19 luglio 2008

Crisi del settore video, sospesa l’edizione 2009 della Venice Videoart Fair

 

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61309Nel corso del 2008 si è palesata la chiara difficoltà in cui versano molte delle gallerie che al video dedicano buona parte della propria attività”. È impietoso l’incipit del secco comunicato, con il quale gli organizzatori annunciano la sospensione la terza edizione di Venice Videoart Fair, fiera dedicata alla videoarte curata da Raffaele Gavarro. Che era in programma a Venezia, sull’Isola di San Servolo, fra l’11 e il 14 Settembre prossimi, in concomitanza con la Biennale di Architettura. “Le aspettative da parte del collezionismo italiano e internazionale, come degli addetti ai lavori sono state alte, ma l’intenzione di presentare una edizione della fiera ricca di contenuti e che stimolasse il dibattito sul mercato del video, ha reso la sospensione irrinunciabile”. Entro l’autunno – assicurano tuttavia i promotori – cominceranno i lavori per la nuova edizione della fiera che si terrà dal 4 al 7 giugno del 2009, in contemporanea con la 53^ Biennale Arti Visive.

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www.venicevideoartfair.com

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5 Commenti

  1. Il problema vero è che le gallerie cercano di spacciare per video opere puerili, noiose e senza alcun senso.
    Si possono ingannare le persone per qualche tempo, ma alla fine il gioco non regge, e questo è particolarmente vero in un periodo di grossa crisi economica.

    Speriamo che sia l’occasione di fare un po’ di pulizia di tutto il ciarpame che gira al momento.

  2. troppo spesso – quasi sempre – si vedono “opere” che oltre a non avere nulla a che fare con la parola arte, non hanno nulla a che fare soprattutto con la parola video. questa sospensione rende merito ai curatori.

  3. certo, il solito atteggiamento del coccodirllo che piange dopo aver mangiato. il sistema vuole cose facili e sostiene un circuito che privilegia sempre le stesse persone. mondanità, presenzialismo e riverenza. l’immaginazione viene meno e anche la capacità di perseguire una vera ricerca artistica… e questo comincia già nelle accademie, che più che fare formazione gestiscono una specie di impresa oligarchica.. dove la maggior parte degli studenti non sanno bene cosa ci stanno a fare però si definiscono artisti e si va avanti tutti senza aver aggiunto niente, senza averci nemmeno provato seriamente. fuori o dentro le accademie, la gente ha smesso di studiare, questo è quanto. se non usciamo da questa ignoranza diffusa continueremo a lamentarci all’infinito e a perdere sempre più credibilità che peraltro è già zoppicante.

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