28 maggio 2007

didattica_interviste Una didattica Ad Artem

 
Ancora un’incursione nel panorama milanese della didattica. E ancora un punto di vista di una società privata che ha scelto di dire la sua nel settore della divulgazione al grande pubblico dell'affascinante mondo dell'arte e dei musei…

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Quando è nata la società Ad Artem?
Ad Artem è nata nell’autunno del 1993 dall’incontro di alcuni giovani laureati e specializzandi in storia dell’arte dell’Università Cattolica di Milano con un collezionista milanese. Quest’ultimo si è entusiasmato all’idea di contribuire alla realizzazione di un progetto di divulgazione al grande pubblico dell’affascinante mondo della storia dell’arte e dei musei. All’inizio abbiamo offerto le nostre competenze in diversi ambiti d’intervento, dalla catalogazione all’organizzazione di mostre alla realizzazione di servizi didattici all’interno delle mostre o dei musei, poi abbiamo cominciato a specializzarci nei servizi didattici e divulgativi, occupandoci delle grandi mostre organizzate al Palazzo Reale di Milano (a partire dalla grande mostra sugli impressionisti Da Monet a Picasso del 1996). E subito a seguire vincendo la gara d’appalto per la gestione dei servizi didattici presso i Musei artistici del Castello Sforzesco, che tuttora gestiamo.

Che pubblico vi siete costruiti in questi 14 anni?
Abbiamo sviluppato numerose esperienze di progettazione e realizzazione di servizi didattici rivolti alle scuole, ma anche molte iniziative per avvicinare gli adulti al nostro patrimonio storico, artistico, architettonico e archeologico, come ad esempio conferenze, visite guidate, visite tematiche, mostre itineranti. Spesso gli insegnanti e i referenti del pubblico organizzato si rivolgono a noi per consigli e consulenze nella scelta dei percorsi culturali e delle mostre da visitare. La nostra attività, infatti, oltre che sul territorio e sui musei della città di Milano, riguarda anche le principali sedi espositive dell’Italia settentrionale, dove ci avvaliamo sempre della collaborazione dei colleghi attivi sul posto, selezionando le realtà che più garantiscono gli standard qualitativi a noi usuali.
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Com’è la collaborazione con così tanti musei ed istituzioni diverse? Esiste un reale dialogo con i direttori e i responsabili dei servizi educativi interni?
La collaborazione con le istituzioni museali è sempre diversa, a seconda degli interlocutori e degli obiettivi che essi intendono raggiungere. In ogni caso notiamo che ciò che accomuna tutti i referenti con cui abbiamo rapporto, raramente responsabili interna le istituzioni, è l’attenzione ai visitatori, affinché questi possano godere al massimo dei benefici della visita, in termini culturali ma anche umani e logistici. Ci sono poi realtà che manifestano maggiore sensibilità al pubblico scolastico o delle famiglie, altre che invece privilegiano gli studenti delle scuole superiori.

Qual è la vostra metodologia educativa e didattica?
La nostra metodologia educativa e didattica mira in primo luogo al coinvolgimento interattivo dei visitatori. Esso richiede una grande attenzione al percorso evolutivo dei ragazzi e al livello culturale degli adulti e si concretizza nella selezione di strategie comunicative differenziate. In secondo luogo, ci entusiasma la possibilità di introdurre grandi e piccoli, ma soprattutto questi ultimi, nell’esperienza diretta e personale del processo artistico, accompagnando ciascuno in un percorso di scoperta della propria creatività, attraverso le diverse tecniche che la tradizione artistica ha elaborato nel corso dei secoli (dall’affresco, alla pittura su tavola o ad olio, dalla vetrata al mosaico), sino ad avvicinarli all’utilizzo dei materiali riciclati dalla nostra quotidianità per la realizzazione di opere d’arte “sostenibili”.
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Tra le attività più recenti ci sono quelle per la Fondazione Pomodoro? Ci potete dire qualcosa in merito e sui futuri progetti della società.
Una serie di proposte ed esperienze legate al riciclo dei materiali e allo sviluppo dei concetti di installazione, land art o performance sono state sviluppate presso la Fondazione Pomodoro, presso la quale abbiamo progettato e realizzato laboratori didattici in occasione delle mostre La scultura italiana del XX secolo, Gastone Novelli e Jannis Kounellis. Qui le scelte metodologiche e pedagogiche su cui insistiamo sono state quelle del coinvolgimento esperienziale ed emotivo, per una comprensione dell’opera d’arte contemporanea dal di dentro delle motivazioni dell’artista. Ogni tipo di percorso è stato, inoltre, supportato dalla mappa per non perdersi, nella quale sono segnalate le opere più significative della mostra. Per quanto riguarda i nostri progetti didattici futuri riguardano lo sviluppo di opportunità rivolte in particolare agli adolescenti, la cui educazione alla creatività e alla lettura dell’opera d’arte è troppo spesso trascurata.

Come percepisce l’attuale situazione milanese e nazionale nel settore della didattica dell’arte contemporanea?
Non è l’esperienza che conosco meglio, ma mi pare che esistano esperienze sul territorio nazionale molto stimolanti. A Milano credo che occorra consolidare e ripetere le esperienze fatte negli ultimi anni, affinché diventino patrimonio comune e entrino a tutti gli effetti nella sensibilità degli insegnanti, delle famiglie e degli adulti. Soltanto da pochissimo, infatti, l’arte contemporanea è vista dal grande pubblico con un pochino di attenzione in più.

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www.fondazionearnaldopomodoro.it

intervista a cura di annalisa trasatti


SOCIETA’ DI SERVIZI AD ARTEM: referente del settore didattico Adriana Summa. Contatti: Ad Artem s.r.l. tel. 02/6597728 oppure 02/6596937, fax 02/6599269 info@adartem.itwww.adartem.it

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