05 ottobre 2006

Da Claudia Gian Ferrari duecento opere al Maxxi. Ma il governo taglia i fondi per il cantiere…

 

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Claudia Gian FerrariÈ il Museo Nazionale delle arti del XXI Secolo – a tutti noto come Maxxi – l’argomento del giorno dell’artworld italico, nel bene e nel male. Le buone notizie giungono da Milano, dove la storica gallerista Claudia Gian Ferrari ha deciso di destinare al costruendo museo capitolino una sostanziosa porzione della sua collezione privata, circa duecento opere d’arte contemporanea. Da cinque lavori di Lucio Fontana ad altrettanti di Piero Manzoni – attualmente esposti a Napoli al Madre -, ad opere di Munoz, Kiefer, Salle, Martin, i fratelli Chapman, fino a giovani come Berti o Tuttofuoco, tanto per fare qualche nome. “Mi sono dovuta rassegnare al fatto che Milano continuerà ad essere priva di un museo d’arte contemporanea”, ha dichiarato amareggiata la GianFerrari ad Exibart, ” per cui ho individuato nel futuro museo romano la migliore collocazione per la mia collezione”. Mentre la parte novecentesca della raccolta, da de Chirico a Guttuso, sarà destinata al FAI, per essere probabilmente esposta a Milano a Villa Necchi. Tornando al Maxxi, le pessime nuove giungono – e come ti sbagli – dallo sciagurato disegno di Legge Finanziaria. La pessima manovra 2007 approntata da Romano Prodi e da Tommaso Padoa Schioppa, oltre a colpire duro esclusivamente tra quella parte del ceto medio che paga le tasse, mette a rischio il futuro del cantiere di Zaha Hadid . Nello specifico, per il museo romano arriveranno 15 milioni di euro in tre anni, quando le previsioni (e le necessità) parlavano di 40 milioni per il solo 2007, che sarebbero arrivati a 60/70 nel 2008. L’ennesima tegola sulle aspettative di tutti quelli che vedevano nell’ultimazione del museo il definitivo approdo di Roma fra le capitali del contemporaneo, e che – se va bene – dovranno aspettare ancora chissà quanti anni ancora…

[exibart]

7 Commenti

  1. Si, e poi di questi 40 milioni nel solo 2007, la metá spariscono senza sapere come (prassi tutta italiana dalla fine della seconda guerra ad oggi).
    Da un po di tempo sento dire le parole CETO MEDIO, ma ognuno mi sa che le usa a suo piacimento (direi tornaconto). Ceto medio che paga le tasse cosa vuol dire? Ce tutti gli altri non lo fanno? Un impiegato guadagna 1100/1600 euro mensili (e loro le tasse le pagano sicuramente), un grosso imprenditore 500.000 euro mensili, quindi si puó considerare ceto medio uno che guadagna 2500.000 euro mensili? Di collezioni private come quella della Gianferrari in Italia ne abbiamo tantissime, non mi sembra una cosa cosí vitale che le lasci a Roma, per poi vantarsene… In questo paese si deve ricostruire la testa della gente mi sa.

  2. Credo che l’arte (antica o contemporanea) come l’antiquariato, gli immobili etc siano terreno di evasione fiscale e in alcuni casi anche di riciclo di danaro illecitamente guadagnato…pardon, acquisito. Il ministro Padoa Schioppa ha detto che chi evade “ruba” e mi sembra assolutamente vero. Che poi lo Stato gestisca molto male questo danaro è certamente vero cominciando dai privilegi degli stessi “statali” agli sprechi per Enti inutili e mai chiusi etc. Bello sarebbe se l’arte non dovesse passare per il poco limpido “sistema dell’arte” nel quale l’anello più debole è l’artista mentre gli “affaristi” vogliono il “possesso” dell’opera di un artista per motivi che nulla hanno a che fare con l’arte (o per speculazione, o per vantarsene o per piacere personale). Invece l’arte dovrebbe essere patrimonio di tutti e per fare questo non sono necessarie mega struttute miliardarie, ma come nel Rinascimento mettere l’arte a disposizione della gente nell’arredo urbano e nei luoghi frequentati dalle persone. Sono quindi d’accordo che bisogna cambiare l’approccio della gente all’arte e quindi la testa.

  3. Volea forse
    il gentil redattore
    dalla presente novella
    Deliziar tutto il paese
    con il suo politichese

    Ma io vi dico
    che
    Son meglio 40 milion
    spesi per Strade, ospizi e Spedali
    che una dimora più grande
    per Tonelli, Marziani e Basilè

  4. Premessa: se questo è il tema importante su cui l’artword si sta ora struggendo l’artword sta focalizzando erroneamente la sua attenzione.
    Senza dubbio il maxxi museo è un progetto interessante in quando alla scala dimensionale, ma in quanto tale ha tutte le caratteristiche del progetto utile a dare visibilità politica a chi lo inaugura.
    Metto in discussione che questa sia la via adatta per dare dimensione internazionale nel campo dell’arte contemporanea a Roma e all’Italia.
    Sarebbe meglio prima di tutto investire nella creazione di un network di scambi con le altre realtà nazionali.
    Cercare di creare ‘sistema’ in modo flessibile piuttosto che creare giganti strutture pubbliche.
    Conseguenza: progetti maxxi che nn trovano compimento e se lo trovano, nn trovano i soldi per la gestione ordinaria…
    Mentre gli artisti italiani non hanno spazi noprofit dove esporre.

    Milano finalmente inizia a creare sistema (privato) con le gallerie.
    Uno spazio per l’arte contemporanea a Milano c’è già in realtà, con una grande collezione… ma sembra invisibile a tutti.

  5. Milano culturalmente non esiste, le gallerie sono troppo legate a discorsi economici per fare cultura. Strutture espositive non istituzionali serie da noi non esistono, non sono prese sul serio, ma con un poco di forza di volotá e qualche sacrificio anche da noi potrebbero funzionare. Roma é molto diversa da Milano, a Roma c’é molta voglia di fare, e soprattutto di conoscere, mentre a Milano si vuole solo vendere un “prodotto” a qualsiasi costo. La prossima fiera d’arte di Roma, sará in gran parte una mostra con una certa attenzione all’allestimento, entrerá anche dentro la cittá, e non sará quindi solo “scatole bianche piene d’opere”. Roma (ma direi tutto il centro sud) ha un gran bisogno di un museo d’arte contemporanea che possa competere con i piú blasonati musei del mondo, manca, si sente proprio questo vuoto.

  6. caro Malandrino sai perchè Roma e il centro sud hanno così tanto bisogno del contemporaneo? perchè vivono ancora nel passato! Mentre Milano è la città più moderna, che vive a contatto con il contemporaneo non solo per quanto riguarda l’arte ma anche per l’architettura, la musica, la moda, il design e lo stile di vita quotidiano.

    Saluti a tutti

  7. Che la sign. Gian Ferrari ritiri le sue opere per la presenza ostinata di Sgarbi, può essere un modo per far pulizia di pesonaggi che hanno stancato e che vadano tutti al grande fratello che è degno contenitore di tanto sbraitare! una volta si diceva che andassero a zappare …ma è troppo onorevole.. Perchè poi Sgarbi continui con un comportamento così..”poco educato” mandando in fumo la sua intelligenza?

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