26 giugno 2006

Premio Italian Factory 2006, vince Cristiano Tassinari

 

di

È il ventiseienne Cristiano Tassinari (Forlì, 1980) il vincitore Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana 2006. Nella selezione finale si è imposto su una rosa di 20 concorrenti, a loro volta scelti fra i circa 500 partecipanti provenienti da tutta Italia. Gli altri finalisti di questa seconda edizione – che esporranno le loro opere nella mostra del Premio prevista a Milano presso la Casa del Pane – Casello Ovest di Porta Venezia – erano Simona Bramati, Maurizio Carriero, Mimmo Centonze, Cora Chiavedale, Raffaele Collu, Fabio Coruzzi, Andrea D’Aguanno, Cristiana Depedrini, Nebojsa Despotovic, Annaclara Di Biase, Emilia Faro, Paola Ferla, Ettore Frani, Mihailo Beli Karanovic, Daniele Giunta, Svitlana Grebenyuk, Piero Mezzabotta, Daniela Pedretti, Marco Salvetti. La giuria, presieduta da Alessandro Riva, critico e curatore di Italian Factory, era composta da Alberto Coretti (direttore di Urban Magazine), Fernando De Filippi (direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera), Aron Demetz (artista), Lucia Matino (direzione Mostre ed Eventi del Pac di Milano), Marco Petrus (artista), Tiziano Scarpa (scrittore), Maurizio Sciaccaluga (critico d’arte) e Chiara Canali, responsabile della segreteria organizzativa del Premio.


Mostra aperta fino al 9 luglio 2006
Casa del Pane
Caselli Ovest di Porta Venezia – Milano
Ingresso libero
Tutti i giorni 10.30 – 13.00 e 14.30 – 19.00 / sabato e domenica 10.30 – 19.30 / chiuso il lunedì
Catalogo Italian Factory
Info: 0236517482 – comunicazione@italianfactory.org
Web: www.italianfactory.org


[exibart]

20 Commenti

  1. Ma che premio è questo? Come si fa di poter fare cultura in questo modo?
    Italian Factory è una truffa per cui artisti che non valgono nulla e che non sono e saranno mai nulla nel panorama dell’arte contemporanea (vedi Giulio Durini, Velasco e Marco Petrus) finiscono a costare moltissimi soldi e vengono venduti per telefono a ignari pseudocollezionisti presi direttamente dalle liste dei professionisti….
    Chissà come mai all’estero ci considerano poi dei mafiosetti…
    Caro Lezzi… non basta pagare istituzioni e spazi per far diventare artisti che non valgono nulla qualcosa!!!

  2. … e sì!
    Italian Factory è la più grossa idiozia di questi giorni… purtroppo anni!! Con i peggiori artisti in assoluto!!
    Però anche i collezionisti che buttano nel cestino questi soldi non è che possono essere considerati immuni da feroci critiche!!!!

  3. Poveri vigliacchetti che vi nascondete dietro la maschera dell’anonimato… chi siete? Artisti falliti che non hanno mai avuto uno straccio di collezionista? Critici senza fortuna che non hanno mai scoperto un artista in vita loro? O forse solo killer a pagamento, prezzolati da qualche galleristucolo invidioso, o emissari degli ex grandi kaiser dell’arte italiana oggi un po’ male in arnese…. L’ho già detto e non mi stancherò mai di ripeterlo: “Exibart” ha molti pregi, ma ha anche il grande difetto di dar voce a tutta la pattumiera dell’arte sotto forma dell’anonimo infangatore (forse sempre lo stesso, con più nickname… chi può dirlo?), che, nei cosiddetti “commenti”, può gettar merda su chi gli pare senza pagar pegno, tanto non ci mette né la faccia, né il nome, né la sua storia personale e professionale. L’arte, cari miei, si fa con il lavoro, con i fatti, con il sostegno agli artisti, con le mostre fatte e con i cataloghi pubblicati, anche con il confronto di idee tra persone civili che hanno il coraggio di discutere apertamente, certo non con i vigliacchi senza arte né parte che tirano il sasso e nascondono la mano. Il resto sono solo buffonate. La so la tiritera: lascia stare, sono solo degli sfigati, non vale neanche la pena di rispondere… mi spiace, ma a questo gioco non ci sto. Se qualcuno ha qualcosa da dire, lo faccia apertamente e con argomenti degni di questo nome. Se no, rimanga nel suo brodo e soprattutto stia zitto. E lasci lavorare chi in questo sistema, da più di dieci anni, sta lavorando per sostenere degli artisti che oggi si stanno facendo conoscere come i migliori della loro generazione, conducendo battaglie di idee e di cultura, e non palle fritte come quelle riportate qua sotto.
    Alessandro Riva

  4. che ti frega? non che io ti sostenga, ma le motivazioni addotte dai tuoi cosiddetti persecutori sono prive di fondamento. Sono incapaci di c’entrare l’obiettivo persino nella malizia. Ogni sistema ha le sue falle, le sue perversioni, i suoi intrallazzi, ma se tutto fosse così semplicistico, come la fanno i tuoi detrattori, anche il più stolido carabiniere sarebbe un grande detective e la maggior parte dei furboni sarebbe al fresco con la palla al piede. All’inizio anch’io ero contrario alla “democrazia” populista di exibart. Ora invece ritengo che sia giusto che questa gente abbia voce. Innanzitutto ci sono meno risse in giro. Poi questo sito registra lo stato di allarme in cui siamo. L’ignoranza e la grettezza delle persone. La mancanza di sagacia, l’incapacità di individuare il vero marcio. Perchè marcio ce ne è dappertutto, ma non nelle forme banali che descrivete, signori! Perciò caro Riva, take it easy!!

  5. viva il commento, anche quello anonimo!

    caro riva, parliamoci chiaramente, ma chi ti credi di essere? lavori da oltre dieci anni in questo piccolo mondo asfittico e autoreferenziale, ma cosa hai spostato a livello di senso? te lo sei mai chiesto?

    da quello che si è visto dal mio punto di vista in questi ultimi 10 anni di assidua frequentazione del campo, tu non sei servito a molto.
    Se il nostro universo fosse l’ANAS, tu saresti un grigio, anonimo funzionario. Non molto di più.

    tornando al commento, anche quando si tratta di un contributo anonimo, purchè fondato, è molto utile alla discussione che tutti noi portiamo avanti su queste pagine.
    Il commento stupido si squalifica da solo e non meriterebbe commento ulteriore.

  6. Caro Riva,

    le responsabilità (sì, le chiamo responsabilità in quanto ci sta dentro pure la follia di dare continuata visibilità anche a strutture -come italian factory- che si ostinano in cattiva fede a far finta di non conoscere la nostra esistenza e a non riconoscere il nostro primato), la responsabilità di Exibart, dicevo, si ferma laddove c’è la scritta ‘exibart’ contorniata da parentesi quadre. Tutto quello che c’è sotto è libera espressione della community dei lettori del sito. E non mi meraviglierei se su 16mila lettori quotidiani uno zerovirgola sia composto da squatter perditempo.
    Non me ne assumo responsabilità editoriale. Non mi risulta che il direttore di Repubblica.it risponda del contenuto dei blog di Kataweb…

  7. poi la roba realmente preoccupante è che artisti e critici italiani si vedano costretti a commentare nell’anonimato Riva & c.
    Pensa quanto male è messo il sistema italia se occorre pararsi il c… rispetto a cose come Italian Factory…

  8. Caro Tonelli,
    ti riconosco di dare visibilità (quando capita) a Italian Factory, ma non capisco perché continui a dire (non è la prima volta) che io mi ostinerei “in cattiva fede a far finta di non conoscere l’esistenza” di Exibart. Lo leggo, intervengo sui forum, rispondo alle interviste, dico di considerarlo un buon prodotto editoriale… qual è il problema? “Solo” che Italian Factory non fa pubblicità? Strano modo di vedere le cose. Il marketing di un gruppo procede secondo regole autonome, che hanno poco a che fare con i giudizi del suo curatore su una testata. Quanto al resto, confermo ciò che penso: un conto sono i forum, dove la gente sa che può trovare tutte le discussioni che vuole, un conto è questo miscuglio di killeraggio, gossip e veleni che sono i commenti (anonimi) infilati a tradimento sotto le news… di modo che un frustrato qualsiasi può “smontare” una notizia semplicemente infilandoci sotto due-tre commenti al vetriolo senza uno straccio di riflessione civile (vero topogigio?). Se ognuno fosse costretto a metterci la faccia, come facciamo io e Tonelli, il livello sarebbe più alto, e la discussione più utile. Per esempio, invece di infangare a casaccio, con commenti sugli “artisti che non valgono nulla e che non sono e saranno mai nulla” (ma chi lo dice? Topogigio? E che autorità avrebbe per dirlo?), ci si chiederebbe invece perché Italian Factory sia l’unica organizzazione privata che promuove un premio per giovani artisti senza far pagare una lira ai partecipanti, sborsando tutto di tasca propria (fate un po’ i conti di quanto costa un premio così, tra location, catalogo, pubblicità, allestimento, se siete capaci, sapientoni anonimi…). E se questo sia fare cultura, oppure “una truffa”, “la più grossa idiozia di questi anni”, e via banalizzando, e se questo “sposti qualcosa” nel mondo dell’arte oppure no… forse per le centinaia di giovani artisti che partecipano e possono arrivare a vincere (senza raccomandazioni) “sposta qualcosa”, vero sardinia? Oppure tu, nella tua vita, hai fatto qualcosa di meglio, oltre a buttar là giudizi alla cazzo sui forum di exibart?

  9. mah, fino a prova contraria le democrazie -tutte- si fondano sul voto segreto…
    l’anonimato è di per sé bene preziosissimo!
    il fatto che poi ci sia anonimo e anonimo, è tutt’un altro paio di maniche!

  10. magari adesso che c’è sgarbi a milano, finalmente qualche mostriciattola in più la farai caro buon riva, sempre se beatrice non riesce a soffiarti anche quest’altra amicizia, (vedi mark kostabi)

  11. Ale, come vedi tu entri in Exibart e ti informi quotidianamente in maniera completamente gratuita. Ricevi a casa e trovi in giro il cartaceo più letto d’Italia in maniera ancora una volta completamente gratuita. E’ del tutto evidente che, rinunciando a fare marchette, viaggi premio e triennali di durazzo, la nostra struttura si sorregge solo con il supporto di chi (per fortuna oramai quasi tutti) ne sfrutta commercialmente la formidabile visibilità.

    Dunque dal momento che una struttura per una volta professionale, direi ‘aziendale’, dotata di un budget come IF utilizza tutte le testate delle terre emerse per promuoversi escludendo Exibart (dicendo che Italian Factory difficilmente investe su una freepress, salvo il giorno dopo lanciare un megaprogetto promozionale su Urban…), direi che le virgolette che hai messo attorno a “Solo” sono quantomai opportune.

    E sia chiaro che sono l’unico direttore di una testata d’arte (insieme ad Arte di Mondadori) a non esserne anche proprietario. Ho uno stipendio che non varia al variare della raccolta pubblicitaria. Non parlo dunque per interesse personale, ma è naturale che abbia necessità di individuare con limpidezza chi ha interesse a che in Italia esista una realtà come Exibart e chi invece…

  12. Colgo l’occasione di questa querelle, per puntare l’attenzione su un argomento che mi sta abbastanza a cuore.
    Purtroppo la pratica dei commenti è un richiamo ghiotto per le frustrazioni di molti. Quello che ci auguriamo è che questo spazio diventi, invece, terra franca di discussioni interessanti – e documentabili – tra coloro che l’arte davvero la fanno, la promuovono e la portano avanti. In un momento come il nostro in cui il dibattito all’interno della critica è praticamente morto per sterili questioni di cortiletto, uno strumento come questo deve essere guardato come un’arma per ri -innescare l’attitutidine al confronto, non un freddo luogo virtuale in cui vomitare tutto il proprio livore su questioni che d’altronde non si conoscono nemmeno approfonditamente, con l’arguzia della nonnina sul tram. Prendere posizione, oggi come oggi, è davvero importante. Ma bisogna farlo con stile, innanzitutto, e non con lo svaccato “libertinaggio” che tanto caratterizza i nostri tempi. E, soprattutto, assumendosi tutte le responsabilità delle proprie dichiarazioni. Quindi, signori miei, anche rivelandosi.

  13. quando mai un premio che possa dirsi serio è a pagamento? solo in italia funzionano bene questi specchi per le allodole.
    va fatta una distinzione fra azione culturale e azione commerciale.
    IF fa parte della seconda categoria, spacciandosi (in buona fede?) appartenente alla prima. dis-educando gli acquirenti, spesso ignoranti in materia e dunque in balìa di questi commessi viaggiatori.
    ma non è la sola cosa imbarazzante, in un sistema in cui gli artisti servono soltanto all’autocelebrazione del curatore, che è al contempo critico e storico di se stesso…
    profonda provincia.

    a tonelli complimenti sinceri, gran bella cosa exibart.

  14. e io invece ribadisco la profonda, viscerale natura democratica della pasquinata
    che è pratica antica e spesso pure “de classe”

  15. ..la strada è dura;il cammino per far si che si possa discutere a viso aperto anzi,in questo caso, a NOME VERO….mmmh il cammino è duro.

    Capisco che per un artista il rifiuto è cosa dolorosa e mi rendo anche conto che dopo un NO ,2,3,4,quello che vedevi oro automaticamente lo vedì mmmerda e scusate se mi esprimo così,ma vengo dalla strada e voglio essere veritiero ,e verbalmente popolare, il più possibile….dicevo,come artista e come persona che cerca di esprimersi io sono sempre dalla parte degli artisti e non perchè lo sia o lo voglia fare ,ma semplicemente perchè posso sentirne la sofferenza ed avvertire l’angoscia del rifiuto come quando una ragazza ,per cui brucia la passione, rifiuta te,la tua persona il tuo essere.

    Il fatto è che l’atteggiamento ipocrita di chi partecipa e poi offende dicendo che è tutto merda è sbagliato perchè fondamentalmente l’offesa è verso se stessi;non è difficile capire che spesso i commenti offensivi vengono solo da un sentimento se vogliamo anche umano ,ma poco giusto nei confronti degli altri e di chi non lo prova e non lo proverà mai.

    Il Premio Italian Factory è uno dei tanti premi in italia che dà la possibilità a giovani artisti di mettere in vista il proprio lavoro, di lavorare in certi circuiti e di muoversi se il lavoro si muove, ovviamente.
    Tutte le dicerie non hanno senso …è una scelta o si fà o non si fà.
    Vuoi parteciparci ,bene,non ci partecipi…chi se ne fotte!
    In qualsiasi modo la vogliate mettere non cè scampo se si critica in maniera offensiva,poco ortodossa e con poco senso…il fatto è sempre il solito.
    Io dal canto mio lo reputo sempre una possibilità in più per un giovane che vuole far vedere il suo lavoro,che vuole confrontarsi ecc. ed il rifiuto l’ho sempre visto,con sofferenza,come una sfida e quando lavori così è sempre una spinta in più per continuare!!!

    Perchè fate gli artisti:
    per la vostra gloria in quanto voglia di diventare super star,cascando quindi in una sorta di pagliacciata alla trash televisiva da veline a machi,o perchè è una fiamma che brucia dal dentro comunque ed in qualsiasi caso!!!????

    Io lo faccio per necessità vitale e non potrei fare altro perchè ho bisogno di parlare di me ….è terapeutico
    !!

    E sono contento che in italia ci siano cose come Italian Factory che possano dare visibilità ai giovani talenti -ITALIANI- anche all’estero,guardare Girardi; non è giusto che un artista deBBA scapparsene dall’italia per funzionare O PER DARE UNA POSSIBILITà AL SUO LAVORO.

    BISOGNA CAMBIARE IL SISTEMA
    MENO INVIDIA MENO FALSITà
    POCO PRESENZIALISMO DA GRANDE FRATELLO E PIù LAVORO ,MA QUELLO VERO OSSESSIVO …SANO!!!!
    PIù LAVORO DI GRUPPO :
    MOVIMENTI ,FORZE COLLETTIVE
    UN SISTEMA PEACE E LOVE!!!
    CHE UTOPIA!
    MA IO CI CREDO E CERCO DI ESSERE VERO E COME PERSONA VERA DICO

    WWWWWWW
    TANTE ITALIAN FACTORY PER CHI HA VOGLIA DI ARTE E DEL SUO LAVORO!!!!!

  16. …Ma che ridicoli!!!
    tutto questo vociare per che cosa?
    Non capisco perchè poi Alessandro te la prendi tanto… cosa te ne frega??
    Non lo sai che il massimo della gloria è avere qualcuno che ti attacca??
    Significa che hai una posizione!
    E che te frega se la gente scrive nell’anonimato?
    Sei sicuro e convinto di ciò che fai e come lo attui?
    Ottimo, e allora continua a fare quello che fai!
    Non vi rendete conto che è tutto un gioco e che da fuori suona come una barzelletta??
    … e Michael … spero che presto sarai in Italian Factory!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui