17 agosto 2008

Produzione della cultura, ecco il Libro Bianco sulla creatività italiana

 

di

Walter SantagataÈ il primo studio strutturato e sistematico sul settore economico della creatività in Italia, comparato con le politiche culturali predominanti nei paesi della Ue, con l’intento di passare da un atteggiamento votato meramente alla conservazione a politiche di produzione della cultura, con un incremento di occupazione, produzione di nuove idee e distribuzione delle stesse a livello internazionale. Commissionato dall’ex ministro Francesco Rutelli, il Libro Bianco sulla creatività italiana, redatto da una commissione presieduta da Walter Santagata, è stato recentemente presentato al ministro Sandro Bondi. Tra gli autori del rapporto Michele Trimarchi e Alessandra Puglisi per il settore musica e spettacolo, Severino Salvemini per il cinema, Guido Guerzoni, Martha Frel e il già citato Santagata – autore di numerosi testi nel Libro, tra cui il rapporto sulla moda scritto con Paola Borrione – per le strategie legate al Patrimonio Culturale, Erminia Sciacchittano per l’architettura. Per l’arte contemporanea firmano Angela Vettese, direttrice della Galleria Civica di Modena e Pier Luigi Sacco, professore di Economia dell’Arte all’università IUAV di Venezia e direttore scientifico di goodwill, che tracciano criticità e punti di forza del sistema italiano, con un occhio di riguardo per i giovani artisti, penalizzati da un sistema formativo che non sempre fa fronte alle esigenze di un mercato sempre più competitivo. Propongono, inoltre, alcune misure d’azione, dalle quali si deduce una visione improntata verso una sempre più crescente internazionalizzazione dell’arte italiana, a partire dalle nuove leve, che si realizzerebbe incoraggiando scambi frequenti tra il nostro paese e le realtà d’eccellenza oltreconfine che propongono programmi e residenze per artisti e curatori. È necessario, inoltre, catalizzare talenti esterni, come promuovere e sostenere i cavalli di razza nostrani, non solo nei primi passi, ma anche durante le fasi di consolidamento della carriera. Un altro degli obbiettivi è potenziare il sostegno del pubblico all’arte contemporanea. Si cita a tal proposito la PARC che dovrebbe sempre di più funzionare come un’agenzia del contemporaneo a tutto tondo. Infine gli autori toccano l’annoso problema fiscale, suggerendo condizioni che permettano alle gallerie italiane di essere più competitive. Il Libro Bianco sulla creatività italiana, di prossima pubblicazione, verrà presentato a Bologna, nel corso della fiera Arte Libro. Secondo Pier Luigi Sacco, attraverso il Libro Bianco si è delineata la prima strategia per le industrie creative e culturali del nostro paese, attraverso l’analisi delle criticità e la proposta di modelli di sviluppo per ciascun settore che ne fa parte e, contemporaneamente, con un approccio a 360 gradi che ha tenuto conto delle loro reciproche interdipendenze. Una curiosità: le immagini sono state scelte da Michelangelo Pistoletto.

[exibart]

4 Commenti

  1. “Produzione della cultura, ecco il Libro Bianco sulla creatività italiana”. Da queste prime righe a mò di “informazione”, già dal “titolo” mi fa pensare ad un “manuale” che spiega, indica, definisce come si produce (?) la cultura, ma!? Purtroppo, concettualmente quel termine (“Produzione della cultura,..”), obiettivamente – molto infelice – “dice” negativamente il “senso” già “consacrato in partenza del “libro commissionato” molto frettolosamente (forse?) con un tal titolo che, fa pensare più alla richiesta di far stendere un “rapporto” sullo stato delle cose dove (allora voleva avere Rutelli), oppure vuole avere una certa influenza l’attuale “Ministro” del MIBAC, in un campo (foresta o bosco che sia) dove tutti vogliono “far legna”. Sono della classe 1941, con la mia modesta esperienza e ideavità, ecc. (l’, lo spiega bene Macel Duchamp.Dio è “creatorre” – inventore è l’uomo che ha intelligenza – l’artista fa cose originali, inventa…), vorrei conosore quale “metodo” hanno usato(gli autori…) per rlevare la “Creativita’”(?). Chiedo sin da ora(e lo chiederò anche al Ministro Bondi), quante copie sono state “prodotte” del Libro Bianco”?L’operazione del “LIBRO BIANCO” sul tema in ohggetto è una “bella idea”, ma la “qualità” ci dirà se l’operazione è riuscita e se il “malato” è morto. Fare questa opera, è cosa da far tremare i polsi. Un buon gruppo di lavoro con a capo un Gillo Dorfles, Giovanna Barbero, o un valente giovane critico o semiologo (e ce ne sono…),tra i quali ricordo: Omar Calabrese, Carmelo Strano, Valerio Dehò, Alvaro Spagnesi,”Francisco de Quevedo”,
    Luciana Zingarelli, Lia de Venere, Mirella Casamassima, ecc., avrebbe certamente prodotto un “LIBRO” (forse in più volumi) di alta qualità. In questa “manchette” pubblicitaria non vi sono da “leggere” le pagine del libro…aspetterò di averlo tra le mani e vorrei essermi sbagliato da questa prina imprtessione avuta.
    Vittorio Del Piano – cell, 3283187713 GROTTAGLIE/TARANTO, dell’ Atelier MediterraneArtePura-Taranto/Nizza.

  2. “”IL LIBRO BIANCO…DELLA PRODUZIONE CULTURALE & SULLA CREATIVITA’ ITALIANA”, INTERVENTO “PRE-PRESENTAZIONE” di Vittorio Del Piano che vale come “Comunic/Azione” poetica, tattica estetica…(Quando vedrò le immagini del scelte da Pistoletto)…farò una post comunic/azione sulla visionica de l’immage pur, secondo la “Teoria del Manifesto dell’Arte-Pura” (1986) con l’avallo di Pierre Restany e la collaborazione di Jacques Lepage.
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    “Produzione della cultura, ecco il Libro Bianco sulla creatività italiana”. Da queste prime righe a mò di “informazione”, già dal “titolo” mi fa pensare ad un “manuale” che spiega, indica, definisce come si produce (?) la cultura, ma!? Purtroppo, concettualmente quel termine (“Produzione della cultura,..”), obiettivamente – molto infelice – “dice” negativamente il “senso” già “consacrato in partenza del “libro commissionato” molto frettolosamente (forse?) con un tal titolo che, fa pensare più alla richiesta di far stendere un “rapporto” sullo stato delle cose dove (allora voleva avere Rutelli), oppure vuole avere una certa influenza l’attuale “Ministro” del MIBAC, in un campo (foresta o bosco che sia) dove tutti vogliono “far legna”. Sono della classe 1941, con la mia modesta esperienza e ideavità, ecc. (l’, lo spiega bene Macel Duchamp.Dio è “creatorre” – inventore è l’uomo che ha intelligenza – l’artista fa cose originali, inventa…), vorrei conosore quale “metodo” hanno usato(gli autori…) per rlevare la “Creativita’”(?). Chiedo sin da ora(e lo chiederò anche al Ministro Bondi), quante copie sono state “prodotte” del Libro Bianco”?L’operazione del “LIBRO BIANCO” sul tema in ohggetto è una “bella idea”, ma la “qualità” ci dirà se l’operazione è riuscita e se il “malato” è morto. Fare questa opera, è cosa da far tremare i polsi. Un buon gruppo di lavoro con a capo un Gillo Dorfles, Giovanna Barbero, o un valente giovane critico o semiologo (e ce ne sono…),tra i quali ricordo: Omar Calabrese, Carmelo Strano, Valerio Dehò, Alvaro Spagnesi,”Francisco de Quevedo”,
    Luciana Zingarelli, Lia de Venere, Mirella Casamassima, ecc., avrebbe certamente prodotto un “LIBRO” (forse in più volumi) di alta qualità. In questa “manchette” pubblicitaria non vi sono da “leggere” le pagine del libro…aspetterò di averlo tra le mani e vorrei essermi sbagliato da questa prina imprtessione avuta.
    Vittorio Del Piano – cell, 3283187713 GROTTAGLIE/TARANTO, dell’ Atelier MediterraneArtePura-Taranto/Nizza.

  3. La pubblicazione del “Libro Bianco sulla creatività italiana” ha finalmente riempito un vuoto: infatti, per il sottoscritto e non solo, una delle più importanti industrie creative e culturali del mondo non aveva mai fronteggiato in maniera articolata e organizzata la misurazione e la relativa stima economica di questa importantissimo settore economico. Per di più era mancata fino ad oggi una considerazione ampiamente strutturata e stabilita su fatti concreti in relazione al “modello italiano” della creatività e della produzione culturale, che il mondo continua ad ammirarci e ad invidiarci ma che noi tendiamo a pensare quasi come un accadimento congenito, qualcosa che c’è perché c’è sempre stato. Gli effetti sono particolarmente notevoli. Per prima cosa il volume economico: in Italia il macrosettore delle industrie culturali e creative è tra i più sviluppati al mondo. In secondo luogo è apparso fuori una migliore visione di quella che è realmente la creatività italiana. Nel nostro paese la creatività si manifesta storicamente in un modello che appoggia la qualità sociale e che si fonda non solo sulla capacità di innovazione tecnologica, ma anche sullo sviluppo della cultura materiale, declinata in tutte le sue articolazioni, estetiche, artistiche, storiche e di design. Il modello italiano di creatività si fonda inoltre sulle forti e ben radicate nozioni di cultura nonchè di vastissima estensione territoriale. La cultura è la nostra storia, il nostro tempo presente, il dono che lasciamo alle generazioni future. La creatività la ritroviamo nella nostra cultura, nel nostro territorio, nella qualità del nostro vivere quotidiano e dei nostri prodotti. Non è un fine in sé, ma un processo, un mezzo straordinario per produrre nuove idee. In questo senso creatività e cultura sono un binomio inseparabile, un sostegno della qualità sociale, intesa come una opportunità di comunità emancipata, giusta, economicamente cresciuta, culturalmente florida, e di alta qualità della vita.

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