti pensati per proteggere la mente e il corpo da situazioni di pericolo, infondendo senso di conforto, assicurando chiarezza di informazione e rispondendo a situazioni d’emergenza.
Trecento le creazioni proposte da giovani designers di tutto il mondo. Il criterio di selezione? Utilità accompagnata a bellezza, come dichiarato dalla curatrice, l’italiana Paola Antonelli, da tempo capo di ogni cosa sia di design dentro al MoMA. Ogni oggetto, insomma, assicura risultati originali, spesso sorprendenti, per l’equazione forma + funzione. Le opere sono divise in sei categorie, in relazione all’idea di “protezione” fornita: riparo, armonia, quotidianità, proprietà, consapevolezza, emergenza. Nessun ambito rimane insondato: le situazioni a cui i progetti fanno riferimento variano dalle più comuni a quelle decisamente inusuali.
Ralph Borland, Suited for Subversion
Vivete con la paura dello scippo? Tranquilli, ora esiste Stop Thief! Ply Chair di Jackie Piper (USA, 1968), Marcus Willcocks (UK, 1977) e Lorraine Gamman (UK, 1957): un congegno per incastrare le borse sulle sedie quando ci si trova in luoghi pubblici a rischio. Siete costantemente davanti a tv o computer? Ecco allora No PC Today, PC parasite e No TV Today, TV parasiet di Matali Crasset (Francia, 1965), due grandi X colorate da attaccare sullo schermo per auto-proibirsi di restarci incollati troppe ore al giorno. In caso di catastrofi naturali invece, Daniel e Mia Ferrara (USA, 1941 e 1977) hanno disegnato Global Village Shelter, una robusta casa fatta di carta, resistente a vento e fuoco, che può essere trasportata facilmente ed assemblata in quindici minuti. La durata? Garantita per ben dodici mesi.
Non solo idee concrete e stratagemmi per vivere più tranquilli. Partendo dal concetto che conoscere equivale a guadagnare sicurezza, le nuove frontiere del design stimolano a riflettere intorno a problemi sociali scottanti. Esemplare è in tal senso Urban Nomad Shelter di Cameron McNall (USA 1956) e Damon Seeley (USA, 1976), un rifugio gonfiabile a basso costo, con forma e colori accattivanti: utile tetto temporaneo per gli homeless, protagonisti di miserie e contraddizioni delle metropoli contemporanee.
Safe Band-aid for Know HIV/AIDS di Korin Rashid (Canada, 1960) promuove invece un approccio coraggioso al problema dell’AIDS, tramite l’uso di un cerotto decorativo, gadget intelligente da indossare con orgoglio subito dopo essersi sottoposti al test. Una maniera giocosa e provocatoria per incoraggiare la prevenzione, vincendo la paura di sottoporsi ai controlli.
Hill Jephson Robb , Cries and Whispers
In caso di disobbedienza civile contro la polizia potrebbe invece tornare utile il tragicomico Suited for Subversion di Ralph Borland (Sud Africa, 1974), un indumento protettivo imbottito, color rosso vivo, a forma di cuore anatomico. Una telecamera montata sulla parte che ricopre la testa registra come fedele testimone le azioni della polizia, mentre una cassa al centro del petto amplifica il battito cardiaco di chi indossa lo strano equipaggiamento. Chissà che incredibile concerto potrebbe formarsi se la divisa di Borland fosse indossata da centinai di manifestanti: uno spiazzante contrattacco psicologico per disorientare le forze armate, resistendo pacificamente e rumorosamente.

margherita belaief
mostra visitata il 25 novembre 2005


SAFE: Design Takes on Risk
a cura di Paola Antonelli
New York, Museum of Modern Ar – 11 West 53rdStreet, NY 10019-5497
info: tel.011 212 708 9400  – www.moma.org/safe   
orari: chiuso il martedi`, dal sabato al giovedi’ 10:30 – 17:30, venerdì 10:30 – 20:00 (16:00 – 20:00 entrata libera), biglietti: $20 per adulti, $16 per seniors e $12 per studenti; gratuito per bambini e mebtri del museo
Catalogo “SAFE Design Takes On Risk”, a cura di Paola Antonelli, pubblicato dal MoMA, 2005, pagine 216, 325 illustrazioni a colori, prezzo $29.95


[exibart]

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