pubblicato giovedì 16 novembre 2006Immaginatevi la scena. Immaginatevela chéz i cugini francesi, ad esempio. Prendete
Le Monde , secondo quotidiano dell'Esagono. Immaginate che il vicedirettore del quotidiano, oltre che il giornalista, faccia anche l'artista. Immaginate poi che ogni tanto partecipi a delle eposizioni. E immaginate che ogni mostra venga recensita sia dallo stesso
Le Monde sia da tutti i suoi supplementi e giornali collegati, seppur allestita in spazi solitamente ignorati da queste testate.
Come dite? Sarebbe impossibile?
Le Monde si coprirebbe di ridicolo? I giornali concorrenti si fregherebbero le mani e butterebbero lì qualche pezzullo sarcastico?
Esatto. In Francia succederebbe probabilmente questo. E stessa reazione ci sarebbe in Spagna, in Inghilterra, in Germania...
In Italia? In Italia no. In Italia succede che il vicedirettore del secondo quotidiano del Paese venga sommerso da un'orda di recensioni (da parte del suo stesso quotidiano e dalle relative filiazioni) non appena si azzardi a mettere in mostra qualche opera in spazi pubblici o privati.
Peraltro se in questi giorni
La Repubblica e
L'Espresso si sono prodigati per recensire l'alto dirigente aziendale in mostra nei Magazzini del Sale di Siena, c'è da dire che tale comportamento non è certo agli esordi (vedi articoli correlati). Per un gruppo editoriale che insiste da dieci anni sulla menata del 'conflitto d'interessi' non è affatto male...
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